POLITICA
Avviato l'iter parlamentare
Violenza contro le donne, il Cdm approva il ddl "Codice rosso"
Le denunce per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di convivenza, saranno portate direttamente al pm che dovrà sentire la donna entro tre giorni. Il ddl porta le firme dei ministri della giustizia Alfonso Bonafede e della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno

Una corsia preferenziale per le denunce e indagini più rapide sui casi di violenza alle donne. Il Consiglio dei ministri ha approvato il "Codice rosso", il ddl che porta le firme dei ministri della giustizia Alfonso Bonafede e della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno.
Si tratta di un provvedimento del Ministero della giustizia e di quello della pubblica amministrazione che accelera lo svolgimento delle indagini, le procedure di giustizia, ivi compresa l'audizione delle vittime dei reati di maltrattamenti di violenza sessuale, di atti persecutori e di lesioni aggravate in quanto commesse in contesti familiari o nell'ambito delle relazioni di convivenza. In questo modo si perviene nel più breve tempo possibile all'adozione di provvedimenti protettivi o di non avvicinamento e i impedisce che ingiustificabili stati procedimentali possano ulteriormente porre in pericolo di vita e l'incolumità fisica delle vittime di violenza domestica di genere.
Il ddl comprende anche una parte sulla formazione delle forze dell'ordine coinvolte nelle indagini e di quelle impegnate negli istituti penitenziari.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri riuniti a Palazzo Chigi per il Cdm indossavano un nastrino rosso appuntato al petto: un simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne.
Conte: "Un fondo da 33 milioni per le vittime"
Il "Codice rosso" "è un intervento che si inserisce in un programma di intervento molto più articolato, che sarà gestito dal Dipartimento alle Pari opportunità del sottosegretario Spadafora. Verrà istituito un fondo speciale di 33 milioni per le vittime di violenza. Saranno aperti centri regionali per le vittime che necessitano di urgente intervento", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi.
Bonafede: "Basta ritardi di fronte a denunce"
"Tempi rapidi" per i procedimenti che riguardano casi di violenza sulle donne - dallo stalking, ai maltrattamenti, fino alle violenze sessuali, anche di gruppo, e alle lesioni aggravate - perché "di fronte alla denuncia di una donna non c'è tempo da perdere, anche un giorno di ritardo può essere determinante", ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Bongiorno: "Esiste sottovalutazione del fenomeno"
"La sottovalutazione del fenomeno esiste: anni fa le donne che decidevano di sporgere denuncia si sentivano rispondere 'torna a casa a fare pace'", ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.
LE NOVITA' DEL PROVVEDIMENTO:
- Obbligo del Pg di comunicare subito le notizie di reato
Con il disegno di legge si propone la modifica dell'articolo 347 del codice di procedura penale, stabilendo l'obbligo della polizia giudiziaria di comunicare immediatamente al pubblico ministero le notizie di reato acquisite se riguardano delitti di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di semplice convivenza, senza lasciare discrezionalità sulla sussistenza dell'urgenza. In casi di questo genere, infatti, il trascorrere del tempo può aggravare ulteriormente una situazione già compromessa: la 'ratio' e' quella di consentire, pertanto, l'avvio tempestivo della procedura, così da poter adottare quanto prima eventuali provvedimenti 'protettivi o di non avvicinamento'.
- Entro 3 giorni la vittima delle violenze deve essere sentita dai pm
Altro punto centrale del provvedimento legislativo è la modifica dell'articolo 362 cpp: si prevede che in questi casi di violenza domestica e di genere il pubblico ministero proceda all'ascolto della vittima del reato entro tre giorni dall'avvio del procedimento, salvo che sussistano imprescindibili esigenze di tutela della riservatezza delle indagini, anche nell'interesse della vittima. Con il ddl si supera, quindi, la nozione di "particolare vulnerabilità" della persona introdotta dal decreto legislativo sulle vittime di reato (n.212/2015), per consentire sempre l'assunzione tempestiva di informazioni dalle persone offese in tutti i casi in cui si procede per questi gravi reati. Inoltre, in questo modo si consente al pubblico ministero di valutare subito l'eventuale sussistenza delle esigenze cautelari, nel caso in cui emergano già in sede di audizione.
- Le indagini sulle violenze hanno sempre la priorità
Il ddl prevede, attraverso un'integrazione dell'articolo 370 cpp, l'obbligo per la polizia giudiziaria di dare priorità allo svolgimento delle indagini delegate dal pubblico ministero - senza alcuna possibilità di valutare l'esistenza dell'urgenza - quando si tratti di reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate, commessi in ambito familiare o di semplice convivenza. Nello stesso tempo, le risultanze acquisite con l'attività svolta devono essere documentate e trasmesse in modo altrettanto tempestivo al pubblico ministero.
- Formazione obbligatoria per operatori forze dell'ordine
Con 'Codice rosso' si introduce l'obbligo di formazione - a partire dall'anno successivo all'entrata in vigore della legge - per la Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Polizia penitenziaria, attraverso la frequenza di corsi presso specifici istituti, con l'obiettivo di fornire al personale coinvolto in procedimenti in materia di violenza domestica e di genere le competenze specialistiche necessarie a fronteggiare questa tipologia di reati, sia in termini di prevenzione che di repressione degli stessi, e anche per una più adeguata interlocuzione con le vittime. La durata e le modalità di svolgimento dei corsi saranno stabilite dal ministero per la Pubblica amministrazione, che adotterà un apposito decreto, di concerto con i ministri dell'Interno, della Giustizia e della Difesa.
