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CULTURA

Un nuovo mondo

Torna Ken Parker fumetto cult di Berardi: un numero inedito svelerà che fine ha fatto in questi anni

Ken Parker, cacciatore del Montana, con la faccia di Robert Redford, contribuì negli anni '70 a cambiare il corso del fumetto italiano e ad ispirare il popolo della Contestazione. Ora torna in edicola in una nuova edizione che vanta un'inedito curata da Luca Raffaelli. Abbiamo incontrato il giornalista oltre, naturalmente, all'autore Giancarlo Berardi.

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di Emma Farnè
Lo abbiamo lasciato in carcere, lo ritroviamo in edicola. Ken Parker torna con una nuova edizione: testi più comprensibili ma non solo. Ci sarà un numero inedito, in cui si scoprirà che fine ha fatto quel cacciatore del Montana disegnato come Robert Redford.
 
Il primo Ken Parker esce nel 1977, l’anno delle rivolte studentesche. Ed è pensato da chi, quelle rivolte le ha vissute alla fine degli anni sessanta.

“In quegli anni Redford era l’antidivo, un divo più umano, con la sensibilità di un uomo. Poi anche Redford era progressista”, racconta Giancarlo Berardi, uno degli autori che con Ivo Milazzo ha creato la saga.

Ken non è un eroe,  non vince sempre e non incarna quell’idea di western tanto diffusa in quegli anni. È un personaggio che sta dalla parte dei deboli, degli indiani, delle donne. A guardarlo bene, è un eroe che potrebbe piacere anche a chi oggi ha vent’anni.
 
“Ken può essere un personaggio che è un punto di riferimento. Può dare soluzioni, la voglia di battersi. La nostra idea era quella, è stata un’illusione e l’abbiamo pagata cara”, dice Berardi che ha vissuto gli anni dei sessantottini.  

Nell’ultima storia “Ken finisce in galera, ai lavori forzati. I lettori mi dicevano, ‘ma come, deve uscire’. L’ho vissuta con un senso di colpa. La storia nuova è un’occasione per uscire da questa impasse durata vent’anni”. 

E se oggi Ken Parker parlasse ai ventenni di oggi? Berardi ha le idee chiare: “Gli direbbe di battersi, di non perdere la speranza, di cercare dentro di sé i valori. I tempi saranno cambiati, ma le battaglie sono sempre le stesse”.
 
Nei cinquanta numeri in edicola, uno ogni venerdì, c’è la storia di un eroe disilluso e un pezzo d’Italia: ci sono riferimenti a Totò, al cinema di De Sica e a quello di Risi. Ma anche a Marilyn Monroe e a Stanlio e Ollio.

E c’è poi “un nuovo mondo”, l’ultima uscita, quell’inedito in cui “si scopre la fine del personaggio”, racconta il curatore Luca Raffaelli. “Il mito western forse non c’è più per i giovani di oggi”. Ma il personaggio è sempre quello: “Un’avventura dalla fine imprevedibile”.