ITALIA
Si cercano i due fratelli Rom
Incidente Roma. La madre dei ricercati: "Consegnatevi". Giallo su presenza boss del "Lombroso"
La scientifica avrebbe rilevato delle impronte digitali all'interno dell'auto. Si teme che i due fratelli ricercati possano fuggire in Albania
"Per piacere figli miei ritornate e consegnatevi". È l’appello disperato lanciato dalla madre dei due rom latitanti, dallo studio legale dell'avvocato Carola Gugliotta. Ancora nessuna traccia dei due ragazzi fuggiti mercoledì scorso dopo aver travolto ed ucciso, in via Mattia Battistini a Roma, la colf filippina Corazon Peres Abordo, 44 anni. Ferite altre otto persone, di cui quattro in modo grave. Le ricerche da parte delle forze dell’ordine continuano incessantemente.
La scientifica avrebbe rilevato delle impronte digitali all'interno dell'auto. Gli investigatori temono che i fratelli possano fuggire in Albania anche con la copertura di alcuni clan che potrebbero offrire loro rifugio. Presidiati i porti di Bari e di Ancona per evitare che i due riescano a scappare all'estero sfruttando qualche tir diretto in Albania. Intanto proseguono le perquisizioni nei campi nomadi e nelle case popolari assegnate o comunque abitate da rom che potrebbero avere legami con i ricercati.
La ricostruzione
Non è ancora certo se a bordo dell’auto vi fossero tre o quattro persone. Secondo il Corriere della sera, su quel veicolo ci sarebbe stato un pregiudicato del campo nomadi di via Cesare Lombroso, descritto come un potente boss dell’insediamento del Trionfale, ora ricercato insieme ai due fratelli rom.
La moglie del minorenne latitante, attualmente in carcere per concorso in omicidio volontario, e il padre dei due ragazzi fuggiti hanno spiegato ai magistrati come erano disposti sull'auto. "Alla guida della macchina c'era mio figlio minore accanto io e nei sedili posteriori l'altro mio figlio e mia nuora". Due ricostruzioni praticamente identiche fornite alla Procura dei minori e a piazzale Clodio.
La testimonianza del poliziotto che inseguiva l'auto killer
Anche un poliziotto, a bordo della Volante che ha inseguito la Lancia Lybra, ha raccontato al quotidiano Il Tempo, la sua esperienza: "Con il collega eravamo di servizio in via Mattia Battistini, un normale posto di blocco come ne facciamo ogni giorno. Quando abbiamo visto arrivare quella Lancia a tutta birra non abbiamo impiegato molto a capire che qualcosa non andava. Il tempo di pensare a intimargli l'alt e quel missile ci è sfilato davanti. Siamo saliti di corsa sulla Volante e abbiamo iniziato a corrergli dietro. In tanti anni di polizia io una scena del genere l’ho vista solo nei giochi della playstation di mio figlio. Una formula uno in centro città, senza regole, all’impazzata".
"Una scena da film horror - prosegue - Chi era alla guida avrebbe avuto altre mille vie di fuga, avrebbe potuto girare all’incrocio, abbandonare l’auto come ha fatto dopo e dileguarsi con i complici nella metro vicina. Invece no, è andata dritta, sparata, come se volesse prendere tutti quelli che gli si paravano davanti. Insomma, chiunque avrebbe trovato un’alternativa vedendo tutte quelle persone davanti. Loro no, dei pazzi… Non ce la faccio a dormire, ho stampata davanti agli occhi la scena di quelle persone che volano come carta straccia al passaggio della macchina impazzita. Prima una, poi l'altra, un'altra e un'altra ancora. A un certo punto ho visto quella ragazza… Quella che si reggeva con una forza incredibile, sovrumana, pazzesca al tettino della macchina per non finire trascinata e schiacciata a terra. Quanto la vorrei incontrare".
La scientifica avrebbe rilevato delle impronte digitali all'interno dell'auto. Gli investigatori temono che i fratelli possano fuggire in Albania anche con la copertura di alcuni clan che potrebbero offrire loro rifugio. Presidiati i porti di Bari e di Ancona per evitare che i due riescano a scappare all'estero sfruttando qualche tir diretto in Albania. Intanto proseguono le perquisizioni nei campi nomadi e nelle case popolari assegnate o comunque abitate da rom che potrebbero avere legami con i ricercati.
La ricostruzione
Non è ancora certo se a bordo dell’auto vi fossero tre o quattro persone. Secondo il Corriere della sera, su quel veicolo ci sarebbe stato un pregiudicato del campo nomadi di via Cesare Lombroso, descritto come un potente boss dell’insediamento del Trionfale, ora ricercato insieme ai due fratelli rom.
La moglie del minorenne latitante, attualmente in carcere per concorso in omicidio volontario, e il padre dei due ragazzi fuggiti hanno spiegato ai magistrati come erano disposti sull'auto. "Alla guida della macchina c'era mio figlio minore accanto io e nei sedili posteriori l'altro mio figlio e mia nuora". Due ricostruzioni praticamente identiche fornite alla Procura dei minori e a piazzale Clodio.
La testimonianza del poliziotto che inseguiva l'auto killer
Anche un poliziotto, a bordo della Volante che ha inseguito la Lancia Lybra, ha raccontato al quotidiano Il Tempo, la sua esperienza: "Con il collega eravamo di servizio in via Mattia Battistini, un normale posto di blocco come ne facciamo ogni giorno. Quando abbiamo visto arrivare quella Lancia a tutta birra non abbiamo impiegato molto a capire che qualcosa non andava. Il tempo di pensare a intimargli l'alt e quel missile ci è sfilato davanti. Siamo saliti di corsa sulla Volante e abbiamo iniziato a corrergli dietro. In tanti anni di polizia io una scena del genere l’ho vista solo nei giochi della playstation di mio figlio. Una formula uno in centro città, senza regole, all’impazzata".
"Una scena da film horror - prosegue - Chi era alla guida avrebbe avuto altre mille vie di fuga, avrebbe potuto girare all’incrocio, abbandonare l’auto come ha fatto dopo e dileguarsi con i complici nella metro vicina. Invece no, è andata dritta, sparata, come se volesse prendere tutti quelli che gli si paravano davanti. Insomma, chiunque avrebbe trovato un’alternativa vedendo tutte quelle persone davanti. Loro no, dei pazzi… Non ce la faccio a dormire, ho stampata davanti agli occhi la scena di quelle persone che volano come carta straccia al passaggio della macchina impazzita. Prima una, poi l'altra, un'altra e un'altra ancora. A un certo punto ho visto quella ragazza… Quella che si reggeva con una forza incredibile, sovrumana, pazzesca al tettino della macchina per non finire trascinata e schiacciata a terra. Quanto la vorrei incontrare".