ITALIA
Mafia
Il capo della Polizia revoca la destituzione di Bruno Contrada
L'annullamento della destituzione è retroattivo e decorre dal gennaio 1993 a seguito dell'arresto dell'ex dirigente della Mobile a dicembre 1992. L'ex agente segreto ha già scontato la pena

Il capo della Polizia Franco Gabrielli ha revocato il provvedimento di destituzione di Bruno Contrada, ex dirigente della Mobile di Palermo ed ex 007 del Sisde. La decisione è conseguenza della sentenza della Cassazione che ha annullato a luglio scorso la condanna di Contrada a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La revoca della destituzione è retroattiva e parte dal gennaio 1993, data della rimozione dal servizio dell'ex dirigente della Mobile, dopo il suo arresto avvenuto nel dicembre del 1992.
La Corte di Cassazione ha messo la parola fine ad una vicenda iniziata 25 anni fa, il 24 dicembre 1992, quando Contrada venne arrestato perché accusato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta e Salvatore Buscemi. La Cassazione il 7 luglio 2017 ha revocato la condanna dichiarandola "ineseguibile ed improduttiva di effetti penali" perché il fatto non era previsto come reato all'epoca degli eventi delittuosi contestati all'ex funzionario, in accoglimento di una sentenza di Strasburgo a cui Contrada si era rivolto.
La Corte Europea dei diritti dell'uomo, oltre ad avere riconosciuto un risarcimento del danno a favore del ex funzionario di Stato, ha giudicato che il reato non era codificato all'epoca in cui i fatti contestati a Contrada sono accaduti ed il reato di concorso esterno non era sufficientemente chiaro, né prevedibile.
L'ex 007 ha già scontato tutta la pena ma avendo avuto la pensione sospesa, gli effetti della pronuncia della Corte di Cassazione si ripercuotono sull'aspetto pensionistico e non solo. Infatti il collegio difensivo di Contrada, a seguito della sentenza, hanno diffidato il ministero dell'Interno e l'Inps per la reintegra immediata nei ranghi dell'Amministrazione del loro assistito ed a riconoscere al super poliziotto di Palermo le cifre non corrispostegli durante i 25 anni di interdizione dai pubblici uffici. Cifre che, come riferito dai legali, si aggirano nell'ordine di diversi milioni di euro. Al netto di quella che sarà poi la richiesta di risarcimento per l'ingiusta detenzione.
Così Contrada, che dopo la condanna era stato destituito dall'Amministrazione della Pubblica Sicurezza dall'allora capo della Polizia Antonio Manganelli, rientra nel corpo della Polizia.
"È un giorno importante per il nostro assistito, che dopo tanti anni vede restituita la sua onorabilità e viene reinserito tra i prefetti della Polizia, ma più in generale per tutti, perché la forza del diritto prevale sulle ingiustizie. Esprimiamo sincero apprezzamento e stima nei confronti del Capo della Polizia dottor Gabrielli per la sollecitudine e la disponibilità dimostrata, un esempio dell'Italia che funziona", hanno dichiarato i difensori di Contrada, Giordano e Manes.
La Corte di Cassazione ha messo la parola fine ad una vicenda iniziata 25 anni fa, il 24 dicembre 1992, quando Contrada venne arrestato perché accusato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta e Salvatore Buscemi. La Cassazione il 7 luglio 2017 ha revocato la condanna dichiarandola "ineseguibile ed improduttiva di effetti penali" perché il fatto non era previsto come reato all'epoca degli eventi delittuosi contestati all'ex funzionario, in accoglimento di una sentenza di Strasburgo a cui Contrada si era rivolto.
La Corte Europea dei diritti dell'uomo, oltre ad avere riconosciuto un risarcimento del danno a favore del ex funzionario di Stato, ha giudicato che il reato non era codificato all'epoca in cui i fatti contestati a Contrada sono accaduti ed il reato di concorso esterno non era sufficientemente chiaro, né prevedibile.
L'ex 007 ha già scontato tutta la pena ma avendo avuto la pensione sospesa, gli effetti della pronuncia della Corte di Cassazione si ripercuotono sull'aspetto pensionistico e non solo. Infatti il collegio difensivo di Contrada, a seguito della sentenza, hanno diffidato il ministero dell'Interno e l'Inps per la reintegra immediata nei ranghi dell'Amministrazione del loro assistito ed a riconoscere al super poliziotto di Palermo le cifre non corrispostegli durante i 25 anni di interdizione dai pubblici uffici. Cifre che, come riferito dai legali, si aggirano nell'ordine di diversi milioni di euro. Al netto di quella che sarà poi la richiesta di risarcimento per l'ingiusta detenzione.
Così Contrada, che dopo la condanna era stato destituito dall'Amministrazione della Pubblica Sicurezza dall'allora capo della Polizia Antonio Manganelli, rientra nel corpo della Polizia.
"È un giorno importante per il nostro assistito, che dopo tanti anni vede restituita la sua onorabilità e viene reinserito tra i prefetti della Polizia, ma più in generale per tutti, perché la forza del diritto prevale sulle ingiustizie. Esprimiamo sincero apprezzamento e stima nei confronti del Capo della Polizia dottor Gabrielli per la sollecitudine e la disponibilità dimostrata, un esempio dell'Italia che funziona", hanno dichiarato i difensori di Contrada, Giordano e Manes.