ECONOMIA
La Corte dei Conti: gravi ripercussioni da shock fiscale

Un riordino delle deduzioni fiscali e un riassetto delle tasse è una priorità, ma lo 'shock fiscale' evocato da alcuni, senza coperture nel breve termine, "potrebbe avere ripercussioni gravi, tali da annullare o ridurre molto i benefici della rimodulazione delle aliquote".
Lo ha detto il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli. Il riferimento politico è chiaro, no a promesse impulsive e slogan sul taglio netto delle tasse perché l'economia ne risentirebbe molto.
"Elementi ulteriori di preoccupazione e nuove tensioni sembrano emergere da una attenta lettura delle tendenze della spesa statale": il monito arriva dal presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, Ermanno Granelli.
Se si scorporano dalla spesa statale operazioni straordinarie come salvataggi bancari e imposte differite, i risultati del 2018 sono "meno rassicuranti" con un +6% di spesa pubblica sia corrente che per investimenti, aumentati "in misura considerevole" (+3 miliardi rispetto al 2017) per l'accelerazione dei contributi agli investimenti delle imprese.
La stagnazione della crescita italiana nel 2018 ha determinato un effetto di trascinamento sugli anni a venire "che non è agevole rimontare" e "anche un tasso medio annuo di crescita del Pil molto modesto, come quello ora stimato a livello ufficiale (0,2%), presupporrà una ripresa delle attività economiche nel corso dei prossimi trimestri non priva di incertezze", ha concluso Granelli.
Lo ha detto il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli. Il riferimento politico è chiaro, no a promesse impulsive e slogan sul taglio netto delle tasse perché l'economia ne risentirebbe molto.
"Elementi ulteriori di preoccupazione e nuove tensioni sembrano emergere da una attenta lettura delle tendenze della spesa statale": il monito arriva dal presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, Ermanno Granelli.
Se si scorporano dalla spesa statale operazioni straordinarie come salvataggi bancari e imposte differite, i risultati del 2018 sono "meno rassicuranti" con un +6% di spesa pubblica sia corrente che per investimenti, aumentati "in misura considerevole" (+3 miliardi rispetto al 2017) per l'accelerazione dei contributi agli investimenti delle imprese.
La stagnazione della crescita italiana nel 2018 ha determinato un effetto di trascinamento sugli anni a venire "che non è agevole rimontare" e "anche un tasso medio annuo di crescita del Pil molto modesto, come quello ora stimato a livello ufficiale (0,2%), presupporrà una ripresa delle attività economiche nel corso dei prossimi trimestri non priva di incertezze", ha concluso Granelli.