Coronavirus
La pandemia in Europa
Coronavirus, record di decessi in Francia. In Spagna 18mila morti, oltre mille le vittime in Svezia
Oltre 15mila le vittime in Francia. Stoccolma non ha imposto misure di distanziamento sociale. In Gran Bretagna oltre 11mila morti. In Germania rallentamento ma è troppo presto per allentare misure di contenimento

L'Europa ancora nella morsa del virus. Non solo Italia e Spagna, anche la Francia registra ancora dati poco rassicuranti.
Oggi nuovo record di morti in un solo giorno con 762 decessi nelle ultime 24 ore. Sale così a 15.729 il bilancio delle vittime dal 1 marzo ad oggi per l'epidemia di Coronavirus, di cui 10.129 negli ospedali e 5.600 nelle case di riposo. Per il sesto giorno consecutivo il saldo fra i nuovi pazienti in rianimazione e quelli usciti dal reparto fa registrare un calo complessivo di 91 unità. Attualmente i ricoverati in rianimazione sono 6.730.
Nella cifra fornite oggi di 762morti, quello che appare come il peggior bilancio in 24 ore mai registrato in Francia, sono compresi i dati che affluiscono giorno dopo giorno dalle case di riposo. Il direttore generale della Sanità, Jerome Salomon, ha ripetuto che i numeri relativi ai morti negli ospizi affluiscono giorno dopo giorno e non riguardano necessariamente i decessi delle ultime 24 ore ma quelli complessivi dall'inizio dell'epidemia.
Oltre 18mila morti in Spagna
Lieve aumento del numero di decessi in Spagna, altri 567 nelle ultime 24 ore, che portano il totale a 18.056. Il numero di contagi continua la tendenza al calo, con 3.045 nuovi casi, la cifra più bassa dal 20 marzo, per un totale di 172.541. Altre 2.777 persone sono guarite, +4,3%, portando il totale a 67.504.
La Svezia supera i 1.000 morti
In Svezia, dove finora non sono state introdotte misure di contenimento, 1.033 persone, di cui 594 uomini e 439 donne, sono morte dopo essersi ammalate di coronavirus, secondo i dati dell'Autorità di sanità pubblica. Lo riferisce il Dagens Nyheter. Il numero di malati nel Paese "non è chiaro" ma 10.948 sono risultati positivi. 915 pazienti hanno avuto bisogno di cure intensive. Aspre critiche all'inazione svedese giungono soprattutto dai vicini scandinavi, Danimarca e Norvegia, che proprio grazie ad un periodo di chiusura forzata sembrano aver arrestato la curva dell'epidemia e che ora temono un "ritorno di fiamma" importato dal confinante "lassista".
Prudenza in Germania
"Vediamo un rallentamento, ma non possiamo ancora parlare di un contenimento" del coronavirus in Germania. Lo ha affermato Lothar Wieler, il presidente del Robert Koch Institut (il maggiore centro epidemiologico del Paese), a Berlino. Nondimeno, nonostante "alcune tendenze positive" nello sviluppo dell'epidemia, "è necessario continuare a mantenere le regole di distanziamento e igieniche decise". Per quello che riguarda la tenuta del sistema sanitario tedesco, la valutazione di Wieler è che il numero attuale dei posti in terapia intensiva e degli apparecchi di respirazione basta per affrontare la crisi: "Alla luce della dinamica presente non pronostichiamo strettoie", ha spiegato il capo del Koch Institut.
Ad una domanda su possibili allentamenti che potrebbero essere decisi domani nel vertice tra governo federale e i Laender, presieduto da Angela Merkel, Wieler non ha voluto fare pronostici: "Non sono in grado di dire cosa sarà deciso domani". Per quanto riguarda la possibilità di una riapertura a breve delle scuole, il presidente dell'Rki da' "una valutazione lievemente diversa" di quella del rapporto dell'Accademia delle scienze della Leopoldina pubblicata ieri: a detta del Koch Institut, "la cosa più sensata dal punto di vista epidemiologico" sarebbe quella di riprendere per prime le lezioni degli studenti piu' grandi, "dato che ci si puo' aspettare che siano quelli maggiormente in grado di rispettare le regole di distanziamento". Stando ai dati diffusi questa mattina dal Koch Institut, in Germania attualmente ci sono 125.098 casi di contagio, un aumento di 2082 rispetto a ieri. La Johns Hopkins University, invece, conta 130.072 infezioni complessive e 3194 decessi. Quasi identico il conteggio della Zeit online, che incrocia i dati dell'Rki con quelli dell'ateneo americano e le segnalazioni che via via arrivano dalle fonti sanitarie locali: 130.162 contagi e 3246 vittime.
