Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-d9d1c690-9dcb-422e-ae04-7bf03e08d812.html | rainews/live/ | true
MONDO

Lo ha detto all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa

Ucraina, il presidente Poroshenko: "Il ripristino della pace è un problema di tutta l'Europa"

Scade domani la tregua annunciata dal presidente ucraino, alla quale i ribelli hanno risposto, a loro volta, con un cessate il fuoco che, però, è stato ripetutamente violato. Putin a Merkel: "Indispensabile prolungare la tregua". Nell'est del Paese, intanto, nasce l'Unione delle Repubbliche popolari 

Condividi
Poroshenko (Ansa)
La domanda di cosa deve essere fatto per ripristinare la pace non è rivolta solo all'Ucraina ma a tutta l'Europa. Lo ha detto Petro Poroshenko, presidente ucraino, intervenendo davanti all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Oggi, ha detto, l'Europa ha un problema, "la mancanza di un vero meccanismo per mantenere la pace".
 
Poroshenko ha parlato anche della Russia: sostenga il piano di pace per l'Ucraina "con azioni, non parole, perché con queste azioni fermeremo le uccisioni di civili e militari che difendono la sovranità e l'integrità regionale dello Stato".

L'Ucraina al centro del Consiglio europeo
L'Ucraina è fra i temi al centro dei vertici dei Capi di Stato e di Governo oggi e domani, a Ypres, in Belgio, grazie soprattuto alla firma dell'Accordo di associazione con Kiev. 

Merkel: "I progressi in Ucraina non sono chiari, domani valutaremo sanzioni"
Domani "il presidente Petro Poroshenko ci riferirà della situazione in Ucraina e poi dovremo decidere come procedere", ha riferito la cancelliera tedesca Angela Merkel, parlando a margine del summit dei leader Ppe a Courtrai. I progressi, ha aggiunto, "al momento non sono così chiari come avrei auspicato, di fronte a quasi sette giorni di tregua. Discuteremo se proseguire con le sanzioni o altrimenti quali saranno i prossimi passi se ci sono progressi. Lo possiamo decidere solo domani dopo aver ascoltato il presidente Poroshenko".
 
Nell'est nasce l'Unione delle Repubbliche popolari 
E' stata ratificata oggi dalla prima seduta dei due parlamenti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, la nascita dell'Unione delle repubbliche popolari (Snr), che per ora comprende le due regioni separatiste dell'est ucraino.

Domani scade la tregua annunciata da Kiev
Nelle ultime settimane sono state uccise oltre 300 persone nell'est dell'Ucraina, dove gli insorti filorussi combattono contro le forze di Kiev. Lo scorso venerdì il governo ucraino ha annunciato un cessate il fuoco di una settimana con i ribelli. Uno dei leader dei miliziani ha risposto proclamando, a sua volta, un cessate il fuoco che, però, si è rivelato effimero.
 
Colloqui di pace tra i ribelli e le autorità di Kiev
I ribelli separatisti filo-russi dell'Ucraina orientale hanno accettato di partecipare a ulteriori colloqui di pace con le autorità di Kiev, che si terranno domani a Donetsk, lo stesso giorno in cui dovrebbe scadere il cessate-il-fuoco di una settimana proclamato il 20 giugno scorso da Poroshenko: lo ha annunciato Andreyi Purgin, primo vice premier dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, secondo cui "è stato raggiunto un accordo per una nuova tornata di consultazioni" intese a porre fine al conflitto in corso con i governativi nel bacino del Donbass e nella regione di Lugansk. I negoziati, ha precisato Purgin, si terranno alle stesse condizioni di quelli precedenti, tra cui un salvacondotto garantito a tutti i partecipanti.

Putin a Merkel: indispensabile prolungare la tregua
A causa del "peggioramento della crisi umanitaria" in Ucraina, è "indispensabile prorogare il cessate-il-fuoco" temporaneo annunciato venerdì scorso dal leader di Kiev, Petro Poroshenko, e accettato dai ribelli separatisti delle regioni orientali russofone soltanto tre giorni fa: è quanto ha sottolineato il presidente russo Vladimir Putin, come riferito dal Cremlino, nel corso di una telefonata con la cancelliera Angela Merkel, avvenuta su iniziativa di quest'ultima. Putin ha posto in particolare l'accento "sull'aumento del numero dei rifugiati ucraini in Russia". I due leader hanno inoltre esaminato la tenuta della tregua, già violata ripetutamente.
 
Senato russo revoca l’autorizzazione all’uso delle truppe
Il Consiglio della Federazione russa (il Senato) ha deciso ieri di revocare l'autorizzazione a un eventuale intervento delle forze armate di Mosca in Ucraina. La proposta - che era stata avanzata dal presidente russo Vladimir Putin -  è stata approvata all'unanimità, con 153 voti a favore e uno solo contrario.