EUROPA
"Da domani si apre una seconda fase"
Pescatori liberati. Sindaco Mazara: "Basta lavorare con rischi, Ue intervenga"
"Il nostro governo e l'Unione europea ci dovranno dire se nei prossimi anni questa attività economica potrà continuare o se dovremo tirare i remi in barca" spiega il primo cittadino. Il Governatore Musumeci: "Va definita una volta per tutte sia la delimitazione del cosiddetto Mammellone, nel mare antistante la Tunisia, sia la Zona economica esclusiva che la Libia ha spostato arbitrariamente oltre 65 miglia in avanti"

"Da domani si apre una seconda fase: quella di una vera politica economica in quest'area del Mediterraneo che oggi appare quanto mai destabilizzata e insicura per i nostri lavoratori del mare". Queste le parole del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, che ha accolto al Porto nuovo della cittadina trapanese i 18 pescatori liberati dopo 108 giorni di prigionia in Libia. "Occorre che l'Unione europea chiami a un tavolo tutti gli attori di quest'area mediterranea per generare modelli produttivi nuovi".
Secondo Quinci "la priorità è quella di garantire la tutela ai nostri pescatori" perchè "la nostra marineria - ancora il sindaco di Mazara del Vallo - non può pensare di lavorare in queste condizioni. Bisogna chiedere all'Unione europea una vera nuova politica economica nel Mediterraneo". Il settore della pesca è un pilastro dell'economia di Mazara del Vallo, con seicento lavoratori impegnati direttamente sui pescherecci d'altura e migliaia di persone impiegate nell'indotto: "È intollerabile per noi continuare a fare pesca in queste condizioni - ha concluso Quinci -. Il nostro governo e l'Unione europea ci dovranno dire se nei prossimi anni questa attività economica potrà continuare o se dovremo tirare i remi in barca".
Musumeci: "Conte chieda intervento Ue"
"Non c'è più tempo da perdere: la dolorosa vicenda, a lieto fine, del sequestro dei pescatori siciliani da parte delle autorità libiche impone, in termini ormai non più procrastinabili, una decisa azione politica e diplomatica del governo italiano in sede internazionale". Lo scrive il governatore della Sicilia Nello Musumeci in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricordando come "da oltre mezzo secolo i nostri pescherecci vanno a lavorare nel mare Mediterraneo mettendo a rischio la propria sicurezza e, per ben tre volte, pagando con la vita le aggressioni delle motovedette tunisine e libiche".
Secondo il presidente della Regione Siciliana "va definita una volta per tutte sia la delimitazione del cosiddetto Mammellone, nel mare antistante la Tunisia, sia la Zona economica esclusiva che la Libia ha spostato arbitrariamente oltre 65 miglia in avanti. Pretese insostenibili, che finiscono per colpire solo la marineria isolana, sempre più vittima di angherie e soprusi da parte dei due Paesi nordafricani". Nella sua lettera al premier, Musumeci ha sottolineato "la necessità che Conte chieda all'Unione europea di smetterla di girarsi dall'altra parte e di intervenire finalmente, in maniera risoluta, con un efficace ruolo di mediazione. I nostri pescatori - conclude Musumeci - sono stanchi di essere considerati pirati nel loro mare".
Miccichè: "Navi militari italiane tornino a presidiare il Mediterraneo"
Il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, presente a Mazara, si è detto "lieto del ritorno a casa dei 18 pescatori. Condivido la posizione dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, quando sostiene che è arrivato il tempo che le navi militari italiane tornino a presidiare il Mediterraneo, in numero adeguato e con regole d'ingaggio efficaci, per difendere la nostra marina mercantile e quella peschereccia".
Secondo Quinci "la priorità è quella di garantire la tutela ai nostri pescatori" perchè "la nostra marineria - ancora il sindaco di Mazara del Vallo - non può pensare di lavorare in queste condizioni. Bisogna chiedere all'Unione europea una vera nuova politica economica nel Mediterraneo". Il settore della pesca è un pilastro dell'economia di Mazara del Vallo, con seicento lavoratori impegnati direttamente sui pescherecci d'altura e migliaia di persone impiegate nell'indotto: "È intollerabile per noi continuare a fare pesca in queste condizioni - ha concluso Quinci -. Il nostro governo e l'Unione europea ci dovranno dire se nei prossimi anni questa attività economica potrà continuare o se dovremo tirare i remi in barca".
Musumeci: "Conte chieda intervento Ue"
"Non c'è più tempo da perdere: la dolorosa vicenda, a lieto fine, del sequestro dei pescatori siciliani da parte delle autorità libiche impone, in termini ormai non più procrastinabili, una decisa azione politica e diplomatica del governo italiano in sede internazionale". Lo scrive il governatore della Sicilia Nello Musumeci in una lettera inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricordando come "da oltre mezzo secolo i nostri pescherecci vanno a lavorare nel mare Mediterraneo mettendo a rischio la propria sicurezza e, per ben tre volte, pagando con la vita le aggressioni delle motovedette tunisine e libiche".
Secondo il presidente della Regione Siciliana "va definita una volta per tutte sia la delimitazione del cosiddetto Mammellone, nel mare antistante la Tunisia, sia la Zona economica esclusiva che la Libia ha spostato arbitrariamente oltre 65 miglia in avanti. Pretese insostenibili, che finiscono per colpire solo la marineria isolana, sempre più vittima di angherie e soprusi da parte dei due Paesi nordafricani". Nella sua lettera al premier, Musumeci ha sottolineato "la necessità che Conte chieda all'Unione europea di smetterla di girarsi dall'altra parte e di intervenire finalmente, in maniera risoluta, con un efficace ruolo di mediazione. I nostri pescatori - conclude Musumeci - sono stanchi di essere considerati pirati nel loro mare".
Miccichè: "Navi militari italiane tornino a presidiare il Mediterraneo"
Il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, presente a Mazara, si è detto "lieto del ritorno a casa dei 18 pescatori. Condivido la posizione dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex capo di Stato Maggiore della Difesa, quando sostiene che è arrivato il tempo che le navi militari italiane tornino a presidiare il Mediterraneo, in numero adeguato e con regole d'ingaggio efficaci, per difendere la nostra marina mercantile e quella peschereccia".