ITALIA
Per violazione della valutazione d'impatto ambientale
La Procura di Lecce sequestra una parte del nuovo cantiere della Tap
Il provvedimento riguarda la zona in località Paesane dove erano in corso i lavori nel cosiddetto "cluster 5"

La Procura della Repubblica di Lecce ha disposto il sequestro di una parte del nuovo cantiere per la realizzazione del gasdotto Tap a Melendugno. Si tratta della zona sita in località Paesane, in cui era stato avviato nei giorni scorsi l’impianto di 448 alberi di ulivo, che si trovano sul tracciato del gasdotto. Il cantiere violerebbe la prescrizione contenuta nella valutazione d’impatto ambientale.
Il sequestro, firmato dal Procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris e dalla pm Valeria Farina Valaori, è stato eseguito dai carabinieri del Noe e forestali che hanno svolto accertamenti sulla base di esposto presentato nei giorni scorsi da alcuni parlamentari.
I lavori erano in corso, avrebbero dovuto concludersi il 30 aprile e riguardano il cosiddetto "cluster 5", parte di un tracciato più ampio, lungo 8,2 chilometri con una fascia di circa 30 metri di larghezza a cavallo del futuro tubo, che dal cantiere di San Basilio, dove l'espianto degli ulivi è terminato lo scorso anno e dove sorgerà il microtunnel del gasdotto, porta alla "Masseria del Capitano" dove sarà costruito il terminale di ricezione dell'impianto.
Tap: compagnia esprime fiducia nella magistratura. Attivisti plaudono a sequestro
Verte su un provvedimento autorizzativo del Ministero dello Svilippo economico, rilasciato ad una richiesta di variante in corso d'opera, l'inchiesta della Procura di Lecce che ha portato al sequestro probatorio dell'area del cantiere Tap (Trans Adriatic Pipeline) utilizzata per l'espianto ed il trasferimento di 448 ulivi, a Melendugno. Si tratta di una porzione del tracciato complessivo realizzato dalla Tap per la posa del gasdotto. Sotto esame la compatibilità dell'intervento rispetto ad un vincolo paesaggistico che ricade sulla zona compresa in una determinata fascia di territorio sino alla costa.
La compagnia che sta realizzando il gasdotto ha ribadito ''l'assoluta fiducia nella magistratura'', dichiarando che ''fornirà tempestivamente alla Procura tutti i chiarimenti necessari volti ad ottenere il dissequestro dell'area''; tutto ciò ''nella convinzione di aver operato nel rispetto delle disposizioni legislative e delle autorizzazioni ricevute''. La stessa Tap ha precisato che, invece, il cantiere di San Basilio dove è in corso di ultimazione il pozzo di spinta per la costruzione del microtunnel non è sotto sequestro e ''in esso si lavora regolarmente''.
Di contro, l'apposizione dei sigilli all'area denominata ''Le Paesane'' è stata accolta molto positivamente dal movimento No Tap che si oppone alla realizzazione del gasdotto. ''Continua la nostra battaglia, sempre più convinti di essere dalla parte del giusto'', si legge in un post del movimento su Facebook.
Il sequestro, firmato dal Procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris e dalla pm Valeria Farina Valaori, è stato eseguito dai carabinieri del Noe e forestali che hanno svolto accertamenti sulla base di esposto presentato nei giorni scorsi da alcuni parlamentari.
I lavori erano in corso, avrebbero dovuto concludersi il 30 aprile e riguardano il cosiddetto "cluster 5", parte di un tracciato più ampio, lungo 8,2 chilometri con una fascia di circa 30 metri di larghezza a cavallo del futuro tubo, che dal cantiere di San Basilio, dove l'espianto degli ulivi è terminato lo scorso anno e dove sorgerà il microtunnel del gasdotto, porta alla "Masseria del Capitano" dove sarà costruito il terminale di ricezione dell'impianto.
Tap: compagnia esprime fiducia nella magistratura. Attivisti plaudono a sequestro
Verte su un provvedimento autorizzativo del Ministero dello Svilippo economico, rilasciato ad una richiesta di variante in corso d'opera, l'inchiesta della Procura di Lecce che ha portato al sequestro probatorio dell'area del cantiere Tap (Trans Adriatic Pipeline) utilizzata per l'espianto ed il trasferimento di 448 ulivi, a Melendugno. Si tratta di una porzione del tracciato complessivo realizzato dalla Tap per la posa del gasdotto. Sotto esame la compatibilità dell'intervento rispetto ad un vincolo paesaggistico che ricade sulla zona compresa in una determinata fascia di territorio sino alla costa.
La compagnia che sta realizzando il gasdotto ha ribadito ''l'assoluta fiducia nella magistratura'', dichiarando che ''fornirà tempestivamente alla Procura tutti i chiarimenti necessari volti ad ottenere il dissequestro dell'area''; tutto ciò ''nella convinzione di aver operato nel rispetto delle disposizioni legislative e delle autorizzazioni ricevute''. La stessa Tap ha precisato che, invece, il cantiere di San Basilio dove è in corso di ultimazione il pozzo di spinta per la costruzione del microtunnel non è sotto sequestro e ''in esso si lavora regolarmente''.
Di contro, l'apposizione dei sigilli all'area denominata ''Le Paesane'' è stata accolta molto positivamente dal movimento No Tap che si oppone alla realizzazione del gasdotto. ''Continua la nostra battaglia, sempre più convinti di essere dalla parte del giusto'', si legge in un post del movimento su Facebook.