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ITALIA

Torino

Omicidio Musy, Cassazione conferma l'ergastolo per Furchì

La Corte suprema si è espressa sul delitto commesso il 21 marzo 2012: il consigliere comunale dell'Udc a Torino, Alberto Musy fu ucciso a colpi di pistola sotto casa in un misterioso agguato

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Francesco Furchì (Ansa)
Confermata in via definitiva la condanna all'ergastolo per Francesco Furchì, accusato dell'omicidio del consigliere comunale dell'Udc a Torino, Alberto Musy.

La prima sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa contro la sentenza pronunciata dalla Corte d'assise d'appello torinese il 25 novembre 2015, che aveva confermato il carcere a vita inflitto all'imputato già in primo grado.

Il delitto risale al 21 marzo 2012, quando Musy, nell'androne della sua casa in via Barbaroux, in pieno centro a Torino, venne colpito da alcuni colpi di pistola in un misterioso agguato. Da allora non riprese più conoscenza e morì 19 mesi dopo nella clinica dove era stato ricoverato.

Furchì, ragioniere calabrese, definito dagli inquirenti un faccendiere, ha sempre respinto le accuse proclamandosi innocente. La Suprema Corte ha invece condiviso le conclusioni del pg Pina Casella, che stamani, nella sua requisitoria, aveva sollecitato la conferma della condanna, evidenziando "punti certi" nelle sentenze dei giudici del merito, tra cui "l'alibi falso" fornito da Furchì e "l'inequivoco significato" delle intercettazioni effettuate dagli investigatori. "Corretta", aveva sottolineato il pg, anche la ricostruzione del movente: "un sentimento di vendetta sorto e cresciuto per accumulo", legato a questioni di affari e di politica.