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ITALIA

San Cataldo, per la sagra dell'arancina il sindaco blocca quella alla canapa

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Alla carne, al burro, al salmone, agli spinaci e persino alla nutella. Fritte o al forno. Ma mai nessuno si era spinto finora a tanto: farcire il simbolo assoluto della gastronomia siciliana cioè sua maestà l'arancina, con la canapa indiana. E' accaduto in provincia di Caltanissetta, a San Cataldo, in occasione della terza edizione di un'apparentemente innocua quanto gustosa sagra dell'arancina, in programma l'8 e il 9 settembre.   

"Anatema!" ha però gridato il sindaco del piccolo centro Giampiero Modaffari, che cha chiesto e ottenuto che gli organizzatori ritirassero la 'blasfema' palla di riso che prometteva di dare soddisfazioni multisensoriali. "Abbiamo ricevuto - spiega al Giornale di Sicilia il presidente dell'associazione Real Dream, Francesco Lombardo, organizzatore della manifestazione - una comunicazione da parte del sindaco che ci ha intimato di non presentare l'arancina alla canapa, altrimenti l'amministrazione avrebbe ritirato il patrocinio del Comune". Così la specialità è stata ritirata dal ricco menù.

Amareggiato l'organizzatore: "Si tratta di un prodotto per il quale - giura - abbiamo ricevuto apprezzamenti da più parti e ritenevamo di essere in regola, considerata la legislazione vigente che consente la vendita al consumo di derivati a base di canapa indiana".    La questione è seria. Sta di fatto che tra gli oltre quaranta tipi di arancina, compresa quella agli spaghetti che sarebbe stata inventata proprio qui negli anni 70, non ci sarà quella contestata. Il primo cittadino è sicuro del fatto suo: "La canapa non puo' essere usata per fini alimentari. Doveva essere emanato un apposito decreto del ministero della Salute per stabilire livelli massimo di thc negli alimenti, decreto che finora non è stato emanato, rendendo la legge di fatto inapplicabile. Inoltre, secondo il Consiglio superiore della sanità, tutti i prodotti a base di canapa light e loro derivati sono potenzialmente dannosi". E questo, per il momento, chiude questa 'stupefacente' storia.