MONDO
Trump perde un altro pezzo, si dimette il segretario all'energia Perry

Il segretario Usa all'Energia, Rick Perry, ha annunciato al presidente Donald Trump le dimissioni. La notizia è stata confermata dallo stesso presidente, in visita in Texas: "Molto presto - ha aggiunto Trump - annunceremo il successore". Sui tempi della comunicazione è nato un piccolo giallo: lo staff di Trump ha rivelato che avrebbe voluto essere il presidente ad annunciarlo a Dallas, stasera, durante un comizio, invece la notizia è circolata in anticipo. Non è ancora chiaro se il ministro lascerà l'incarico nei prossimi giorni o verso la fine dell'anno, ha aggiunto Trump. Perry, entrato nell'amministrazione nel 2017, da mesi era al centro di voci su possibili dimissioni, ma nelle ultime settimane la situazione è diventata tesa. Perry e' diventato un personaggio chiave del caso Ucraina scoppiato dopo la rivelazione, da parte di un informatore della Cia, di una telefonata tra Trump e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky nel corso della quale era stato chiesto di mettere sotto indagine l'ex vice presidente e candidato democratico alle presidenziali, Joe Biden, e il figlio Hunter. Ma è stata la dichiarazione di Trump, il 4 ottobre, a mettere Perry in una situazione imbarazzante: il presidente aveva rivelato ai leader repubblicani della Camera di aver fatto la famosa telefonata a Zelensky solo perche' gliel'aveva chiesta il segretario all'Energia. "Non lo sanno in molti - aveva confessato il presidente, secondo l'agenzia Axios - ma io quella telefonata non volevo neanche farla. L'unica ragione è che Rick (Perry, ndr) me lo chiese. Era per qualcosa legato a un impianto di gas liquido naturale". Da quel momento Perry è stato isolato all'interno dell'amministrazione. Le dimissioni sono arrivate poche ore dopo le dichiarazioni rilasciate dal capo dello staff presidenziale, Mick Mulvaney, che ha confermato come Trump avesse chiesto al ministro di collaborare con il suo avvocato personale, Rudy Giuliani, sulle politiche legate all'Ucraina. Mulvaney ha, però, negato che il lavoro facesse parte di una "politica estera ombra". Il segretario all'Energia, che ha sempre negato di aver fatto pressione su Zelensky, aveva incontrato per tre volte il presidente ucraino.