MONDO
Ucraina: anche i 3 ex presidenti si schierano con le proteste pro-Ue
Continuano le manifestazioni a Kiev, i dimostranti non hanno intenzione di interrompere l’assedio ai palazzi del potere. Con loro si schierano a sorpresa anche i tre ex presidenti dell'Ucraina indipendente

In Ucraina non si placa la tensione politica dovuta alla decisione del governo di congelare un accordo di associazione con l'Ue. E' il quattordicesimo giorno consecutivo di proteste a Kiev: la gente non si muove dalle piazze e non ha intenzione di interrompere l’assedio ai palazzi del potere. Anche il governo non molla e il braccio di ferro continua. Con i manifestanti pro-Ue e contro il loro successore, il filo-russo Viktor Yanukovich, si sono schierati, a sorpresa, anche i tre ex presidenti dell'Ucraina indipendente.
Gli ex presidenti con i manifestanti
Il comunicato congiunto è stato sottoscritto non solo dall'europeista Viktor Yushchenko, storico rivale di Yanukovich, ma anche dai suoi due predecessori: Leonid Kravchuk, ultimo leader dell'epoca sovietica e primo capo dello Stato dopo l'indipendenza dalla disciolta Urss nel 1991, e Leonid Kuchma, che pure in passato aveva sempre sostenuto lo stesso Yanukovich. "Esprimiamo solidarietà con le pacifiche azioni civiche di centinaia di migliaia di giovani ucraini", hanno scritto i tre in una nota diramata on-line attraverso il sito di Nostra Ucraina, il partito di Yushchenko.
La nota degli ex presidenti
"Per la prima volta il popolo ucraino è sceso nelle strade con una richiesta apolitica che gode di un appoggio di massa senza precedenti", prosegue la nota, nella quale Yushchenko, Kuchma e Kravchuk "condannano l'uso eccessivo della forza da parte della polizia contro dimostranti pacifici" e invitano le parti in conflitto ad astenersi da ulteriori violenze. Opposizioni e governo sono quindi esortati ad avviare un dialogo che "tenga conto del desiderio di Europa del popolo ucraino". All'origine della crisi la decisione di Yanukovich di congelare lo storico accordo di associazione e di libero scambio con l'Unione Europea, riavvicinandosi nel contempo a Mosca. La presa di posizione da parte di tre personalita' dotate ancora di molta influenza a livello nazionale e, soprattutto, dal passato e dalle esperienze politiche così differenti, rischia di rivelarsi un colpo davvero duro per le autorità di Kiev.
L’opposizione blocca lavori del Parlamento
Giornata difficile anche all'interno del Parlamento. La Rada Suprema ha ospitato una seduta caotica: il presidente Volodymyr Rybak del Partito delle Regioni, di maggioranza relativa, è stato costretto a interrompere i lavori ad appena due minuti dall'inizio, dopo che i deputati dell'opposizione avevano bloccato la tribuna degli oratori, impedendo gli interventi dei colleghi. "Continueremo a paralizzare il potere legislativo finché non saranno state accolte le nostre richieste", ha avvertito Arseniy Yatsenyuk, leader pro tempore dell'Unione Pan-Ucraina 'Patria' dell'ex premier Yulia Tymoshenko, attualmente in carcere. "Le due richieste-chiave", ha quindi spiegato Yatsenyuk, "sono le dimissioni del governo e la fine delle persecuzioni politiche, così come la liberazione di Yulia Tymoshenko".
Le voci di Usa ed Ue
Sulla crisi ucraina, torna ad intervenire il segretario di Stato americano, John Kerry: "I cittadini hanno il diritto di scegliere il loro futuro", ha affermato nel corso della sua visita in Moldavia. Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha detto che l'Ue "è pronta a rispondere alle aspirazioni europeiste del popolo ucraino" e ha definito "inaccettabile l'eccessivo uso della forza". A Kiev, il ministro degli Esteri tedesco, Guido Wasterwelle, ha portato agli oppositori il sostegno di Berlino.
Gli ex presidenti con i manifestanti
Il comunicato congiunto è stato sottoscritto non solo dall'europeista Viktor Yushchenko, storico rivale di Yanukovich, ma anche dai suoi due predecessori: Leonid Kravchuk, ultimo leader dell'epoca sovietica e primo capo dello Stato dopo l'indipendenza dalla disciolta Urss nel 1991, e Leonid Kuchma, che pure in passato aveva sempre sostenuto lo stesso Yanukovich. "Esprimiamo solidarietà con le pacifiche azioni civiche di centinaia di migliaia di giovani ucraini", hanno scritto i tre in una nota diramata on-line attraverso il sito di Nostra Ucraina, il partito di Yushchenko.
La nota degli ex presidenti
"Per la prima volta il popolo ucraino è sceso nelle strade con una richiesta apolitica che gode di un appoggio di massa senza precedenti", prosegue la nota, nella quale Yushchenko, Kuchma e Kravchuk "condannano l'uso eccessivo della forza da parte della polizia contro dimostranti pacifici" e invitano le parti in conflitto ad astenersi da ulteriori violenze. Opposizioni e governo sono quindi esortati ad avviare un dialogo che "tenga conto del desiderio di Europa del popolo ucraino". All'origine della crisi la decisione di Yanukovich di congelare lo storico accordo di associazione e di libero scambio con l'Unione Europea, riavvicinandosi nel contempo a Mosca. La presa di posizione da parte di tre personalita' dotate ancora di molta influenza a livello nazionale e, soprattutto, dal passato e dalle esperienze politiche così differenti, rischia di rivelarsi un colpo davvero duro per le autorità di Kiev.
L’opposizione blocca lavori del Parlamento
Giornata difficile anche all'interno del Parlamento. La Rada Suprema ha ospitato una seduta caotica: il presidente Volodymyr Rybak del Partito delle Regioni, di maggioranza relativa, è stato costretto a interrompere i lavori ad appena due minuti dall'inizio, dopo che i deputati dell'opposizione avevano bloccato la tribuna degli oratori, impedendo gli interventi dei colleghi. "Continueremo a paralizzare il potere legislativo finché non saranno state accolte le nostre richieste", ha avvertito Arseniy Yatsenyuk, leader pro tempore dell'Unione Pan-Ucraina 'Patria' dell'ex premier Yulia Tymoshenko, attualmente in carcere. "Le due richieste-chiave", ha quindi spiegato Yatsenyuk, "sono le dimissioni del governo e la fine delle persecuzioni politiche, così come la liberazione di Yulia Tymoshenko".
Le voci di Usa ed Ue
Sulla crisi ucraina, torna ad intervenire il segretario di Stato americano, John Kerry: "I cittadini hanno il diritto di scegliere il loro futuro", ha affermato nel corso della sua visita in Moldavia. Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha detto che l'Ue "è pronta a rispondere alle aspirazioni europeiste del popolo ucraino" e ha definito "inaccettabile l'eccessivo uso della forza". A Kiev, il ministro degli Esteri tedesco, Guido Wasterwelle, ha portato agli oppositori il sostegno di Berlino.