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ECONOMIA

Assemblea annuale

Boccia, riforme strada obbligata per liberare il Paese da veti minoranze

"Non vogliamo giocare al ribasso: vogliamo una più alta produttività per pagare più alti salari". Così il presidente di Confindustria. "Gli aumenti retributivi devono corrispondere ad aumenti di produttività. Con i profitti al minimo storico, lo scambio salario/produttività è l'unico praticabile", ha aggiunto

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Le riforme "sono la strada obbligata per liberare il Paese dai veti delle minoranze e dai particolarismi, che hanno contribuito a soffocarlo nell'immobilismo". Lo ha affermato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia all'assemblea annuale, spiegando che le riforme "non hanno un nome, ma un oggetto. Non conta chi le fa, ma come sono fatte. E - ha detto a nome degli imprenditori - se noi le condividiamo, le sosteniamo".

Boccia ha proseguito affermando che "le riforme non sono patrimonio dei partiti, ma di tutti i cittadini. E quindi anche nostro. Appartengono alla nostra storia di Confindustria fin dagli anni Novanta". Le riforme, ha aggiunto Boccia, "possono inaugurare una grande stagione della responsabilità, nella quale chi governa sceglie e prende decisioni e il consenso si misura sui risultati". 

Più produttività per salari più alti
"Non vogliamo giocare al ribasso: vogliamo una più alta produttività per pagare più alti salari". Così il presidente di Confindustria. "Gli aumenti retributivi devono corrispondere ad aumenti di produttività. Con i profitti al minimo storico, lo scambio salario/produttività è l'unico praticabile", ha aggiunto. "Perciò serve una politica di detassazione e decontribuzione strutturale - ha sottolineato Boccia - Le relazioni industriali devono contribuire in maniera decisiva alla crescita della ricchezza e del benessere delle imprese e delle persone. Devono diventare rapporti tra soggetti consapevoli che condividono gli obiettivi di sviluppo aziendale".

Meno tasse sul lavoro e più sulle cose 
"Chiediamo di spostare il carico fiscale, alleggerendo quello sul lavoro e sulle imprese e aumentando quello sulle cose":  e' l'invito rivolto alle istituzioni da Boccia ."Le risorse derivanti dalla revisione delle 'tax-expenditures' e dalla diminuzione dell'evasione devono andare all'abbattimento delle aliquote fiscali. Percio' l'evasione va monitorata attentamente". 

Bene taglio Ires ma non basta
Il taglio dell'Ires per le imprese non è sufficiente - ha affermato il Presidente di Confindustria -  La competizione tra  Paesi si gioca anche sul fisco per questo è ottima la riduzione dell'Ires al 24% a partire dal 2017, che però non basta".   Il leader degli industriali ha ricordato che "l'Italia ha la non invidiabile anomalia dell'elevata imposizione locale sui fattori di produzione. Un'imposizione che da noi, al contrario degli altri Paesi, è deducibile solo in minima parte".

Secondo Boccia, "in questo quadro ci vuole una politica fiscale a sostegno degli investimenti, a partire da quelli in ricerca e sviluppo. Il credito di imposta previsto dal governo - ha sottolineato - va potenziato superando la logica incrementale. Quest'ultima, infatti, penalizza le imprese che hanno sempre puntato su questo fattore chiave per la competitività e la crescita e che oggi trainano il made in Italy". In generale, ha concluso Boccia, "chiediamo di sostenere gli investimenti con politiche di lunga durata. Il superammortamento, ad esempio, sta funzionando. Bene: rinnoviamolo". 

Chiudere Brennero causerebbe infarto
"Chiudere il Brennero è come bloccare un'arteria: causerebbe un infarto". Così Boccia. "Poco meno di trent'anni fa - ha aggiunto - noi in Europa i muri li abbattevamo. Dobbiamo opporci con tutte le nostre forze alla costruzione di muri, che siano fatti di filo spinato o di posti di blocco, che siano fra la Serbia e l'Ungheria oppure fra l'Austria e l'Italia". "Non possiamo far soccombere il progetto europeo - ha concluso - sotto i colpi di nazionalismi pericolosi e irresponsabili populismi".

Con Brexit effetto domino da scongiurare
In caso di Brexit, "a essere indebolita sarebbe la credibilità stessa del progetto europeo": il presidente di Confindustria sembra scongiurare la possibilità che il prossimo 23 giugno il Regno Unito scelga di non restare all'interno della Ue. "Da quel momento in poi, ciascuno Stato potrebbe decidere di sfilarsi, se non ritenesse esaudite le proprie richieste. Un effetto domino da scongiurare", ha aggiunto Boccia.