ECONOMIA
88 mld a imprese? Ma chi li ha visti
Recovery fund, Bonomi: "Ne abbiamo bisogno, ma servono riforme. Ricostruire Paese creando fiducia"
"Gli oltre 200 miliardi non ce li danno perchè siamo bravi, ma perchè andiamo peggio degli altri su alcuni parametri. Il reddito pro capite dell'Italia è tornato a quello di 26 anni fa. Siamo un Paese in crisi e se abbiamo una Pubblica Amministrazione nella quale non abbiamo fiducia è un grosso problema", ha spiegato il Presidente di Confindustria

"Noi in questo momento dobbiamo ricostruire il Paese. Siamo in un'economia di guerra e questa è la nostra ambizione, la nostra fiducia, la nostra tenacia". E' il messaggio che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, parlando dal palco del convegno dei Giovani della Confederazione ('Futuri2020'), ha voluto lanciare. Con un importante corollario: "Per fare questo dobbiamo vincere e ricreare una cosa: la fiducia. Fiducia su quattro cose. Il tema Covid, innanzitutto, dove vediamo che purtroppo abbiamo paura del nostro vicino e dei suoi comportamenti. Non c'è fiducia tra Governo e imprese, tra imprese e sindacati".
Secondo Bonomi gli altri fronti sui quali ricostruire la fiducia sono l'Europa, la globalizzazione e le istituzioni e la Pubblica Amministrazione. Il presidente degli industriali italiani, tornando alla pandemia di Covid, ha premesso che "nessuno di noi era preparato" a tale evento. Ma ha poi sottolineato che "dall'emergenza bisognava pensare al futuro. E oggi purtroppo noi siamo ancora in emergenza. Tutti noi sapevamo di una possibile seconda ondata. Ma cosa è stato fatto nel frattempo? Sulla spesa sanitaria sono stati stanziati 6 miliardi, ma due terzi di quelle risorse non sono state utilizzate: al ministro Speranza sono stati presentati i progetti solo da 5 regioni".
Recovery fund: "Ne abbiamo bisogno, ma servono anche riforme"
"Abbiamo bisogno dei soldi del Recovery Fund, ma abbiamo anche bisogno di riforme; non si possono sentire sindaci che chiedono deroghe perchè significa che la legge che c'è non funziona. Abbiamo una responsabilità storica perché saranno i nostri figli a pagare questi debiti", ha aggiunto Bonomi.
"Gli oltre 200 miliardi non ce li danno perché siamo bravi, ma perché andiamo peggio degli altri su alcuni parametri. Il reddito pro capite dell'Italia è tornato a quello di 26 anni fa. Siamo un Paese in crisi e se abbiamo un Pubblica Amministrazione nella quale non abbiamo fiducia è un grosso problema - ha proseguito - Noi siamo abituati a guardare al futuro, Next Generation Ue funziona oggi. Stiamo costruendo una dimensione europea importante, ma dobbiamo anche coltivarla", ha concluso Bonomi.
"Avevamo ragione su Rdc e quota 100"
"Tutti dicono che Confindustria non ha ragione, poi, però… ha ragione" - dice ancora Bonomi - "Quando diciamo che Quota 100 e Reddito di cittadinanza non funzionano, che è stato un errore abbandonare Industria 4.0, prima ci criticano poi dopo mesi si torna a pensare che abbiamo ragione", aggiunge. "Sentiamo chi amministra la cosa pubblica lamentarsi dei problemi, noi sono due o tre generazioni che lo denunciamo e nulla è cambiato in Italia", aggiunge.
Rdc non funziona, soluzione non è assumere navigator
Poi - rivolto al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo - sottolinea: "Ho sentito la ministra dire che devono assumere 11.600 navigator e mi è venuto un brivido. Perché la soluzione non credo passi dall’assunzione di altri 11.600 navigator. Le politiche attive del lavoro non si fanno con il reddito di cittadinanza, né con l’assunzione dei navigator".