Altri 778 morti in Gb, in totale oltre 12.000
Torna a salire a 778, contro i 717 di ieri, e seppure in calo rispetto ai record di 911 e 980 di fine settimana scorsa, l'incremento del numero di morti da coronavirus registrati negli ospedali del Regno Unito nelle ultime 24 ore. Lo certificano i dati diffusi oggi del dicastero della Sanità, portando il totale dei decessi censiti nel Paese a 12.107, cui vanno aggiunte alcune centinaia di morti extraospedaliere sullo sfondo d'un allarme sempre più forte in particolare per la situazione in molte case di riposo. I contagi diagnosticati superano intanto 93.800, con una curva di crescita stabilizzata attorno a 5.000 casi giornalieri in più.
In Svizzera 254 casi in 24 ore
Sono saliti a 25.834 - 254 in più rispetto a 24 ore fa - i casi di coronavirus confermati in Svizzera e nel Liechtenstein. I decessi sono 900, per lo più uomini (543), persone di età compresa tra i 31 e i 101 anni con un'età media di 84 anni. Lo ha reso noto l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). La Svizzera ha una delle incidenze più alte in Europa con 301 casi ogni 100.000 abitanti.
Il numero dei test eseguiti finora ammonta complessivamente a circa 199.000, con il 15% dei controlli risultati positivi. Le persone ricoverate sono in totale 2.974 (la fascia di età va da 0 a 101 anni, per un'età media di 71 anni) e nel 61% dei casi si tratta di uomini. Tutti i Cantoni e il Liechtenstein registrano casi. In Ticino nell'ultimo giorno si sono registrati 12 nuovi casi e sette decessi, per un totale di 2.912 persone positive alla Covid-19 e 258 morti. Rispetto al numero di abitanti, i Cantoni più colpiti sono Ginevra (833,7 casi di coronavirus ogni 100.000 abitanti), Ticino (819), Vaud (609,8) e Basilea Città (528,3).
Altre 262 vittime in Belgio
Nelle ultime 24 ore il Belgio ha registrato 262 nuovi decessi dovuti al Covid-19, di cui 90 negli ospedali e 171 nelle case di riposo. Il totale dei deceduti sale quindi a 4.157. I ricoveri sono stati 242, mentre 161 sono state le dimissioni, per un totale di 5.536 ricoveri attivi. I nuovi contagiati sono 530 (332 nelle Fiandre, 129 in Vallonia e 62 nella regione di Bruxelles), il dato tuttavia non comprende quello delle case di riposo.
Croazia, 1.704 contagi e 31 vittime
In Croazia nelle ultime 24 ore il coronavirus ha causato sei nuove vittime, il numero giornaliero più alto nelle ultime due settimane. Lo ha riferito l'Unità di crisi della Protezione civile. I deceduti avevano tra i sessanta e i novant'anni d'età, e tutti soffrivano di altre gravi malattie croniche. La crescita dei nuovi casi positivi al Covid-19 rimane contenuta e lineare, con 54 nuovi contagiati da ieri, con il totale cha ha raggiunto 1.704, inclusi i circa 400 guariti. La maggior parte dei contagiati, poco più di novecento, sono in convalescenza a casa, in quarantena domiciliare, mentre circa 300 sono ricoverati negli ospedali. I casi critici, che necessitano di respirazione artificiale, sono 34.
