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SPETTACOLO

L'intervista e il backstage

Iacchetti in missione per far conoscere Gaber

Lo showman Enzo Iacchetti arriva finalmente a Roma con "Chiedo Scusa al Signor Gaber", lo spettacolo-omaggio al grande artista in scena fino al 27 aprile al Teatro Lo Spazio. Rainews.it l'ha incontrato negli studi di Isoradio Radio Rai insieme alla Witz Orchestra
 

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Enzo Iacchetti
di Roberta Rizzo
Monologhi e canzoni, teatro e musica. Torna al suo primo amore di quando aveva 9 anni e lo fa per omaggiare un grande amico. Enzo Iacchetti sbarca finalmente a Roma con "Chiedo Scusa al Sig. Gaber", lo spettacolo-omaggio al grande Giorgio Gaber che fino al 27 aprile sarà in scena, insieme alla Witz Orchestra, al Teatro Lo Spazio. 

Il teatro canzone di Iacchetti
Non un tradizionale concerto, ma un susseguirsi di situazioni al limite dell'assurdo e del non senso, con dodici canzoni stravolte, riscritte e "contaminate" - come racconta l'artista e showman ai nostri microfoni prima della diretta con Isoradio - con citazioni e riferimenti alla musica italiana contemporanea. E non poteva mancare la vena ironica: a intervallare la musica, otto monologhi comici e cabarettistici di "Enzino" nazionalpopolare. Quello di Iacchetti, poi, è un Gaber "rock", arrangiato e contaminato con pezzi tratti dal repertorio di Jovanotti e di Zucchero "per arrivare più facilmente alle orecchie dei più giovani" spiega il famoso conduttore tv, che quest'anno festeggia anche 35 anni di gloriosa carriera. 

"Se faccio una cavolata ho già chiesto scusa prima!"
L'omaggio all’amico e al cantautore ripercorre la produzione degli esordi, quella che precede la nascita del 'Signor G'​, il tutto nello stile del teatro canzone. Tra i brani rivisitati ci sono 'Torpedo blu', 'Il Riccardo', 'Barbera e champagne', 'L'orgia' - che è il brano con il numero maggiore di contaminazioni, ben nove -, 'Trani a gogò', 'Una fetta di limone': per ognuna di loro una scultura moderna a tema si illumina sul palco di volta in volta. "Potrebbe sembrare facile e irriverente fare un omaggio a Gaber - spiega Iacchetti -. Ci ho pensato tanto prima di farlo e chi ama Gaber potrebbe storcere il naso. Ma ho scelto un titolo paraculo: anche se faccio una cavolata, posso dire di aver chiesto scusa prima".