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MONDO

in Italia già estinti gru e storione

La giornata mondiale della biodiversità

Il 22 maggio è la giornata mondiale della Biodiversità indetta dalle Nazioni unite nel 2000. Un terzo delle specie mondiali è a rischio estinzione

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Roma
Una forza capace di spostare interi continenti più di quanto facciano i vulcani e il vento messi assieme, alterare il ciclo dell’acqua, dell’azoto, del carbonio e produrre impennate di gas serra. Non si tratta di un nuovo mostro stile Godzilla ma dell’uomo. L’intervento umano è, infatti, la principale minaccia alla biodiversità  intesa come l’intera ricchezza della vita sulla Terra.

La giornata mondiale della biodiversità
Per sensibilizzare su questa tematica l’Onu ha istituito, a partire dal 22 maggio 2000, la Giornata mondiale della biodiversità. Ogni anno l’organizzazione internazionale sceglie una tematica su cui concentrare l’attenzione e quest’anno la scelta è caduta sull’ecosistema delle isole, soprattutto le più piccole, quelle in cui vive circa un decimo della popolazione mondiale. Il loro ecosistema comprende animali e vegetali che non si trovano in nessun altro luogo della Terra e, contemporaneamente, è il più esposto ai pericoli del cambiamento climatico come tempeste e innalzamento del livello degli oceani.

Le cause
La nostra ‘impronta’ sul Pianeta ha raggiunto ormai il 50%. La distruzione degli ambienti naturali, la trasformazione del suolo per le pratiche agricole, per gli insediamenti urbani e industriali, il cambiamento climatico, l’inquinamento, il mercato illegale di specie selvatiche, la diffusione delle specie invasive o aliene, sono solo alcuni dei modi in cui l’uomo interviene sull’ambiente naturale.

Tutto questo contribuisce a minare il cosiddetto ‘spazio sicuro per l’umanità’: quel confine che l’intervento umano non dovrebbe mai superare per evitare conseguenze negative sull’ecosistema. La ‘linea rossa’ è però già stata superata per 3 dei 9 problemi planetari. Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il ciclo dell’azoto sono già oltre il confine indicato dagli studiosi. Per la perdita di biodiversità si valuta che  il tasso di estinzione, cioè il numero di specie per milione estinte all’anno, sia arrivato a più di 100. Ben oltre il limite ritenuto accettabile, pari a 10.

La biodiversità nel mondo
Il numero delle specie attualmente conosciute sulla terra è di circa 1.500.000 esemplari animali e vegetali. Il loro stato di salute viene monitorato da decenni dal International union for conservation of nature (Iucn) che, periodicamente, pubblica le famose ‘Liste Rosse’: degli elenchi che contengono informazioni sulle varie specie e sul loro ‘livello di minaccia’. Secondo l’ultimo aggiornamento del 2013 sarebbero 21.286 le specie minacciate di estinzione. Mentre quelle che l’organizzazione sta ‘tenendo sotto controllo’ sono 71.576. A livello globale, spiega la Iucn, sono in pericolo il 41% degli anfibi, il 33% delle barriere coralline, il 25% dei mammiferi, il 13% degli uccelli e il 30% delle conifere.
 
La biodiversità in Italia
In Italia la gru cenerina non nidifica più, il grifone e l'orso bruno rischiano l'estinzione, il delfino e la tartaruga sono in pericolo. Il nostro paese detiene il primato della biodiversità europea con oltre 67mila specie di piante e animali, circa il 43% di quelle presenti nel Vecchio Continente. 

L’8,6% sono specie “endemiche”, significa che vivono solo in Italia. Su 672 specie esaminate, 6 sono estinte (oltre alla gru cenerina la quaglia tridattila, il gobbo rugginoso, il rinolofo di Blasius, lo storione e lo storione ladano), 161 sono gravemente minacciate di estinzione e 49 in pericolo. Il gruppo più colpito è quello dei pesci d’acqua dolce dove addirittura l’88% delle specie è considerato minacciato.

Il principale problema del nostro paese è il consumo del suolo. Secondo il rapporto Ispra 2014 "Negli ultimi 3 anni, sono stati consumati altri 720 km in più rispetto al 2009, un’area pari alla somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo. In termini assoluti, si è passati da poco più di 21.000 km2 del 2009 ai quasi 22.000 km2 del 2012, mentre in percentuale è ormai perso irreversibilmente il 7,3% del nostro territorio. Ma non è solo colpa dell’edilizia. In Italia si consuma suolo anche per costruire infrastrutture, che insieme agli edifici ricoprono quasi l’80% del territorio artificiale (strade asfaltate e ferrovie 28% - strade sterrate e infrastrutture di trasporto secondarie 19% - edifici 30%) e parcheggi, piazzali e aree di cantiere (14%)". 

La campagna del Wwf
“Ogni minuto viene bruciata o tagliata una superficie di foresta Amazzonica grande quanto tre campi e mezzo di calcio”. Deforestazione e bracconaggio le cause che minano questo scrigno di biodiversità su cui il Wwf ha deciso di puntare l’attenzione con la campagna “Io tifo Amazzonia”.

Il Wwf ha inoltre firmato con il governo del Brasile un accordo per un nuovo finanziamento del valore di 215 milioni di dollari per i prossimi 25 anni a sostegno del sistema ARPA: la più grande rete di aree protette per le foreste tropicali.