Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-d98d36a8-4d2d-46fa-8191-d3f4b4444b34.html | rainews/live/ | true
MONDO

Balcani

Bosnia e Serbia sotto l'acqua, 50 morti per l'alluvione

Sono 17 le vittime per le inondazioni in Serbia, 27 in Bosnia. Danni per miliardi di euro. L'italia invia 300mila euro in aiuti. Il premier serbo Vucic: "Situazione catastrofica"

Condividi
Maglaj, Bosnia (AP Photo/Amel Emric)
Almeno cinquanta vittime, se non di più. La Serbia e la Bosnia Erzegovina fanno i conti con una delle più violente alluvioni degli ultimi anni, piogge che hanno portato a una "situazione catastrofica", come l'ha definita il premier serbo Aleksandar Vucic. 

Attesa la piena del Seva
A Obrenovac, in Serbia, i soccorritori hanno recuperato altri 12 corpi: sono così 17 le vittime. In Bosnia-Erzegovina i morti per le inondazioni sono finora 27. Anche in Croazia è stato registrato un morto. Numeri che potrebbero salire, con il recedere delle acque in molte aree e il possibile ritrovamento di altri corpi. In Serbia l'allerta rimane alta ed entro domenica è attesa l'ondata di piena del fiume Sava: le autorità hanno rinforzato gli argini con migliaia di sacchetti di sabbia. Le acque del fiume minacciano migliaia di abitazioni, fabbriche e centrali elettriche. 

Miliardi di euro di danni
Le autorità hanno annunciato per mercoledì una stima iniziale dei danni, che i media locali valutano in miliardi di euro. L'Italia ha aderito all'appello delle autorità di Serbia e Bosnia e ha deciso l'invio di 300mila euro di aiuti umanitari. "Alle famiglie delle vittime va il mio pensiero più affettuoso", ha detto il ministro degli Esteri Mogherini, "porteremo la nostra solidarietà concreta alle popolazioni colpite".

L'aiuto italiano
I fondi della cooperazione italiana, 200mila euro per la Serbia e 100mila per la Bosnia, saranno trasferiti con un finanziamento messo a disposizione delle organizzazioni delle Croce Rossa dei due Paesi. Per la Serbia, la Farnesina ha messo a disposizione dei soccorritori anche quattro barche per le operazioni di recupero. Verranno spedite dal Centro Logistico dell'Onu di Brindisi e fanno parte di una più ampia spedizione umanitaria internazionale con generatori elettrici e altre attrezzature.