ECONOMIA
Guerra dei dazi
Dazi, Trump: "Harley-Davidson pagherà tasse salate per rivendere negli Usa"
In un tweet il presidente degli Stati Uniti avvisa la casa costruttrice americana che ha deciso, a seguito dei dazi Usa-Ue, di spostare la produzione in Australia, Brasile, India e Thailandia

"Harley Davidson deve sapere che non potranno rivendere le loro moto negli Usa senza pagare una tassa salata!": è il monito di Donald Trump che con un nuovo tweet attacca la casa costruttrice di motociclette per aver deciso di spostare parte della sua produzione all'estero.
Lo storico marchio statunitense, ha annunciato infatti di voler spostare parte della produzione delle sue moto fuori dagli Stati Uniti dopo i provvedimenti europei, adottati dall'Ue in risposta al protezionismo Usa .
Harley stima che ognuna delle sue moto costerà in media 2.200 dollari in più con l'Ue che ha aumentato dal 6% al 21% i dazi sull'import delle sue moto. Nei prossimi 18 mesi, dunque, Harley aumenterà la produzione nei suoi impianti internazionali, che sono in Australia, Brasile, India e Thailandia.
Harley-Davidson è diventata dunque una delle prime aziende americane a quantificare l'impatto finanziario delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi alleati: i dazi introdotti dall'Unione europea in risposta alle tariffe doganali volute da Washington sull'acciaio e sull'alluminio europei costeranno al produttore americano di motociclette fino a 100 milioni di dollari. Per questo, invece che alzare i prezzi all'ingrosso o quelli consigliati ai rivenditori, l'azienda "trasferirà la produzione di motoclicette destinate alle Ue dagli Usa alle sue strutture internazionali per evitare il peso dei dazi".
Malmstroem (Ue): "Effetti protezionismo si riversano sulle imprese"
"E' una delle conseguenze delle scelte commerciali americane". Questa la logica costatazione della commissaria europea al commercio Cecilia Malmstroem in seguito alla decisione della Harley-Davidson di trasferire una parte della produzione fuori dagli Stati Uniti. Gli effetti della linea protezionista di Donald Trump si riversano su "imprese e consumatori americani i quali reagiranno emetteranno sotto pressione l'amministrazione Usa perché quanto sta avvenendo non è positivo per l'economia americana", ha aggiunto Malmstroem.
Cina contro Usa: scontro sui dazi
A Harley-Davidson should never be built in another country-never! Their employees and customers are already very angry at them. If they move, watch, it will be the beginning of the end - they surrendered, they quit! The Aura will be gone and they will be taxed like never before!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 26 giugno 2018
Lo storico marchio statunitense, ha annunciato infatti di voler spostare parte della produzione delle sue moto fuori dagli Stati Uniti dopo i provvedimenti europei, adottati dall'Ue in risposta al protezionismo Usa .
Harley stima che ognuna delle sue moto costerà in media 2.200 dollari in più con l'Ue che ha aumentato dal 6% al 21% i dazi sull'import delle sue moto. Nei prossimi 18 mesi, dunque, Harley aumenterà la produzione nei suoi impianti internazionali, che sono in Australia, Brasile, India e Thailandia.
Harley-Davidson è diventata dunque una delle prime aziende americane a quantificare l'impatto finanziario delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi alleati: i dazi introdotti dall'Unione europea in risposta alle tariffe doganali volute da Washington sull'acciaio e sull'alluminio europei costeranno al produttore americano di motociclette fino a 100 milioni di dollari. Per questo, invece che alzare i prezzi all'ingrosso o quelli consigliati ai rivenditori, l'azienda "trasferirà la produzione di motoclicette destinate alle Ue dagli Usa alle sue strutture internazionali per evitare il peso dei dazi".
Malmstroem (Ue): "Effetti protezionismo si riversano sulle imprese"
"E' una delle conseguenze delle scelte commerciali americane". Questa la logica costatazione della commissaria europea al commercio Cecilia Malmstroem in seguito alla decisione della Harley-Davidson di trasferire una parte della produzione fuori dagli Stati Uniti. Gli effetti della linea protezionista di Donald Trump si riversano su "imprese e consumatori americani i quali reagiranno emetteranno sotto pressione l'amministrazione Usa perché quanto sta avvenendo non è positivo per l'economia americana", ha aggiunto Malmstroem.
Cina contro Usa: scontro sui dazi
La Cina ha espresso timori sulle ipotesi rilanciate dal Wall Street Journal di contromisure Usa in arrivo contro il 'made in China 2025', l'ambizioso piano per fare di Pechino un leader mondiale in 10 settori hi-tech tra cui intelligenza artificiale, big data e auto a guida autonoma. La sollecitazione a Washington è di fornire "un buono, equo e prevedibile" ambiente per le compagnie cinesi. "Noi speriamo che la parte americana veda le attività d'affari delle società in modo oggettivo", ha detto in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang. Nel dettaglio, ha scritto il Wsj, il pacchetto in arrivo in settimana e vedrà il bando agli investimenti cinesi in aziende tecnologiche Usa e il blocco di export di tecnologia verso la Cina. Nel mirino le società con oltre il 25% del capitale in capo a soggetti cinesi, mentre le società "industrialmente dotate di significativa tecnologia" saranno "off limits".
Le misure seguiranno le minacce, in parte attuate, con dazi all'import fino a 450 miliardi di dollari potenziali.
Le misure seguiranno le minacce, in parte attuate, con dazi all'import fino a 450 miliardi di dollari potenziali.