Il ricordo di Agostino Di Bartolomei
Roma, vent'anni senza Ago
L'amatissimo capitano della Roma è ancora oggi il simbolo di un calcio romantico. Protagonista dello scudetto dell'83 ma anche di una drammatica finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, il 30 maggio dell'84, stesso giorno in cui, dieci anni più tardi, si tolse la vita
"Un capitano vero, un leader silenzioso, schivo, che ha fatto la storia della Roma e che vanta sette presenze in Azzurro con la maglia della Nazionale Under 21". A vent'anni dalla scomparsa, la Federcalcio ricorda così Agostino Di Bartolomei, bandiera della Roma negli anni 70 e 80 e "simbolo di un calcio romantico fatto di cuore, polmoni e grinta".
Esordì a 18 anni contro l'Inter
Di talento Ago ne aveva da vendere. Nel quartiere a sud di Roma dov'era nato, Tor Marancia, e dove tirò i primi calci al pallone tutti lo ricordano come un campione riservato e silenzioso, ma che nascondeva una sensibilità e un'intelligenza fuori dal comune. Fu subito notato per le sue capacità tattiche e la potenza nel calciare, davvero superiore alla media, e chiamato alle giovanili della Roma. L'esordio in prima squadra avvenne nella stagione 1972-1973, a poco più di diciotto anni contro l'Inter, a Milano, sotto la direzione tecnica di Manlio Scopigno.
Il capitano della Roma più forte di tutti in tempi
Fu il capitano di una Roma da leggenda, forse la più forte di sempre, quella guidata da Nils Liedholm, che lo ha portato a realizzare anche diversi gol, sette nella trionfale stagione dello scudetto '82/'83". Con la maglia della Roma vinse anche tre Coppe Italia, perdendo però con il Liverpool ai calci di rigore la finale della Coppa dei Campioni nel 1984.
La morte lo stesso giorno in cui la Roma perse la Coppa dei Campioni
La finale, l'unica che la Roma disputò in Coppa dei Campioni, avvenne il 30 maggio, lo stesso giorno in cui dieci anni più tardi lasciò la moglie Marisa e i figli Gianmarco e Luca. "Esempio di lealtà e correttezza in campo" dopo tre stagioni al Milan passò al Cesena per poi chiudere la carriera con la maglie della Salernitana dove il suo apporto di grande professionista fu tale da farle raggiungere, dopo 23 anni di assenza, la serie B. Il 20 settembre 2012 il suo nome è stato inserito nella Hall of Fame della Roma.