Blocco licenziamenti è blocco assunzioni
"Capisco che sul blocco dei licenziamenti, che secondo me è il blocco delle assunzioni, oggi il governo sia in difficoltà, ma bisogna uscire da certe logiche", dunque "confrontiamoci" prosegue il presidente di Confindustria.
Bonomi invita ancora il Governo: "Usciamo da queste logiche politiche perchè anche il Sure non è come annunciato un intervento sulla cassa integrazione ma sulle politiche attive e quei soldi stanziati dalla Ue sono andati invece a finanziare la Cig per il blocco dei licenziamenti". Un blocco, ribadisce, "che era giusto quando si era in emergenza ma ora dobbiamo guardare al futuro, questo è il nostro difetto, guardiamo al futuro", conclude.
Dicevano imprese untori ma ogni nessuno chiede scusa
"Mi ricordo la polemica dei mesi scorsi: le imprese saranno i luoghi dove si saranno i grandi contagi. Ora i dati dell'Istat dicono che i luoghi di lavoro sono perfettamente in linea con i dati dei contagi. Anzi, sono diventati i luoghi più sicuri. Da quelli che ci accusavano di essere degli untori, però, non ho sentito scuse. Ma è così difficile farlo in Italia?" ha detto ancora Bonomi.
"88 miliardi a imprese? E chi li ha visti"
"Ho sentito dire: voi imprese avete preso 88 mld. Ho detto 'madonna 88 mld? Ma io non li ho visti" prosegue."Forse mi sono distratto a fare il presidente di Confindustria e sono andato a vedere il conteggio", dice. E aggiunge elencando: "Negli 88 mld ci sono le garanzie, ma quelli sono prestiti e i prestiti le imprese li ripagano. Non sono come la P.a che non paga i suoi debiti".
"Diventano un costo per lo Stato solo se l'impresa fallisce. Poi ci hanno detto che c'è la Cig: ma giustamente e ci mancherebbe altro, la cig è un sostegno ai lavoratori: e quei soldi non li avete dati alle imprese, anzi abbiamo dovuto anticiparli noi, quei soldi", continua chiamando in causa anche Tridico. "Poi il presidente dell'Inps dice che siamo furbi. Siamo un po suscettibili quando ci chiamate furbetti quando poi i furbetti siete voi che non sapete gestire i vostri enti ".
Secondo Bonomi gli altri fronti sui quali ricostruire la fiducia sono l'Europa, la globalizzazione e le istituzioni e la Pubblica Amministrazione. Il presidente degli industriali italiani, tornando alla pandemia di Covid, ha premesso che "nessuno di noi era preparato" a tale evento. Ma ha poi sottolineato che "dall'emergenza bisognava pensare al futuro. E oggi purtroppo noi siamo ancora in emergenza. Tutti noi sapevamo di una possibile seconda ondata. Ma cosa è stato fatto nel frattempo? Sulla spesa sanitaria sono stati stanziati 6 miliardi, ma due terzi di quelle risorse non sono state utilizzate: al ministro Speranza sono stati presentati i progetti solo da 5 regioni".
Recovery fund: "Ne abbiamo bisogno, ma servono anche riforme"
"Abbiamo bisogno dei soldi del Recovery Fund, ma abbiamo anche bisogno di riforme; non si possono sentire sindaci che chiedono deroghe perchè significa che la legge che c'è non funziona. Abbiamo una responsabilità storica perché saranno i nostri figli a pagare questi debiti", ha aggiunto Bonomi.
"Gli oltre 200 miliardi non ce li danno perché siamo bravi, ma perché andiamo peggio degli altri su alcuni parametri. Il reddito pro capite dell'Italia è tornato a quello di 26 anni fa. Siamo un Paese in crisi e se abbiamo un Pubblica Amministrazione nella quale non abbiamo fiducia è un grosso problema - ha proseguito - Noi siamo abituati a guardare al futuro, Next Generation Ue funziona oggi. Stiamo costruendo una dimensione europea importante, ma dobbiamo anche coltivarla", ha concluso Bonomi.
