ITALIA
Il caso
Cocaina in crema dal Sud America e rituali di magia nera a Roma
L'indagine ha portato alla denuncia di 22 indagati e 23 arresti in flagranza

Lanciavano “macumbe” (rituali di magia nera) nei confronti di carabinieri che indagavano su di loro.
Sono nove le persone finite agli arresti, 4 in carcere e 5 ai domiciliari, in un’operazione condotta alle prime luci dell’alba dai carabinieri della compagnia di Roma Centro, affiancati dai miliari del comando provinciale della Capitale. Secondo l’ordinanza di arresto emessa dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, ai nove arrestati è stato contestata l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tra cui la cocaina.
Le attività investigative, svolte da marzo e novembre 2016, hanno permesso di individuare un considerevole traffico di droga importata dal Perù, e distribuita successivamente nelle principali piazze romane – come San Lorenzo, Pigneto, Trastevere, Campo de’ Fiori - in altre province italiane e anche all’interno della comunità peruviana romana. In numerose perquisizioni effettuate dai carabinieri infatti i militari hanno rinvenuto sostante stupefacenti e oggetti per il culto della cosiddetta “santeria cubana”: gli arrestati erano dediti rievocare genitori e antenati defunti, considerati i protettori dei loro discendenti, pregando e offrendo sacrifici su altarini a loro dedicati.
Il sodalizio, costituito da cittadini peruviani e capeggiato da un latitante internazionale che si nascondeva nella provincia di Barcellona in Spagna, ha importato ingenti quantitativi di cocaina purissima dal Sud America tramite l’utilizzo di corrieri (prevalentemente donne incensurate).
L’occultamento della sostanza avveniva tramite un particolare processo chimico; la cocaina si presentava come una crema densa e inodore, all’interno di confezioni di shampoo, prodotti cosmetici e alimentari, impossibili da individuare ai controlli. Questa difficoltà era dovuta al confezionamento in contenitori non modificati, con la complicità di industrie di marchi famosi a livello internazionale.
La cocaina grezza, con gradi di purezza anche del 99%, una volta giunta a Roma, veniva sottoposta a specifici trattamenti chimici da alcuni membri dell’associazione, specializzati nella “cottura”, per essere trasformata nella classica forma polverosa. L’indagine ha portato alla denuncia complessiva di 22 indagati, 23 arresti in flagranza, il sequestro di 17kg di cocaina purissima e di 60mila euro in contanti.
Sono nove le persone finite agli arresti, 4 in carcere e 5 ai domiciliari, in un’operazione condotta alle prime luci dell’alba dai carabinieri della compagnia di Roma Centro, affiancati dai miliari del comando provinciale della Capitale. Secondo l’ordinanza di arresto emessa dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, ai nove arrestati è stato contestata l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tra cui la cocaina.
Le attività investigative, svolte da marzo e novembre 2016, hanno permesso di individuare un considerevole traffico di droga importata dal Perù, e distribuita successivamente nelle principali piazze romane – come San Lorenzo, Pigneto, Trastevere, Campo de’ Fiori - in altre province italiane e anche all’interno della comunità peruviana romana. In numerose perquisizioni effettuate dai carabinieri infatti i militari hanno rinvenuto sostante stupefacenti e oggetti per il culto della cosiddetta “santeria cubana”: gli arrestati erano dediti rievocare genitori e antenati defunti, considerati i protettori dei loro discendenti, pregando e offrendo sacrifici su altarini a loro dedicati.
Il sodalizio, costituito da cittadini peruviani e capeggiato da un latitante internazionale che si nascondeva nella provincia di Barcellona in Spagna, ha importato ingenti quantitativi di cocaina purissima dal Sud America tramite l’utilizzo di corrieri (prevalentemente donne incensurate).
L’occultamento della sostanza avveniva tramite un particolare processo chimico; la cocaina si presentava come una crema densa e inodore, all’interno di confezioni di shampoo, prodotti cosmetici e alimentari, impossibili da individuare ai controlli. Questa difficoltà era dovuta al confezionamento in contenitori non modificati, con la complicità di industrie di marchi famosi a livello internazionale.
La cocaina grezza, con gradi di purezza anche del 99%, una volta giunta a Roma, veniva sottoposta a specifici trattamenti chimici da alcuni membri dell’associazione, specializzati nella “cottura”, per essere trasformata nella classica forma polverosa. L’indagine ha portato alla denuncia complessiva di 22 indagati, 23 arresti in flagranza, il sequestro di 17kg di cocaina purissima e di 60mila euro in contanti.