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Annuncio della Commissione
Fake news, entro luglio il codice Ue per combatterle
Le piattaforme online dovranno applicare una serie di buone pratiche comuni per la trasparenza, in particolare per i messaggi pubblicitari legati alla politica

Si rafforza la lotta contro le fake news in Europa, in particolare quelle diffuse via web e social network. Entro luglio le piattaforme online dovrebbero infatti mettere a punto e applicare un codice comune di buone pratiche per garantire trasparenza sui contenuti sponsorizzati, in particolare per quanto riguarda i messaggi pubblicitari di natura politica, restringere il numero di possibili bersagli di propaganda elettorale e ridurre il profitto dei vettori di disinformazione, fare maggiore chiarezza sul funzionamento degli algoritmi e consentire verifiche da parte di terzi.
Sono questi alcuni principi contenuti nella comunicazione presentata oggi dalla Commissione europea, sui quali Bruxelles chiede l'adesione dei governi. Inoltre, del codice Ue dovranno far parte misure per agevolare la scoperta e l'accesso da parte degli utenti di fonti di informazione diverse, che sostengano differenti punti di vista, nonché per chiudere gli account falsi. Nei diversi paesi i 'verificatori' di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche devono poter monitorare costantemente la disinformazione online.
La Commissione propone anche di istituire una rete europea indipendente di verificatori di fatti: l’obiettivo, definire metodi di lavoro comuni, assicurare la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta la Ue. I verificatori saranno scelti tra i soggetti che fanno parte della rete internazionale dei verificatori di fatti (International Fact Checking Network). Recentemente, il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle notizie false e la disinformazione dal quale emerge che due terzi dei fruitori di notizie online preferiscono l'accesso mediante piattaforme guidate da algoritmi, cioè motori di ricerca, aggregatori di notizie e siti web di social media.
La Commissione aggiunge che gli Stati membri vanno sostenuti nel garantire "processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici" e che vanno promossi sistemi di identificazione online volontari per migliorare la tracciabilità e l'identificazione dei fornitori di informazioni.
Sono questi alcuni principi contenuti nella comunicazione presentata oggi dalla Commissione europea, sui quali Bruxelles chiede l'adesione dei governi. Inoltre, del codice Ue dovranno far parte misure per agevolare la scoperta e l'accesso da parte degli utenti di fonti di informazione diverse, che sostengano differenti punti di vista, nonché per chiudere gli account falsi. Nei diversi paesi i 'verificatori' di fatti, i ricercatori e le autorità pubbliche devono poter monitorare costantemente la disinformazione online.
La Commissione propone anche di istituire una rete europea indipendente di verificatori di fatti: l’obiettivo, definire metodi di lavoro comuni, assicurare la più ampia copertura possibile di correzioni fattuali in tutta la Ue. I verificatori saranno scelti tra i soggetti che fanno parte della rete internazionale dei verificatori di fatti (International Fact Checking Network). Recentemente, il Centro comune di ricerca della Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle notizie false e la disinformazione dal quale emerge che due terzi dei fruitori di notizie online preferiscono l'accesso mediante piattaforme guidate da algoritmi, cioè motori di ricerca, aggregatori di notizie e siti web di social media.
La Commissione aggiunge che gli Stati membri vanno sostenuti nel garantire "processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici" e che vanno promossi sistemi di identificazione online volontari per migliorare la tracciabilità e l'identificazione dei fornitori di informazioni.