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SPETTACOLO

Cinema e censura

​Cina: "Nomadland" scompare dal web, la regista criticò Pechino

Il film ha trionfato alla Mostra di Venezia e ai Golden Globe

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La regista Chloé Zhao
"Nomadland", il film vincitore del Leone d'Oro 2020 e dei Golden Globe 2021, sparisce da internet in Cina, dopo che sono riemerse on line critiche al Paese della regista, Chloé Zhao, cinese di nascita che vive negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi, i media cinesi avevano acclamato la regista per il trionfo ai Golden Globe, e promosso il film, previsto in uscita il 23 aprile, ma su Weibo, il social media più popolare in Cina, i contenuti relativi al film sono scomparsi, nonostante 87 milioni di visualizzazioni nei giorni scorsi.

Al centro delle critiche c'è un'intervista rilasciata da Zhao nel 2013 alla rivista "Filmmaker", durante la quale la regista descrive la Cina come "un posto dove ci sono bugie ovunque". I commenti di Zhao riemersi dal recente passato non sono piaciuti ad alcuni utenti dei social media cinesi, che la hanno accusata di avere infangato la Cina e hanno chiesto il boicottaggio del film.

Nonostante la censura, non ci sono conferme che il film sparisca dalle sale, e una locandina del film si può ancora rintracciare sul sito web di cinema Douban, ma senza una data per l'uscita in Cina. A mostrarsi comprensivo verso la regista è stato il direttore del più influente tabloid cinese, il Global Times, che difende agguerritamente la Cina dalle polemiche provenienti dall'estero. Secondo Hu Xijin, è necessario tenere in conto i contrasti e le incongruenze, come li definisce, e nonostante le dichiarazioni di Zhao - minimizza su Weibo - la regista "non è il tipo di estremista che trasforma questi pensieri in posizioni politiche e li mette in luce all'estero".