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MONDO

La morte di Attanasio e Iacovacci

Indagini sull'agguato in Congo: il carabiniere non ha sparato

All'interno del fuoristrada ritrovata pistola d'ordinanza e un tablet che sarà ora analizzato. L'italiano sopravvissuto: "Salvo perché zoppicavo"

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Non è stato esploso alcun colpo dalla pistola di ordinanza del carabiniere Vittorio Iacovacci.

È quanto emerge - riferisce l'Ansa - dalle indagini dei carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura di Roma, sulla morte del militare dell'Arma e dell'ambasciatore Luca Attanasio uccisi in Congo il 22 febbraio scorso.

L'arma è stata rinvenuta nel fuoristrada su cui si trovavano i due connazionali dagli inquirenti congolesi e consegnata agli investigatori italiani. Nella pistola erano presenti tutti i proiettili segno che l'arma non è stata utilizzata.

All'interno del fuoristrada è stato trovato anche un tablet, che potrebbe fornire elementi preziosi alle indagini. Il device è stato acquisito dai carabinieri del Ros giunti a Kinshasa nei giorni scorsi e rientrati mercoledì sera con le salme. Il tablet verrà adesso analizzato nella speranza di trovare elementi utili, soprattutto per quanto riguarda il piano di viaggio e l'organizzazione degli spostamenti.

L'italiano sopravvissuto: "Salvo perché zoppicavo"
"All'inizio hanno chiesto i telefonini e i soldi e tutto quello che potevano rubare, e successivamente hanno obbligato tutti a scendere dai due veicoli e a seguirli verso l'interno": è la testimonianza, raccolta e riportata a AGI/InfoAfrica dal missionario padre Sebastiano Amato, del vicedirettore del Pam, Rocco Leone, sopravvissuto all'agguato di lunedì scorso in cui hanno perso la vita l'ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo.

"La camminata - ha spiegato Amato - è durata una quindicina di minuti. Leone era più lento degli altri, aveva un passo zoppicante, ed è rimasto indietro rispetto al resto del gruppo. Così, a un certo punto, si è ritrovato isolato ed è potuto scappare. E' tornato indietro, riuscendo a chiamare i soccorsi".

La tragica imboscata è avvenuta a una ventina di chilometri da Goma, verso nord, al punto noto come delle "tre antenne", a Kibumba. Il missionario saveriano, da oltre 40 anni in Congo, ha ascoltato il racconto del sopravvissuto Rocco Leone, vice direttore del Pam, quando lo ha incontrato con una delegazione di nove persone, sei preti e tre suore, partita martedi' da Bukavu, capoluogo del Sud-Kivu, verso Goma, capoluogo del Nord-Kivu, per rendere omaggio alle vittime prima che le salme dei due italiani partissero per Roma.

Draghi riceve a Palazzo Chigi l'inviato speciale del presidente del Congo
Il Presidente del Consiglio ha incontrato questa mattina a Palazzo Chigi l'inviato speciale del Presidente della Repubblica Democratica del Congo, Patrick Luabeya, accompagnato dall'Ambasciatore in Italia Fidele Sambassi Khakessa.  Al centro del colloquio la tragica scomparsa di Attanasio e di Iacovacci.

A Roma i funerali di Stato
Si sono svolti, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, i funerali di Stato per l'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci uccisi in Congo. I due feretri, avvolti nel tricolore sono usciti dalla chiesa trasportati dai carabinieri del 13° reggimento, quello di Iacovacci.

Hanno partecipato alle esequie il premier Mario Draghi, i ministri Lorenzo Guerini, Luigi di Maio, Luciana Lamorgese, Giancarlo Giorgetti e i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, oltre alle famiglie degli scomparsi.

"C'è angoscia per i troppi uomini invaghiti dal denaro, che tramano la morte del fratello", e "angoscia" perché la giustizia è "disattesa", ha detto nella sua omelia il vicario del Papa Angelo De Donatis.