SCIENZA
Ricerca zoologica in Oceania
Il mistero dell'estinzione degli animali australiani
Fenomeno in atto da tempo, l'estinzione di molte specie animali australiane ha recentemente subito una netta accelerazione

Tutta l'Australia è colpita da un'ondata senza precedenti di estinzioni. Molte specie animali, soprattutto tra i mammiferi, sono scomparse.
Un esempio: nel Kakadu National Park, area protetta nel Northern Territory, circa venti specie di piccoli mammiferi sembrano essere completamente sparite. Non si trovano più bandicoot (piccoli marsupiali), né quoll settentrionali (i gatti marsupiali), opossum degli alberi, o fascogali. E, nel complesso, mancano all'appello circa venti specie.
Indagini sulle cause
Il Professor Chris Johnson, dell'University of Tasmania e membro dell'Australian Centre for Ecological Analysis and Synthesis (ACEAS), ha scoperto alcune analogie tra il fenomeno attuale e altre estinzioni periodiche precedenti.
"In primo luogo, le estinzioni si verificano principalmente tra le specie animali di piccola taglia che vivono ambienti aperti e asciutti: sono specie predate soprattutto dai gatti. Una caratteristica che fa somigliare il fenomeno attuale a quello registrato precedentemente nel sud dell'Australia, causato però dalle volpi".
La prevalenza del gatto predatore sarebbe favorita da alcune scelte operate nella gestione del territorio. L'uso del fuoco come strumento di regolazione delle aree coperte da alberature di varia densità è oggi molto diversa da quanto praticato dagli aborigeni in passato, perché interessa superfici molto più vaste. Tornare alle pratiche tradizionali potrebbe favorire il ritorno di alcune specie minacciate.
Un esempio: nel Kakadu National Park, area protetta nel Northern Territory, circa venti specie di piccoli mammiferi sembrano essere completamente sparite. Non si trovano più bandicoot (piccoli marsupiali), né quoll settentrionali (i gatti marsupiali), opossum degli alberi, o fascogali. E, nel complesso, mancano all'appello circa venti specie.
Indagini sulle cause
Il Professor Chris Johnson, dell'University of Tasmania e membro dell'Australian Centre for Ecological Analysis and Synthesis (ACEAS), ha scoperto alcune analogie tra il fenomeno attuale e altre estinzioni periodiche precedenti.
"In primo luogo, le estinzioni si verificano principalmente tra le specie animali di piccola taglia che vivono ambienti aperti e asciutti: sono specie predate soprattutto dai gatti. Una caratteristica che fa somigliare il fenomeno attuale a quello registrato precedentemente nel sud dell'Australia, causato però dalle volpi".
La prevalenza del gatto predatore sarebbe favorita da alcune scelte operate nella gestione del territorio. L'uso del fuoco come strumento di regolazione delle aree coperte da alberature di varia densità è oggi molto diversa da quanto praticato dagli aborigeni in passato, perché interessa superfici molto più vaste. Tornare alle pratiche tradizionali potrebbe favorire il ritorno di alcune specie minacciate.