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MONDO

Invece di parlare in prima persona Corbyn legge al premier le mail dei cittadini

Corbyn al primo Question Time batte Cameron 1-0

Primo problema: la casa, un tema che affligge milioni di britannici. Così ha esordito il nuovo leader laburista, Corbyn, davanti al Primo ministro, Cameron, nel suo primo ‘Question Time”.  I suoi supporter dicono che questo tipo di duelli parlamentari sono “troppo teatrali” e “lontani dalla realtà”, occasione per gare di retorica e sarcasmo. E allora le domande le hanno fatte direttamente i cittadini, attraverso mail lette da Corbyn, così Cameron non ha potuto esibire il suo consueto umorismo sprezzante. 

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di Mariaceleste de Martino
Non canta l’inno nazionale e sfodera 40mila domande da sottoporre al premier, ma sceglie una strategia geniale per evitare lo scontro: sono tutte domande del popolo. Così il nuovo leader del partito dei laburisti britannici, Jeremy Corbyn, ha esordito al suo primo ‘Question Time’ con il Primo ministro britannico, David Cameron, leader del partito conservatore. Non ha fatto domande sue, ma della gente, di chi vota, di chi vive in Gran Bretagna, presentandosi all'incontro con un pacco di email che ha ricevuto dai suoi supporter. E il Primo ministro non ha potuto replicare con l'enfasi solita, perché avrebbe offeso l'elettorato, fa notare la stampa britannica. Toni più pacati, vero stile British, rispetto e ascolto, forse anche immedesimazione e concreta soluzione dei problemi.   

Nella prima sessione dell’incontro alla Camera, il primo tra i due, Corbyn, ha detto a Cameron che, parlando con i suoi elettori, da quando ha vinto le votazioni per la leadership dei laburisti, la gente gli ha più volte e spesso detto che i Pmq (Prime minister Questiontime) e il Parlamento in generale sono “troppo teatrali” e “lontani dalla realtà”.

Corbyn ha detto a Cameron di aver invitato i suoi supporter a scrivergli e a inviare consigli e suggerimenti per fare delle domande al Primo ministro . La prima è stata una donna di nome Marie, che vuole sapere cosa intende fare Cameron riguardo la carenza “cronica” di abitazioni a prezzi abbordabili e degli affitti esagerati, esorbitanti, “da furto”.  Marie è solo una delle 2.500 persone che ha fatto domande riguardo la casa.

Corbyn,diretto e pragmatico, comincia subito facendo domande chiare per migliorare la vita delle persone, e mette in secondo piano temi internazionali. Il leader laburista aveva già detto, durante il congresso dei sindacati, che i ministri del governo hanno "dichiarato guerra" ai lavoratori con le loro restrizioni sui sindacati e hanno "coscientemente" approvato riforme del welfare che hanno portato delle persone a suicidarsi.

Patriottico nella sostanza e non nella forma. Corbyn è antimonarchico, si sa. Ieri, in effetti, non ha cantato l'inno nazionale nelle commemorazioni alla cattedrale di St. Paul per il 75° anniversario della Battaglia d'Inghilterra. Ma su questa polemica, una portavoce di Corbyn aveva  fatto subito sapere che il leader laburista ha voluto ascoltare l'inno "in rispettoso silenzio". Mentre, invece, tutti attorno a lui hanno intonato ‘God Save The Queen’. Nel frattempo, il deputato anti-austerity della sinistra radicale non ha chiarito se in futuro canterà l’inno britannico. In un’intervista tv ha detto che si comporterà "con rispetto" e prenderà "piena parte" alle future cerimonie, sottolineando che non vede dove sia il problema per la sua scelta di ieri. I conservatori rispondono così: sull'istituzione monarchica  si sarebbe mostrato "irrispettoso" (anche per la camicia mal sistemata). Il Times di Rupert Murdoch cita il commento, tra quelli di diversi sudditi indignati, quello attribuito a uno degli ultimi veterani superstiti della Seconda guerra mondiale, oggi 95enne, stando al quale Corbyn si sarebbe rivelato "un fanatico di corte vedute".  Ma il giornale filo-repubblicano The Independent ha sollevato dubbi sull'efficacia della comunicazione mediatica del leader laburista nella circostanza, notando come la faccenda dell'inno abbia finito per oscurare i suoi argomenti sulla ben più sostanziale questione del diritto di sciopero.

In discussione al Question Time di Corbyn con Cameron c’è anche il dossier della politica estera, la questione dei migranti e soprattutto l'economia: terreno sul quale Corbyn ha già sferrato un attacco, denunciando la controversa riforma del governo che mira a limitare i diritti sindacali e accusando i Tory di ignorare il tema della povertà, che affligge settori sempre più vasti del Regno a dispetto della crescita del Pil.