ITALIA
La decisione di Alessandro Pansa
Tortosa sarà sospeso, l'annuncio del capo della polizia che promette: "Mai più un’altra Diaz"
Il prefetto annuncia provvedimenti a carico dell'agente che su facebook scrisse "nella Diaz rientrerei mille volte" e di un dirigente della Squadra Mobile cagliaritana che mise un 'like'. Tortosa si difende e promette azioni legali

Il capo della polizia Alessandro Pansa non ci sta, non ci sta a far passare gli uomini e le donne che comanda alla stregua di una squadraccia fascista. "Errori e inadeguatezze dei singoli sono purtroppo sempre possibili", dice annunciando che "questa mattina Tortosa verrà sospeso dal servizio".
Una decisione per alcuni versi attesa che raccoglie il plauso del ministro dell'Interno Angelino Alfano che affida a twitter il suo commento: "Tortosa sospeso dal servizio. Bene decisione #Polizia. Abbiamo fatto il giusto e lo abbiamo fatto presto". Ed una decisione contro cui Tortosa si ribella annunciando azioni legali: "Sono una vittima sacrificale, l'unica cosa che potrebbero contestarmi è il nocumento all'immagine della Polizia, ma la pena massima prevista è ben lontana dal'essere la sospensione, mi tutelerò nelle sedi legali".
Oltre a Tortosa, Pansa ha disposto questa mattina il provvedimento per sollevare dall'incarico anche il dirigente del Reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato che aveva messo un 'like' al post al centro delle polemiche. Adornato dovrebbe essere trasferito all'ufficio indagini a Roma.
Ma al di là degli errori dei singoli, Pansa rivendica la bontà e le qualità della Polizia italiana che "è un organismo sano, formato da donne e uomini che hanno collocato il rispetto della democrazia e delle leggi in cima alla lista dei valori in nome dei quali ogni giorno mettono in gioco la loro intelligenza e la loro incolumità".
La reazione di Pansa, reificata attraverso una lettera affidata al quotidiano Repubblica, arriva dopo la sentenza della corte di Strasburgo e, soprattutto, dopo le polemiche nate dal post apparso su facebook a firma di un poliziotto che partecipò all'irruzione nella scuola Diaz (irruzione che per Strasburgo fu tortura) e che sul social network ha scritto "lo rifarei mille volte".
"Voglio cogliere quest’occasione - scrive il prefetto Pansa - per affermare con forza che cosa è davvero la Polizia di Stato, non prima di aver premesso che vestire la nostra divisa, non mi stancherò mai di ribadirlo, non è solo una scelta professionale: è molto di più, si tratta di condividere una missione al servizio della comunità nazionale. Proprio per questo non ho mai accettato la logica in base alla quale la grave colpa consistente nell’uso sconsiderato della violenza può essere attenuata — o addirittura scusata — a causa delle pesanti provocazioni che pure ogni giorno riceviamo. Noi siamo diversi dagli altri: noi dobbiamo sapere tenere i nervi a posto e fare il nostro lavoro con la massima responsabilità in ogni circostanza, soprattutto in quelle più difficili".
"Senza voler togliere nulla alla gravità delle ispirazioni che hanno animato comportamenti e dichiarazioni apparse sui social network - continua il capo della polizia -, mi indigna il fatto che si immagini che la Polizia di Stato sia attraversata da una sottocultura di violenza e di omertà. Errori e inadeguatezze dei singoli sono purtroppo sempre possibili perché gli uomini sono fallibili e perché si opera in condizioni difficili a volte eccezionali. È nostro compito evitarli e reprimerli con immediatezza - promette -. Ma a distanza di 14 anni trovo ingiusto che ogni singolo episodio venga ricondotto alla vicenda della Diaz, già oggetto di pesanti condanne da parte della magistratura, dell’opinione pubblica e dei vertici stessi della Polizia di Stato".