Il ministro della Sanità, Vili Beros, ha detto che dalla settimana prossima si inizierà a valutare se, quando e quali delle misure restrittive allentare. Il Paese è in quarantena quasi totale da quattro settimane. È permesso uscire in gruppi di massimo cinque persone che devono tenere la distanza di un metro. Sono chiuse tutte le attività non essenziali ed è proibito lasciare il comune di residenza se non con permesso speciale per ragioni di lavoro o mediche.
Oggi nuovo record di morti in un solo giorno con 762 decessi nelle ultime 24 ore. Sale così a 15.729 il bilancio delle vittime dal 1 marzo ad oggi per l'epidemia di Coronavirus, di cui 10.129 negli ospedali e 5.600 nelle case di riposo. Per il sesto giorno consecutivo il saldo fra i nuovi pazienti in rianimazione e quelli usciti dal reparto fa registrare un calo complessivo di 91 unità. Attualmente i ricoverati in rianimazione sono 6.730.
Nella cifra fornite oggi di 762morti, quello che appare come il peggior bilancio in 24 ore mai registrato in Francia, sono compresi i dati che affluiscono giorno dopo giorno dalle case di riposo. Il direttore generale della Sanità, Jerome Salomon, ha ripetuto che i numeri relativi ai morti negli ospizi affluiscono giorno dopo giorno e non riguardano necessariamente i decessi delle ultime 24 ore ma quelli complessivi dall'inizio dell'epidemia.
Oltre 18mila morti in Spagna
Lieve aumento del numero di decessi in Spagna, altri 567 nelle ultime 24 ore, che portano il totale a 18.056. Il numero di contagi continua la tendenza al calo, con 3.045 nuovi casi, la cifra più bassa dal 20 marzo, per un totale di 172.541. Altre 2.777 persone sono guarite, +4,3%, portando il totale a 67.504.
La Svezia supera i 1.000 morti
In Svezia, dove finora non sono state introdotte misure di contenimento, 1.033 persone, di cui 594 uomini e 439 donne, sono morte dopo essersi ammalate di coronavirus, secondo i dati dell'Autorità di sanità pubblica. Lo riferisce il Dagens Nyheter. Il numero di malati nel Paese "non è chiaro" ma 10.948 sono risultati positivi. 915 pazienti hanno avuto bisogno di cure intensive. Aspre critiche all'inazione svedese giungono soprattutto dai vicini scandinavi, Danimarca e Norvegia, che proprio grazie ad un periodo di chiusura forzata sembrano aver arrestato la curva dell'epidemia e che ora temono un "ritorno di fiamma" importato dal confinante "lassista".
Prudenza in Germania
"Vediamo un rallentamento, ma non possiamo ancora parlare di un contenimento" del coronavirus in Germania. Lo ha affermato Lothar Wieler, il presidente del Robert Koch Institut (il maggiore centro epidemiologico del Paese), a Berlino. Nondimeno, nonostante "alcune tendenze positive" nello sviluppo dell'epidemia, "è necessario continuare a mantenere le regole di distanziamento e igieniche decise". Per quello che riguarda la tenuta del sistema sanitario tedesco, la valutazione di Wieler è che il numero attuale dei posti in terapia intensiva e degli apparecchi di respirazione basta per affrontare la crisi: "Alla luce della dinamica presente non pronostichiamo strettoie", ha spiegato il capo del Koch Institut.
Ad una domanda su possibili allentamenti che potrebbero essere decisi domani nel vertice tra governo federale e i Laender, presieduto da Angela Merkel, Wieler non ha voluto fare pronostici: "Non sono in grado di dire cosa sarà deciso domani". Per quanto riguarda la possibilità di una riapertura a breve delle scuole, il presidente dell'Rki da' "una valutazione lievemente diversa" di quella del rapporto dell'Accademia delle scienze della Leopoldina pubblicata ieri: a detta del Koch Institut, "la cosa più sensata dal punto di vista epidemiologico" sarebbe quella di riprendere per prime le lezioni degli studenti piu' grandi, "dato che ci si puo' aspettare che siano quelli maggiormente in grado di rispettare le regole di distanziamento". Stando ai dati diffusi questa mattina dal Koch Institut, in Germania attualmente ci sono 125.098 casi di contagio, un aumento di 2082 rispetto a ieri. La Johns Hopkins University, invece, conta 130.072 infezioni complessive e 3194 decessi. Quasi identico il conteggio della Zeit online, che incrocia i dati dell'Rki con quelli dell'ateneo americano e le segnalazioni che via via arrivano dalle fonti sanitarie locali: 130.162 contagi e 3246 vittime.
