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La storia di Henri Delaunay, l'uomo che inventò gli Europei
Il suo nome è legato alla nascita dell'Uefa, di cui fu il primo segretario generale, e a quella degli Europei, pensati alla fine degli anni '20 e divenuti realtà nel 1960, cinque anni dopo la sua morte

Nel 1994 la Francia emette una moneta commemorativa per festeggiare i 75 anni di vita della sua federazione di calcio. In una delle facce di questa moneta ci sono due volti, quelli dei due fondatori che cambiarono per sempre la storia del pallone, non solo in patria. Uno è messo di profilo con il disegno che ne esalta il naso, piuttosto generoso, e i baffetti, curatissimi, che vi spuntano appena sotto. Appartiene a Jules Rimet, classe 1873, presidente della Fifa per 33 anni, passato alla storia come "inventore" dei Mondiali di Calcio. Il suo nome, così musicale e poetico, è ben noto negli ambienti del pallone tanto che, fino al 1970, il suo nome sarà anche quello della Coppa alzata alla fine di ogni edizione. La Coppa Rimet, per l'appunto.
L'altro viso, raffigurato stavolta in posizione diritta, è quello di Henri Delaunay. Dieci anni più giovane di Rimet, suo amico, Delaunay ha occhi tondi, capelli più radi e baffi più ampi che scorrono lungo tutto il labbro superiore e a volte si arricciano all'insù. Il suo nome è legato alla nascita dell'Uefa, di cui fu il primo segretario generale, e a quella dei campionati europei di calcio, pensati alla fine degli anni '20 e divenuti realtà nel 1960, cinque anni dopo la sua morte.
Anche Delaunay, seppur con meno fortuna dell'amico, ha avuto l'onore di dare un nome a una Coppa, quella che la squadra più forte del vecchio continente solleva ogni quattro anni dopo aver sbaragliato tutti gli avversari. La coppa degli Europei di calcio. La coppa Delaunay. Il piccolo Henri nasce all'interno di una famiglia borghese, appassionata di sport e molto attratta dalle novità portate da quegli anni di grandi trasformazioni a cavallo tra due secoli. In un'intervista confesserà di aver amato il calcio fin dal primo passaggio fatto all'età di 12 anni. I calciatori "erano persone chiassose che giocavano e si spingevano, gridando sempre".
A poco meno di 20 anni, nel 1902, assiste alla finale della FA Cup tra Sheffield United e Southampton, in Inghilterra, in mezzo a 100 mila spettatori entusiasti. Ne rimane ammaliato. Così, per un breve periodo, prova a fare il calciatore. Ma non gli basta. E' un uomo d'ordine, riflessivo, con un paio di occhiali tondi che lo descrivono più di mille parole. Il passaggio ad arbitro, per lui, è una conseguenza quasi naturale. La sua carriera s'interrompe definitivamente quando una pallonata gli rompe due denti e gli fa quasi ingoiare il fischietto. Chiude con i campi da gioco, ma non con il calcio che è già diventato più importante di qualunque altra cosa. Il salto successivo è dietro la scrivania. Memore dei ricordi della FA Cup inglese crea, in Francia, nel 1917, la Coppa Charles Simon e due anni dopo, il 7 aprile del 1919 dà vita, insieme a Rimet, alla Federazione calcistica francese.
L'idea che più lo stuzzica, però, è quella di realizzare qualcosa che sorpassi i confini di una singola nazione per assumere contorni più internazionali. Il successo del calcio alle Olimpiadi è indiscutibile. A metà degli anni '20 diventa membro della Fifa e inizia a promuovere le sue idee che sfoceranno, in primis, nel primo Mondiale di calcio, in Uruguay, nel 1930. Se il merito politico, e la faccia, fu soprattutto quella di Rimet, gran parte del merito organizzativo-sportivo fu di Delaunay. Dopo aver sondato le varie federazioni, nel febbraio del 1927, a Zurigo, viene convocato un comitato per discutere della fattibilità della proposta. Oltre a Delaunay, vi prendono parte i rappresentanti di Germania, Austria, Svizzera e Italia, con la figura di Lando Ferretti, allora presidente del Coni. E' in quel momento, e in altri incontri successivi, che verranno messe le basi per la creazione della Coppa del Mondo con cadenza quadriennale. In quegli anni, Delauney delinea un'altra visione: la creazione di un campionato dedicato alle squadre del vecchio continente.
L'idea era quella di una manifestazione che potesse opporsi alla 'Copa América' (inaugurata nel 1916 da Argentina, Brasile, Cile e Uruguay), che già aveva dato una forte identità alle squadre sudamericane da quasi tre lustri, e superare la formula balbettante della Coppa Europa a cui partecipavano solo un numero ristretto di Paesi. Un torneo che però si rivelerà molto più complicato da organizzare, tra tensioni già presenti e fratture ben profonde, tra governi e Paesi. Neanche la Fifa apprezza la sua intuizione: la paura è che possa proprio gettare un'ombra sui mondiali, appena nati e ancora piuttosto fragili. Così gli "Europei" sono rimandati di anno in anno, fino al 1960. Per vederli nascere sarà necessario prima assistere alla creazione dell'Uefa, avvenuta nel 1954, un anno prima della morte di Delaunay che riesce, in extremis, a diventarne il primo segretario. Il suo lavoro, per fortuna, verrà continuato dal figlio, Pierre, che si batterà negli anni successivi per realizzare il sogno paterno. Henri Delaunay non vedrà mai quella prima edizione, vinta dall'Urss contro la Jugoslavia, e con la Francia solo quarta, ma il suo volto, e il suo nome, sono ancora lì, incisi su una coppa e, da qualche anno, anche su una moneta.
