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SCIENZA

Anticipazioni del rapporto IPCC sul riscaldamento climatico

Gli orsi polari siamo noi

Sessanta scienziati si riuniranno a Yokohama, in Giappone, per redigere la versione finale di un rapporto globale e aggiornatissimo sulle condizioni del nostro pianeta e sugli effetti del riscaldamento climatico.

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di Stefano Lamorgese
Saranno più di 100 i paesi rappresentati nel Gruppo di Lavoro II dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change): si riuniranno a Yokohama, in Giappone, dal 25 al 29 Marzo 2014.

Al centro dell'incontro - organizzato dal "gruppo di lavoro II" per il Quinto Rapporto di Valutazione - ci saranno gli effetti immediati del cambiamento climatico planetario sulla specie umana e i rischi a esso connessi. La situazione si annuncia molto più critica e minacciosa di quanto sia emerso finora.

Osservazioni preoccupanti
La comunità scientifica ha già osservato e misurato - senza tema di smentite - l'incremento massiccio di straordinarie "ondate di calore" in Nord America, Europa, Africa e Asia. Violente inondazioni (come quella che costrinse all'esodo 90mila persone in Mozambico già nel 2008), che si susseguono con sempre maggiore frequenza.

Gli episodi delle "bombe d'acqua", che costellano le cronache autunnali in Italia e nel resto del Vecchio Continente, sono potenzialmente dannose quanto lo scioglimento del ghiaccio artico: non più un fenomeno riservato agli orsi polari - come spiega Patricia Romero Lankao del National Center for Atmospheric Research di Boulder, in Colorado - ma che colpisce duramente le culture e gli stili di vita delle comunità umane che vivono all'interno o nei pressi del Circolo Polare Artico, come le popolazioni canadesi e siberiane.

Amici del profitto, nemici della Terra?
I rapporti elaborati nel passato sono stati spesso sottovalutati e persino ignorati: le lobby dell'energia e dell'industria - in pratica: quasi l'intero estabilishment economico-finanziario del pianeta - hanno sempre spinto affinché nessuna decisione politica significativa potesse sortire effetti veramente mitiganti del cambiamento climatico globale. Il limite temporale spostato sempre più lontano e la supposta incertezza dei dati sono stati il carburante dialettico degli scettici.

Ma ormai siamo in piena emergenza: il rapporto che sarà discusso e presentato a Yokohama non solo è prevalentemente basato su osservazioni e non su previsioni probabilistiche, ma "Riguarda tutti noi umani" spiega il meteorologo Michael Mann, della Pennsylvania State University "non le specie esotiche".

Una sola parola: "rischio"
Il rapporto verrà reso noto soltanto il 31 Marzo prossimo. Ma le linee guida che lo informano sono chiare: al centro c'è un concetto, allarmante quanto vago, che corrisponde alla parola "rischio". Una minaccia che viene declinata attraverso quattro parole-chiave:

Violenza
Per la prima volta vengono evidenziati i sottili rapporti tra i conflitti e il riscaldamento climatico. Il cambiamento del clima non genera automaticamente le guerre, certo, ma costituisce un fattore destabilizzante.

Cibo
I prezzi dei generi alimentari primari cresceranno tra il 3 e l'84% da oggi al 2050 a causa del riscaldamento climatico e del cambiamento del regime delle piogge. A rischio soprattutto le città, le grandi e grandissime città dove si ammassa con sempre più insistenza l'umanità che, va ricordato, dal 2007 - per la prima volta nella storia - vive più in aree urbane che nelle campagne.

Acqua
Circa un terzo dell'umanità vedrà ridursi la disponibilità d'acqua del 10% entro il 2080: ogni gradi di aumento della temperatura aggraverà esponenzialmente il problema.

Salute e povertà
Patologie connesse al calore, alla siccità e alla bassa qualità dell'acqua potabile saranno sempre più frequenti. Ma questo sarà un problema quasi risibile, rispetto al dramma della povertà: i poveri del pianeta saranno sempre più poveri, malnutriti e disperati. La crescita globale della ricchezza probabilmente ridurrà la sua corsa e si entrerà in una fase di decrescita molto... infelice.

La struttura dell'IPCC
Il Gruppo di Lavoro II è uno dei tre che compongono l' IPCC, nato nel1988 in seno all'ONU, ed è specializzato sugli effetti del riscaldamento climatico. Gli altri due si occupano dello studio dei fenomeni (il Gruppo I) e delle soluzioni pratiche (il Gruppo III).