Altri 778 morti in Gb, in totale oltre 12.000
Torna a salire a 778, contro i 717 di ieri, e seppure in calo rispetto ai record di 911 e 980 di fine settimana scorsa, l'incremento del numero di morti da coronavirus registrati negli ospedali del Regno Unito nelle ultime 24 ore. Lo certificano i dati diffusi oggi del dicastero della Sanità, portando il totale dei decessi censiti nel Paese a 12.107, cui vanno aggiunte alcune centinaia di morti extraospedaliere sullo sfondo d'un allarme sempre più forte in particolare per la situazione in molte case di riposo. I contagi diagnosticati superano intanto 93.800, con una curva di crescita stabilizzata attorno a 5.000 casi giornalieri in più.
In Svizzera 254 casi in 24 ore
Sono saliti a 25.834 - 254 in più rispetto a 24 ore fa - i casi di coronavirus confermati in Svizzera e nel Liechtenstein. I decessi sono 900, per lo più uomini (543), persone di età compresa tra i 31 e i 101 anni con un'età media di 84 anni. Lo ha reso noto l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). La Svizzera ha una delle incidenze più alte in Europa con 301 casi ogni 100.000 abitanti.
Il numero dei test eseguiti finora ammonta complessivamente a circa 199.000, con il 15% dei controlli risultati positivi. Le persone ricoverate sono in totale 2.974 (la fascia di età va da 0 a 101 anni, per un'età media di 71 anni) e nel 61% dei casi si tratta di uomini. Tutti i Cantoni e il Liechtenstein registrano casi. In Ticino nell'ultimo giorno si sono registrati 12 nuovi casi e sette decessi, per un totale di 2.912 persone positive alla Covid-19 e 258 morti. Rispetto al numero di abitanti, i Cantoni più colpiti sono Ginevra (833,7 casi di coronavirus ogni 100.000 abitanti), Ticino (819), Vaud (609,8) e Basilea Città (528,3).
Altre 262 vittime in Belgio
Nelle ultime 24 ore il Belgio ha registrato 262 nuovi decessi dovuti al Covid-19, di cui 90 negli ospedali e 171 nelle case di riposo. Il totale dei deceduti sale quindi a 4.157. I ricoveri sono stati 242, mentre 161 sono state le dimissioni, per un totale di 5.536 ricoveri attivi. I nuovi contagiati sono 530 (332 nelle Fiandre, 129 in Vallonia e 62 nella regione di Bruxelles), il dato tuttavia non comprende quello delle case di riposo.
Croazia, 1.704 contagi e 31 vittime
In Croazia nelle ultime 24 ore il coronavirus ha causato sei nuove vittime, il numero giornaliero più alto nelle ultime due settimane. Lo ha riferito l'Unità di crisi della Protezione civile. I deceduti avevano tra i sessanta e i novant'anni d'età, e tutti soffrivano di altre gravi malattie croniche. La crescita dei nuovi casi positivi al Covid-19 rimane contenuta e lineare, con 54 nuovi contagiati da ieri, con il totale cha ha raggiunto 1.704, inclusi i circa 400 guariti. La maggior parte dei contagiati, poco più di novecento, sono in convalescenza a casa, in quarantena domiciliare, mentre circa 300 sono ricoverati negli ospedali. I casi critici, che necessitano di respirazione artificiale, sono 34.
Il ministro della Sanità, Vili Beros, ha detto che dalla settimana prossima si inizierà a valutare se, quando e quali delle misure restrittive allentare. Il Paese è in quarantena quasi totale da quattro settimane. È permesso uscire in gruppi di massimo cinque persone che devono tenere la distanza di un metro. Sono chiuse tutte le attività non essenziali ed è proibito lasciare il comune di residenza se non con permesso speciale per ragioni di lavoro o mediche.