ITALIA
Ennesima aggressione ai danni di operatori sanitari
Infermieri presi a pugni e calci all'ospedale di Pesaro. Sindacati: "Politica non taccia"
Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, lancia un appello al ministro Speranza, per “convocare al più presto l’Osservatorio, che la Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori ha istituito"

"Calci, pugni, sputi contro gli infermieri dell'ospedale di Pesaro. Nella giornata di giovedì sera, un giovane sotto l'effetto di droghe, si è scagliato contro il personale sanitario, trasformando in un incubo "la routine" di un pronto soccorso, "luogo sacro" dove il primo impegno di infermieri e medici è quello di prendersi cura dei malati". È la denuncia del sindacato infermieri Nursing Up.
"Il giovane - riferisce una nota - si è scagliato contro il personale infermieristico ed il direttore della struttura, intervenuti per soccorrerlo. Il fatto è accaduto a ridosso del cambio turno del personale. Una volta entrato nei locali del Pronto Soccorso, dopo i primi accertamenti del caso, il ragazzo ha dato in escandescenze, insultando, graffiando e sputando all'infermiera, per poi aggredire un altro sanitario. L'aggressione ha coinvolto cinque infermieri, di cui uno ha riportato un trauma alla spalla".
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up: "Certamente è da considerare un passo in avanti il fatto che nell'ambito della trattativa che stiamo portando avanti con l'Aran per il rinnovo del contratto della sanità, il tema delle aggressioni nei luoghi di lavoro dovrebbe diventare materia di contrattazione integrativa, perché questo dovrebbe creare le basi per richiamare le aziende alle loro responsabilità in tema di sicurezza del personale, obbligandole in qualche modo al confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Eppure tutto questo non può e non deve bastare. Le violenze perpetrate a danno degli operatori sanitari sono ormai all'ordine del giorno nelle aziende sanitarie italiane, e si consumano nella grave e vergognosa indifferenza di una politica che non interviene in maniera determinante".
Solo quattro giorni fa in Toscana, un nuovo caso di violenza ai danni di una dottoressa in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato: un uomo di 60 anni che era stato appena stato sedato per dei punti di sutura le ha sferrato un pugno che l'ha colpita in pieno volto, causandole una frattura del setto nasale giudicata guaribile in 25 giorni.
"Siamo profondamente amareggiati dal dover registrare l’ennesima aggressione contro medici. La legge c`è, bisogna applicarla appieno. E vanno riviste le organizzazioni, per rendere gli ospedali e i presidi luoghi sicuri", commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, lanciando un appello al ministro Roberto Speranza, per “convocare al più presto l’Osservatorio, che la Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori ha istituito, e che comprende esponenti delle Professioni sanitarie".
"Il giovane - riferisce una nota - si è scagliato contro il personale infermieristico ed il direttore della struttura, intervenuti per soccorrerlo. Il fatto è accaduto a ridosso del cambio turno del personale. Una volta entrato nei locali del Pronto Soccorso, dopo i primi accertamenti del caso, il ragazzo ha dato in escandescenze, insultando, graffiando e sputando all'infermiera, per poi aggredire un altro sanitario. L'aggressione ha coinvolto cinque infermieri, di cui uno ha riportato un trauma alla spalla".
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up: "Certamente è da considerare un passo in avanti il fatto che nell'ambito della trattativa che stiamo portando avanti con l'Aran per il rinnovo del contratto della sanità, il tema delle aggressioni nei luoghi di lavoro dovrebbe diventare materia di contrattazione integrativa, perché questo dovrebbe creare le basi per richiamare le aziende alle loro responsabilità in tema di sicurezza del personale, obbligandole in qualche modo al confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Eppure tutto questo non può e non deve bastare. Le violenze perpetrate a danno degli operatori sanitari sono ormai all'ordine del giorno nelle aziende sanitarie italiane, e si consumano nella grave e vergognosa indifferenza di una politica che non interviene in maniera determinante".
Solo quattro giorni fa in Toscana, un nuovo caso di violenza ai danni di una dottoressa in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato: un uomo di 60 anni che era stato appena stato sedato per dei punti di sutura le ha sferrato un pugno che l'ha colpita in pieno volto, causandole una frattura del setto nasale giudicata guaribile in 25 giorni.
"Siamo profondamente amareggiati dal dover registrare l’ennesima aggressione contro medici. La legge c`è, bisogna applicarla appieno. E vanno riviste le organizzazioni, per rendere gli ospedali e i presidi luoghi sicuri", commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, lanciando un appello al ministro Roberto Speranza, per “convocare al più presto l’Osservatorio, che la Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori ha istituito, e che comprende esponenti delle Professioni sanitarie".