ITALIA
Il premier attacca i populisti
Letta: "Fermiamo i nemici dell'Europa"
L'allarme del Presidente del Consiglio: serve una grande battaglia europeista. Poi avverte: senza riforme il Movimento Cinque Stelle potrebbe diventare primo partito alle Europee

"Urge una grande battaglia europeista: l'Europa dei popoli contro l'Europa dei populismi. Questa è la posta in gioco". A sei mesi dalle elezioni Europee, il Presidente del Consiglio Enrico Letta lancia l'allarme e attacca gli euroscettici: Bruxelles non è la causa dei problemi, ma una delle chiavi per risolverli.
"So bene - dice il premier a sei quotidiani europei tra i quali La Stampa - che non basta dire 'più Europa' per avere un'Europa migliore". "La battaglia - continua - deve essere fatta a testa alta, rivendicando le ragioni di un europeismo del quale stiamo sottovalutando la portata positiva. La profonda crisi economica e finanziaria non è dovuta all'Europa o alle sue colpe, ma semmai ad un deficit di Europa".
Eppure chi critica le istituzioni europee guadagna consensi. In Italia Letta non esclude un'ulteriore exploit del Movimento Cinque Stelle e avverte: potrebbe diventare il primo partito. "Questo rischio è molto forte. Le elezioni europee rappresentano il terreno migliore sul quale il Movimento Cinque stelle può esprimere il suo populismo. Non possiamo limitarci ad essere timidi con Grillo, o soltanto placcarlo".
La causa di questo successo, continua Letta, è per il 90% da attribuire a "una politica che ha impiegato troppo tempo a rinnovarsi e a tagliare i propri costi. Una delle chiavi del risultato delle prossime Europee sta nella capacità di far diventare leggi entro quella data l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e la riforma elettorale". Riforme che, secondo il premier si possono portare a termine "entro l'estate".
Intanto, dice Letta, "nel 2014 l'Italia sarà uno dei Paesi più virtuosi d'Europa: centreremo contemporaneamente cinque obiettivi. Per la prima volta, dopo 5 anni, il debito generale scenderà. Avremo il deficit di nuovo sotto il 3% per il secondo anno di fila. Avremo per la prima volta la spesa pubblica primaria che scende. Si fermerà la crescita delle tasse, avviando il calo. Avremo il segno più sulla crescita e speriamo di fermare l'aumento della disoccupazione".
Il premier si pone obiettivi di lungo periodo. "Il primo ottobre, quando Alfano mi ha comunicato che i ministri del Pdl si dimettevano su richiesta di Berlusconi, io ho iniziato a fare gli scatoloni. Poi invece il Parlamento mi ha dato una fiducia larga e abbiamo vinto una battaglia molto complessa: dal 2 ottobre abbiamo maggiori forze e guardo al futuro con fiducia".
"So bene - dice il premier a sei quotidiani europei tra i quali La Stampa - che non basta dire 'più Europa' per avere un'Europa migliore". "La battaglia - continua - deve essere fatta a testa alta, rivendicando le ragioni di un europeismo del quale stiamo sottovalutando la portata positiva. La profonda crisi economica e finanziaria non è dovuta all'Europa o alle sue colpe, ma semmai ad un deficit di Europa".
Eppure chi critica le istituzioni europee guadagna consensi. In Italia Letta non esclude un'ulteriore exploit del Movimento Cinque Stelle e avverte: potrebbe diventare il primo partito. "Questo rischio è molto forte. Le elezioni europee rappresentano il terreno migliore sul quale il Movimento Cinque stelle può esprimere il suo populismo. Non possiamo limitarci ad essere timidi con Grillo, o soltanto placcarlo".
La causa di questo successo, continua Letta, è per il 90% da attribuire a "una politica che ha impiegato troppo tempo a rinnovarsi e a tagliare i propri costi. Una delle chiavi del risultato delle prossime Europee sta nella capacità di far diventare leggi entro quella data l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e la riforma elettorale". Riforme che, secondo il premier si possono portare a termine "entro l'estate".
Intanto, dice Letta, "nel 2014 l'Italia sarà uno dei Paesi più virtuosi d'Europa: centreremo contemporaneamente cinque obiettivi. Per la prima volta, dopo 5 anni, il debito generale scenderà. Avremo il deficit di nuovo sotto il 3% per il secondo anno di fila. Avremo per la prima volta la spesa pubblica primaria che scende. Si fermerà la crescita delle tasse, avviando il calo. Avremo il segno più sulla crescita e speriamo di fermare l'aumento della disoccupazione".
Il premier si pone obiettivi di lungo periodo. "Il primo ottobre, quando Alfano mi ha comunicato che i ministri del Pdl si dimettevano su richiesta di Berlusconi, io ho iniziato a fare gli scatoloni. Poi invece il Parlamento mi ha dato una fiducia larga e abbiamo vinto una battaglia molto complessa: dal 2 ottobre abbiamo maggiori forze e guardo al futuro con fiducia".