"Avevamo ragione su Rdc e quota 100"
"Tutti dicono che Confindustria non ha ragione, poi, però… ha ragione" - dice ancora Bonomi - "Quando diciamo che Quota 100 e Reddito di cittadinanza non funzionano, che è stato un errore abbandonare Industria 4.0, prima ci criticano poi dopo mesi si torna a pensare che abbiamo ragione", aggiunge. "Sentiamo chi amministra la cosa pubblica lamentarsi dei problemi, noi sono due o tre generazioni che lo denunciamo e nulla è cambiato in Italia", aggiunge.
Rdc non funziona, soluzione non è assumere navigator
Poi - rivolto al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo - sottolinea: "Ho sentito la ministra dire che devono assumere 11.600 navigator e mi è venuto un brivido. Perché la soluzione non credo passi dall’assunzione di altri 11.600 navigator. Le politiche attive del lavoro non si fanno con il reddito di cittadinanza, né con l’assunzione dei navigator".
Blocco licenziamenti è blocco assunzioni
"Capisco che sul blocco dei licenziamenti, che secondo me è il blocco delle assunzioni, oggi il governo sia in difficoltà, ma bisogna uscire da certe logiche", dunque "confrontiamoci" prosegue il presidente di Confindustria.
Bonomi invita ancora il Governo: "Usciamo da queste logiche politiche perchè anche il Sure non è come annunciato un intervento sulla cassa integrazione ma sulle politiche attive e quei soldi stanziati dalla Ue sono andati invece a finanziare la Cig per il blocco dei licenziamenti". Un blocco, ribadisce, "che era giusto quando si era in emergenza ma ora dobbiamo guardare al futuro, questo è il nostro difetto, guardiamo al futuro", conclude.
Dicevano imprese untori ma ogni nessuno chiede scusa
"Mi ricordo la polemica dei mesi scorsi: le imprese saranno i luoghi dove si saranno i grandi contagi. Ora i dati dell'Istat dicono che i luoghi di lavoro sono perfettamente in linea con i dati dei contagi. Anzi, sono diventati i luoghi più sicuri. Da quelli che ci accusavano di essere degli untori, però, non ho sentito scuse. Ma è così difficile farlo in Italia?" ha detto ancora Bonomi.
"88 miliardi a imprese? E chi li ha visti"
"Ho sentito dire: voi imprese avete preso 88 mld. Ho detto 'madonna 88 mld? Ma io non li ho visti" prosegue."Forse mi sono distratto a fare il presidente di Confindustria e sono andato a vedere il conteggio", dice. E aggiunge elencando: "Negli 88 mld ci sono le garanzie, ma quelli sono prestiti e i prestiti le imprese li ripagano. Non sono come la P.a che non paga i suoi debiti".
"Diventano un costo per lo Stato solo se l'impresa fallisce. Poi ci hanno detto che c'è la Cig: ma giustamente e ci mancherebbe altro, la cig è un sostegno ai lavoratori: e quei soldi non li avete dati alle imprese, anzi abbiamo dovuto anticiparli noi, quei soldi", continua chiamando in causa anche Tridico. "Poi il presidente dell'Inps dice che siamo furbi. Siamo un po suscettibili quando ci chiamate furbetti quando poi i furbetti siete voi che non sapete gestire i vostri enti ".
#17ottobre Sono emozionato di partecipare al 35° convegno @GIConfindustria. L’Italia ha nell’#impresa uno straordinario strumento di coesione sociale. Ricostruiamo #fiducia guardando oltre emergenza, confrontiamoci per creare #futuro #Futuri2020 #IlCoraggiodelFuturo #PattoxItalia pic.twitter.com/Tq6KN9mQOh
— Carlo Bonomi (@CarloBonomi_) October 17, 2020