MONDO
Referendum, Salmond agli scozzesi: "Occasione storica che non ci faremo sfuggire"
Il premier scozzese è certo della vittoria finale e ostenta ottimismo. "Le intimidazioni di Londra non ci fanno paura ". Ed esclude il pericolo di uscita dall'Ue in caso di vittoria dei "sì".

"La Scozia ha davanti a sé un'opportunità storica e non se la farà sfuggire". Il premier scozzese, Alex Salmond, ha tutti contro. Dalla regina Elisabetta al Financial Times e all'Economist. Pochi giorni fa la Royal Bank of Scotland ha minacciato di trasferirsi a Londra se passassero i "sì" al referendum sull'indipendenza che si terrà il 18 settembre. I continui appelli al "no" di sponda inglese non sembrano spaventarlo. Le "intimidazioni di bullismo di Londra non serviranno a niente - sottolinea il premier in un'intervista rilasciata a Repubblica - "Gli scozzesi capiscono bene che il referendum è un'opportunita' storica di costruire un paese più prospero".
Salmond ha categoricamente escluso che l'indipendenza della Scozia possa influire negativamente sull'economia nazionale: "Abbiamo un pil pro capite più alto di Francia, Giappone e Gran Bretagna - sottolinea - gli scozzesi vogliono un'unione monetaria con l'Inghilterra. Sentono che Londra bleffa quando dice che ciò non è possibile. Dopo il referendum ogni contenzioso verra' risolto attraverso un civile
negoziato fra le due parti".
E se la banche scozzesi "emigrassero" a Londra? Anche in questo caso il premier non ha dubbi: "Le tasse sulle corporation non dipendono da dove ha la sede il quartier generale. Non ci sarebbero conseguenze per il nostro erario e neppure per i posti di lavoro".
Ma per Salmond il vero asso nella manica a favore degli scozzesi è costituito dalle riserve naturali che il Paese possiede. Una carta da giocare soprattutto nei confronti dell'Unione Europea, allontanando possibili rischi di esclusione: " La Scozia ha il 60 per cento delle riserve di petrolio e di gas d'Europa. Dubito che la Ue vorrebbe fare a meno di noi".
Salmond ha categoricamente escluso che l'indipendenza della Scozia possa influire negativamente sull'economia nazionale: "Abbiamo un pil pro capite più alto di Francia, Giappone e Gran Bretagna - sottolinea - gli scozzesi vogliono un'unione monetaria con l'Inghilterra. Sentono che Londra bleffa quando dice che ciò non è possibile. Dopo il referendum ogni contenzioso verra' risolto attraverso un civile
negoziato fra le due parti".
E se la banche scozzesi "emigrassero" a Londra? Anche in questo caso il premier non ha dubbi: "Le tasse sulle corporation non dipendono da dove ha la sede il quartier generale. Non ci sarebbero conseguenze per il nostro erario e neppure per i posti di lavoro".
Ma per Salmond il vero asso nella manica a favore degli scozzesi è costituito dalle riserve naturali che il Paese possiede. Una carta da giocare soprattutto nei confronti dell'Unione Europea, allontanando possibili rischi di esclusione: " La Scozia ha il 60 per cento delle riserve di petrolio e di gas d'Europa. Dubito che la Ue vorrebbe fare a meno di noi".