SALUTE
Cure felici
"Faccio comicoterapia ma non sono un clown"
il diario di Francesco Di Gennaro, infermiere di professione, comico per passione
Sin dagli anni 80, girando per i reparti, quello che vedevo era ansia, nervosismo, incertezze, tristezza, financo depressione, sia nei malati che nei loro familiari . E così, senza pensarci troppo, ho deciso di sparare quelli che ho definito i "proiettili dell'amore": e cioè battute, barzellette, gag, scenette comiche, ironie . Quasi senza accorgermene, è nata la mia personalissima comico-terapia .
Perchè guardavo quei malati ed ho pensato: "se quel paziente fossi io, come vorrei essere trattato? ". E guardavo i familiari, di quei malati, ed ho pensato: "se quei familiari fossero i miei familiari, come vorrei fossero trattati?" .
Ho iniziato la mia carriera ospedaliera da ausiliario, era il 1982 , già allora giravo per il reparti con la mia mazza da scopa infilata tra le gambe, e cavalcavo per le stanze dei pazienti, strappando loro un sorriso, che ho scoperto essere una splendida medicina che per altro funziona benissimo anche sui loro parenti. Dopo sette anni da ausiliario ho conseguito il diploma di infermiere professionale, per poter fare finalmente il lavoro che da sempre sognavo: l'infermiere. Un lavoro che mi avrebbe permesso di dare, a chi soffriva in ospedale, professionalità, ma anche sorrisi e e buonumore.
In Emilia, al Policlinico di Modena dove mi ero trasferito, mi chiamavano "maruchin" ma non ci badavo, andavo avanti per la mia strada, cercando di "umanizzare" colleghi, medici e primari. Quando finalmente sono riuscito a tornare nella mia città, al Policlinico di Bari, chiedevo in continuazione alla direzione sanitaria di cambiare reparto, otorino, tante chirurgie, e poi cardiologia, terapia intensiva, ortopedia, gastroenterologia, cliniche ostetriche e ginecologiche : mi ero messo in testa di coinvolgere quanti più operatori possibili nel mio modo di fare salute, ridurre al minimo il trauma della degenza, permettere ai pazienti e ai loro familiari di trascorrere in modo sereno e perchè no, anche divertente, la permanenza in ospedale.
I benefici li leggevi sui loro volti ma anche dalle analisi di laboratorio: sia a livello gastro intestinale che respiratorio, la comicoterapia è come dice il nome, un vero e proprio aiuto alla terapia ufficiale.
Certo facile non è stato, pregiudizio e scetticismo mi hanno sempre accompagnato e ancora ci sono, perchè troppi medici e colleghi sono convinti che professionalità faccia rima con freddezza, rigidità e distacco : io invece penso che regalare un sorriso agli altri doni grande soddisfazione personale, e risultati professionali.
Nel 2010 ho raccolto in 66 pagine la mia esperienza ospedaliera, in un diario-libro dal titolo " Infermiere di professione, comico per vocazione " e ho iniziato a girare gli ospedali, raccontando la mia esperienza. Ma poi mi sono detto: perchè non parlarne anche in altre strutture, dove si formano i giovani, o dove c'è sofferenza?
E così ho iniziato a raccontare la mia storia e la mia tecnica nelle scuole, nelle carceri, finora sono stato in tre strutture penitenziarie, brindisi- trani femminile- minorenni " Fornelli" di Bari . Il 17 aprile saro' presso il carcere minorile di Casal del Marmo a Roma.
Ho parlato del mio sistema nelle aule consiliari, nelle chiese, nei bar, discoteche .... chi voglia saperne di più, può venire sul mio blog. Ho scritto perfino al Presidente del Consiglio Renzi chiedendogli di istituire in tutti gli ospedali italiani un padiglione dove si possa curare l'umore dei pazienti ricoverati e mi ha risposto : difficile, ma provimoci. Ed è quello che voglio fare.
Perchè guardavo quei malati ed ho pensato: "se quel paziente fossi io, come vorrei essere trattato? ". E guardavo i familiari, di quei malati, ed ho pensato: "se quei familiari fossero i miei familiari, come vorrei fossero trattati?" .
Ho iniziato la mia carriera ospedaliera da ausiliario, era il 1982 , già allora giravo per il reparti con la mia mazza da scopa infilata tra le gambe, e cavalcavo per le stanze dei pazienti, strappando loro un sorriso, che ho scoperto essere una splendida medicina che per altro funziona benissimo anche sui loro parenti. Dopo sette anni da ausiliario ho conseguito il diploma di infermiere professionale, per poter fare finalmente il lavoro che da sempre sognavo: l'infermiere. Un lavoro che mi avrebbe permesso di dare, a chi soffriva in ospedale, professionalità, ma anche sorrisi e e buonumore.
In Emilia, al Policlinico di Modena dove mi ero trasferito, mi chiamavano "maruchin" ma non ci badavo, andavo avanti per la mia strada, cercando di "umanizzare" colleghi, medici e primari. Quando finalmente sono riuscito a tornare nella mia città, al Policlinico di Bari, chiedevo in continuazione alla direzione sanitaria di cambiare reparto, otorino, tante chirurgie, e poi cardiologia, terapia intensiva, ortopedia, gastroenterologia, cliniche ostetriche e ginecologiche : mi ero messo in testa di coinvolgere quanti più operatori possibili nel mio modo di fare salute, ridurre al minimo il trauma della degenza, permettere ai pazienti e ai loro familiari di trascorrere in modo sereno e perchè no, anche divertente, la permanenza in ospedale.
I benefici li leggevi sui loro volti ma anche dalle analisi di laboratorio: sia a livello gastro intestinale che respiratorio, la comicoterapia è come dice il nome, un vero e proprio aiuto alla terapia ufficiale.
Certo facile non è stato, pregiudizio e scetticismo mi hanno sempre accompagnato e ancora ci sono, perchè troppi medici e colleghi sono convinti che professionalità faccia rima con freddezza, rigidità e distacco : io invece penso che regalare un sorriso agli altri doni grande soddisfazione personale, e risultati professionali.
Nel 2010 ho raccolto in 66 pagine la mia esperienza ospedaliera, in un diario-libro dal titolo " Infermiere di professione, comico per vocazione " e ho iniziato a girare gli ospedali, raccontando la mia esperienza. Ma poi mi sono detto: perchè non parlarne anche in altre strutture, dove si formano i giovani, o dove c'è sofferenza?
E così ho iniziato a raccontare la mia storia e la mia tecnica nelle scuole, nelle carceri, finora sono stato in tre strutture penitenziarie, brindisi- trani femminile- minorenni " Fornelli" di Bari . Il 17 aprile saro' presso il carcere minorile di Casal del Marmo a Roma.
Ho parlato del mio sistema nelle aule consiliari, nelle chiese, nei bar, discoteche .... chi voglia saperne di più, può venire sul mio blog. Ho scritto perfino al Presidente del Consiglio Renzi chiedendogli di istituire in tutti gli ospedali italiani un padiglione dove si possa curare l'umore dei pazienti ricoverati e mi ha risposto : difficile, ma provimoci. Ed è quello che voglio fare.
CURE FELICI
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