L'altro viso, raffigurato stavolta in posizione diritta, è quello di Henri Delaunay. Dieci anni più giovane di Rimet, suo amico, Delaunay ha occhi tondi, capelli più radi e baffi più ampi che scorrono lungo tutto il labbro superiore e a volte si arricciano all'insù. Il suo nome è legato alla nascita dell'Uefa, di cui fu il primo segretario generale, e a quella dei campionati europei di calcio, pensati alla fine degli anni '20 e divenuti realtà nel 1960, cinque anni dopo la sua morte.
Anche Delaunay, seppur con meno fortuna dell'amico, ha avuto l'onore di dare un nome a una Coppa, quella che la squadra più forte del vecchio continente solleva ogni quattro anni dopo aver sbaragliato tutti gli avversari. La coppa degli Europei di calcio. La coppa Delaunay. Il piccolo Henri nasce all'interno di una famiglia borghese, appassionata di sport e molto attratta dalle novità portate da quegli anni di grandi trasformazioni a cavallo tra due secoli. In un'intervista confesserà di aver amato il calcio fin dal primo passaggio fatto all'età di 12 anni. I calciatori "erano persone chiassose che giocavano e si spingevano, gridando sempre".
A poco meno di 20 anni, nel 1902, assiste alla finale della FA Cup tra Sheffield United e Southampton, in Inghilterra, in mezzo a 100 mila spettatori entusiasti. Ne rimane ammaliato. Così, per un breve periodo, prova a fare il calciatore. Ma non gli basta. E' un uomo d'ordine, riflessivo, con un paio di occhiali tondi che lo descrivono più di mille parole. Il passaggio ad arbitro, per lui, è una conseguenza quasi naturale. La sua carriera s'interrompe definitivamente quando una pallonata gli rompe due denti e gli fa quasi ingoiare il fischietto. Chiude con i campi da gioco, ma non con il calcio che è già diventato più importante di qualunque altra cosa. Il salto successivo è dietro la scrivania. Memore dei ricordi della FA Cup inglese crea, in Francia, nel 1917, la Coppa Charles Simon e due anni dopo, il 7 aprile del 1919 dà vita, insieme a Rimet, alla Federazione calcistica francese.
L'idea che più lo stuzzica, però, è quella di realizzare qualcosa che sorpassi i confini di una singola nazione per assumere contorni più internazionali. Il successo del calcio alle Olimpiadi è indiscutibile. A metà degli anni '20 diventa membro della Fifa e inizia a promuovere le sue idee che sfoceranno, in primis, nel primo Mondiale di calcio, in Uruguay, nel 1930. Se il merito politico, e la faccia, fu soprattutto quella di Rimet, gran parte del merito organizzativo-sportivo fu di Delaunay. Dopo aver sondato le varie federazioni, nel febbraio del 1927, a Zurigo, viene convocato un comitato per discutere della fattibilità della proposta. Oltre a Delaunay, vi prendono parte i rappresentanti di Germania, Austria, Svizzera e Italia, con la figura di Lando Ferretti, allora presidente del Coni. E' in quel momento, e in altri incontri successivi, che verranno messe le basi per la creazione della Coppa del Mondo con cadenza quadriennale. In quegli anni, Delauney delinea un'altra visione: la creazione di un campionato dedicato alle squadre del vecchio continente.
L'idea era quella di una manifestazione che potesse opporsi alla 'Copa América' (inaugurata nel 1916 da Argentina, Brasile, Cile e Uruguay), che già aveva dato una forte identità alle squadre sudamericane da quasi tre lustri, e superare la formula balbettante della Coppa Europa a cui partecipavano solo un numero ristretto di Paesi. Un torneo che però si rivelerà molto più complicato da organizzare, tra tensioni già presenti e fratture ben profonde, tra governi e Paesi. Neanche la Fifa apprezza la sua intuizione: la paura è che possa proprio gettare un'ombra sui mondiali, appena nati e ancora piuttosto fragili. Così gli "Europei" sono rimandati di anno in anno, fino al 1960. Per vederli nascere sarà necessario prima assistere alla creazione dell'Uefa, avvenuta nel 1954, un anno prima della morte di Delaunay che riesce, in extremis, a diventarne il primo segretario. Il suo lavoro, per fortuna, verrà continuato dal figlio, Pierre, che si batterà negli anni successivi per realizzare il sogno paterno. Henri Delaunay non vedrà mai quella prima edizione, vinta dall'Urss contro la Jugoslavia, e con la Francia solo quarta, ma il suo volto, e il suo nome, sono ancora lì, incisi su una coppa e, da qualche anno, anche su una moneta.