"Stiano pertanto certi tutti gli italiani che non ci sarà mai più un’altra Diaz. Non potrà più esserci. Io me ne faccio garante, non solo perché la Polizia è cambiata, ma perché lo devo ai miei stessi poliziotti che mi manifestano la loro aspirazione a che vengano adeguatamente riconosciuti e rappresentati i valori dell’onore, della lealtà e della fedeltà alle leggi ed alla costituzione ai quali quotidianamente ispirano il loro delicato lavoro".
Una decisione per alcuni versi attesa che raccoglie il plauso del ministro dell'Interno Angelino Alfano che affida a twitter il suo commento: "Tortosa sospeso dal servizio. Bene decisione #Polizia. Abbiamo fatto il giusto e lo abbiamo fatto presto". Ed una decisione contro cui Tortosa si ribella annunciando azioni legali: "Sono una vittima sacrificale, l'unica cosa che potrebbero contestarmi è il nocumento all'immagine della Polizia, ma la pena massima prevista è ben lontana dal'essere la sospensione, mi tutelerò nelle sedi legali".
Oltre a Tortosa, Pansa ha disposto questa mattina il provvedimento per sollevare dall'incarico anche il dirigente del Reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato che aveva messo un 'like' al post al centro delle polemiche. Adornato dovrebbe essere trasferito all'ufficio indagini a Roma.
Ma al di là degli errori dei singoli, Pansa rivendica la bontà e le qualità della Polizia italiana che "è un organismo sano, formato da donne e uomini che hanno collocato il rispetto della democrazia e delle leggi in cima alla lista dei valori in nome dei quali ogni giorno mettono in gioco la loro intelligenza e la loro incolumità".
La reazione di Pansa, reificata attraverso una lettera affidata al quotidiano Repubblica, arriva dopo la sentenza della corte di Strasburgo e, soprattutto, dopo le polemiche nate dal post apparso su facebook a firma di un poliziotto che partecipò all'irruzione nella scuola Diaz (irruzione che per Strasburgo fu tortura) e che sul social network ha scritto "lo rifarei mille volte".
"Voglio cogliere quest’occasione - scrive il prefetto Pansa - per affermare con forza che cosa è davvero la Polizia di Stato, non prima di aver premesso che vestire la nostra divisa, non mi stancherò mai di ribadirlo, non è solo una scelta professionale: è molto di più, si tratta di condividere una missione al servizio della comunità nazionale. Proprio per questo non ho mai accettato la logica in base alla quale la grave colpa consistente nell’uso sconsiderato della violenza può essere attenuata — o addirittura scusata — a causa delle pesanti provocazioni che pure ogni giorno riceviamo. Noi siamo diversi dagli altri: noi dobbiamo sapere tenere i nervi a posto e fare il nostro lavoro con la massima responsabilità in ogni circostanza, soprattutto in quelle più difficili".
"Senza voler togliere nulla alla gravità delle ispirazioni che hanno animato comportamenti e dichiarazioni apparse sui social network - continua il capo della polizia -, mi indigna il fatto che si immagini che la Polizia di Stato sia attraversata da una sottocultura di violenza e di omertà. Errori e inadeguatezze dei singoli sono purtroppo sempre possibili perché gli uomini sono fallibili e perché si opera in condizioni difficili a volte eccezionali. È nostro compito evitarli e reprimerli con immediatezza - promette -. Ma a distanza di 14 anni trovo ingiusto che ogni singolo episodio venga ricondotto alla vicenda della Diaz, già oggetto di pesanti condanne da parte della magistratura, dell’opinione pubblica e dei vertici stessi della Polizia di Stato".
"Stiano pertanto certi tutti gli italiani che non ci sarà mai più un’altra Diaz. Non potrà più esserci. Io me ne faccio garante, non solo perché la Polizia è cambiata, ma perché lo devo ai miei stessi poliziotti che mi manifestano la loro aspirazione a che vengano adeguatamente riconosciuti e rappresentati i valori dell’onore, della lealtà e della fedeltà alle leggi ed alla costituzione ai quali quotidianamente ispirano il loro delicato lavoro".