Si tratta di un provvedimento del Ministero della giustizia e di quello della pubblica amministrazione che accelera lo svolgimento delle indagini, le procedure di giustizia, ivi compresa l'audizione delle vittime dei reati di maltrattamenti di violenza sessuale, di atti persecutori e di lesioni aggravate in quanto commesse in contesti familiari o nell'ambito delle relazioni di convivenza. In questo modo si perviene nel più breve tempo possibile all'adozione di provvedimenti protettivi o di non avvicinamento e i impedisce che ingiustificabili stati procedimentali possano ulteriormente porre in pericolo di vita e l'incolumità fisica delle vittime di violenza domestica di genere.
Il ddl comprende anche una parte sulla formazione delle forze dell'ordine coinvolte nelle indagini e di quelle impegnate negli istituti penitenziari.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri riuniti a Palazzo Chigi per il Cdm indossavano un nastrino rosso appuntato al petto: un simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne.
Conte: "Un fondo da 33 milioni per le vittime"
Il "Codice rosso" "è un intervento che si inserisce in un programma di intervento molto più articolato, che sarà gestito dal Dipartimento alle Pari opportunità del sottosegretario Spadafora. Verrà istituito un fondo speciale di 33 milioni per le vittime di violenza. Saranno aperti centri regionali per le vittime che necessitano di urgente intervento", ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi.
Bonafede: "Basta ritardi di fronte a denunce"
"Tempi rapidi" per i procedimenti che riguardano casi di violenza sulle donne - dallo stalking, ai maltrattamenti, fino alle violenze sessuali, anche di gruppo, e alle lesioni aggravate - perché "di fronte alla denuncia di una donna non c'è tempo da perdere, anche un giorno di ritardo può essere determinante", ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Bongiorno: "Esiste sottovalutazione del fenomeno"
"La sottovalutazione del fenomeno esiste: anni fa le donne che decidevano di sporgere denuncia si sentivano rispondere 'torna a casa a fare pace'", ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.
LE NOVITA' DEL PROVVEDIMENTO:
- Obbligo del Pg di comunicare subito le notizie di reato
Con il disegno di legge si propone la modifica dell'articolo 347 del codice di procedura penale, stabilendo l'obbligo della polizia giudiziaria di comunicare immediatamente al pubblico ministero le notizie di reato acquisite se riguardano delitti di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di semplice convivenza, senza lasciare discrezionalità sulla sussistenza dell'urgenza. In casi di questo genere, infatti, il trascorrere del tempo può aggravare ulteriormente una situazione già compromessa: la 'ratio' e' quella di consentire, pertanto, l'avvio tempestivo della procedura, così da poter adottare quanto prima eventuali provvedimenti 'protettivi o di non avvicinamento'.
- Entro 3 giorni la vittima delle violenze deve essere sentita dai pm
Altro punto centrale del provvedimento legislativo è la modifica dell'articolo 362 cpp: si prevede che in questi casi di violenza domestica e di genere il pubblico ministero proceda all'ascolto della vittima del reato entro tre giorni dall'avvio del procedimento, salvo che sussistano imprescindibili esigenze di tutela della riservatezza delle indagini, anche nell'interesse della vittima. Con il ddl si supera, quindi, la nozione di "particolare vulnerabilità" della persona introdotta dal decreto legislativo sulle vittime di reato (n.212/2015), per consentire sempre l'assunzione tempestiva di informazioni dalle persone offese in tutti i casi in cui si procede per questi gravi reati. Inoltre, in questo modo si consente al pubblico ministero di valutare subito l'eventuale sussistenza delle esigenze cautelari, nel caso in cui emergano già in sede di audizione.
- Le indagini sulle violenze hanno sempre la priorità
Il ddl prevede, attraverso un'integrazione dell'articolo 370 cpp, l'obbligo per la polizia giudiziaria di dare priorità allo svolgimento delle indagini delegate dal pubblico ministero - senza alcuna possibilità di valutare l'esistenza dell'urgenza - quando si tratti di reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate, commessi in ambito familiare o di semplice convivenza. Nello stesso tempo, le risultanze acquisite con l'attività svolta devono essere documentate e trasmesse in modo altrettanto tempestivo al pubblico ministero.
- Formazione obbligatoria per operatori forze dell'ordine
Con 'Codice rosso' si introduce l'obbligo di formazione - a partire dall'anno successivo all'entrata in vigore della legge - per la Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Polizia penitenziaria, attraverso la frequenza di corsi presso specifici istituti, con l'obiettivo di fornire al personale coinvolto in procedimenti in materia di violenza domestica e di genere le competenze specialistiche necessarie a fronteggiare questa tipologia di reati, sia in termini di prevenzione che di repressione degli stessi, e anche per una più adeguata interlocuzione con le vittime. La durata e le modalità di svolgimento dei corsi saranno stabilite dal ministero per la Pubblica amministrazione, che adotterà un apposito decreto, di concerto con i ministri dell'Interno, della Giustizia e della Difesa.