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ITALIA

La tragedia a via Carlo Felice, in una casa all'interno di un edificio occupato

La strage di Roma. La bimba sopravvissuta è in condizioni gravissime

La piccola è stata trasferita al Bambin Gesù dopo l'intervento operatorio prima al collo e poi ad una mano. Il padre, anche lui rimasto ferito all'addome, resta invece all'ospedale San Giovanni 

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Agenti della polizia in via Carlo Felice (LaPresse)
Roma
Condizioni gravissime per la bimba di 5 anni, unica sopravvissuta alla strage di ieri che ha visto coinvolti nella sua casa a Roma, i suoi fratelli e la madre, che si sarebbe impiccata dopo averli uccisi.

Resta in prognosi riservata
La piccola "resta in prognosi riservata". A riferirlo è il direttore sanitario dell'ospedale San Giovanni di Roma, Salvatore Passafaro, che aggiunge: "E' stata trasferita ieri sera, intorno alle 22:30, al Bambin Gesù, dopo l'intervento operatorio prima al collo e poi ad una mano. Successivamente è stata sottoposta anche ad una Tac per via di alcune ferite riportate al cuoio capelluto". "Purtroppo non possiamo dire che sia fuori pericolo - sottolinea -. Le ferite che ha riportato erano molto importanti. Se fossero state fatte ad un adulto sarebbe deceduto. I bimbi hanno una notevole reattività e questo, probabilmente, l'ha aiutata a salvarsi".

Il padre resta all'ospedale San Giovanni
Il padre della bimba, anche lui rimasto ferito all'addome, resta invece al San Giovanni. "E' stato operato due notti fa all'addome - spiega Passafaro -. Resta ricoverato qui e dal punto di vista clinico non dovrebbe avere problemi". 

La tragedia
"Un mattatoio". Così i poliziotti hanno descritto il luogo della tragedia: un appartamento a via Carlo Felice, all'interno di un edificio occupato da Action, movimento di lotta per la casa. Qui è esplosa la violenza. Khadija El Fatkhani, 42 anni, e Idris Jeddou, 43, moglie e marito, litigano di brutto, ha poi raccontato l'uomo in ospedale alla squadra mobile. Lei ferisce lui all'addome con un coltello, l'uomo va a farsi medicare al San Giovanni e viene operato. Sono passate le 4. Dice che hanno tentato di rapinarlo. Copre la moglie. Errore fatale. Khadija intanto sfoga la rabbia sui figli, con un coltello e una mannaia. Li colpisce in due stanze diverse. La figlia di 3 anni e il bambino di 9 muoiono sgozzati. La figlia di 5 anni non muore, ora in ospedale lotta per vivere. Poi la donna si impicca in bagno con una cinta, il corpo crolla nella vasca per il peso.
Il marito a ora di pranzo chiama casa più volte, nessuno risponde. Chiede a un amico di andare a vedere e quest'ultimo trova i corpi. Questa la ricostruzione degli uomini della Squadra Mobile di Renato Cortese. Il racconto di Jeddou è considerato attendibile anche dal pm.

Il marito: "Volevo proteggerla, non potevo immaginare"
"Volevo proteggerla, non immaginavo questo", ha detto l'uomo piangendo. La polizia scientifica e le autopsie chiariranno la dinamica dell'eccidio. Il marito dovrà riferire il motivo della lite, delineare un possibile movente. Le indagini non escludono anche altre ipotesi, ovvero che ad agire sia stata una persona diversa dalla donna, ma al momento tutto lascia pensare a una tragedia familiare, a un caso di omicidio-suicidio.

Qualcuno racconta che la donna era cambiata negli ultimi tempi
Khadija El Fatkhani era una casalinga, il marito un trasportatore di mobili. "Non ci risulta che lei avesse problemi psichici - ha detto una vicina -. Erano gentili". Un'altra abitante della zona ricorda la donna come una ragazza giovane e minuta e i bambini sempre con lei. Qualcuno ha però raccontato di aver notato in Khadija un cambiamento radicale nell'ultimo anno. Era diventata schiva e taciturna e aveva ricominciato a portare il velo, hanno detto alcuni conoscenti.