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MONDO

Una sorpresa potrebbe arrivare dal comico 'Beli' dato all'11%

La Serbia elegge il nuovo presidente, Vucic favorito

Gli sfidanti sono dieci. L'ex ministro degli Esteri Vuk Jeremic ed ex presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni unite ha il 14% dell'appoggio popolare, mentre l'ex difensore civico fortemente critico nei confronti del premier, Sasa Jankovic, ha il 12%

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Elettori serbi alle urne per il nuovo presidente. L'attuale primo ministro, Aleksandar Vucic, è il favorito. La consultazione misurerà la popolarità del leader più influente del Paese negli ultimi cinquant'anni. Ma il test non è solo interno, visto che il Paese sta negoziando per entrare nell'Unione europea. La popolarità dell'europeista e riformista Vucic, premier dal 2014, secondo i sondaggi non è calata nonostante le misure di austerità imposte per tentare di sanare l'economia: potrebbe vincere già al primo turno, ottenendo più del 50% delle preferenze. Una vittoria che lo confermerebbe come il politico più potente del Paese, rispettato a livello internazionale dai leader europei, come la cancelliera tedesca Angela Merkel, e dal presidente russo Vladimir Putin. Se nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta, invece, il ballottaggio sarà il 16 aprile.

Vucic è il candidato del Partito progressista serbo, movimento conservatore al governo di cui è leader, ma ha ricevuto il sostegno di altri partiti, come quello socialista. Questo perché l'elezione del 47enne eviterebbe le divisioni che potrebbero invece nascere dalla compresenza al potere di un capo di Stato e di un capo di governo di segno diverso, oltre al fatto che si manterrebbe la spinta riformista che ha contraddistinto il Paese negli ultimi anni. L'opposizione, tuttavia, lo accusa di essere autoritario e minare la separazione fra i poteri. L'attuale premier, se diventasse presidente, dovrebbe nominare il suo successore a capo del governo e, come leader del Sns, avrebbe anche l'ultima parola sulle politiche dell'esecutivo. I critici temono che scelga un premier 'burattino', per concentrare nelle sue mani il potere. In politica estera, Vucic si è anche fatto notare per non aver aderito alle sanzioni dell'Ue nei confronti della Russia, decisione derivata dall'apertura verso Mosca.

Se vincesse, Vucic succederebbe con il mandato di cinque anni a Tomislav Nikolic, suo alleato con cui nel 2008 fondò il partito Sns dopo aver chiuso con il suo passato ultranazionalista e aver rivolto lo sguardo all'Unione europea. E' stato proprio il governo da lui guidato nel 2015 ad aprire i negoziati per l'ingresso nell'Ue, con l'ambizione di concluderli nel 2020 ed entrare poco dopo nel blocco comunitario. "Arriva il tempo per il rinnovamento, la reindustrializzazione, per una nuova vita in Serbia", ha promesso in campagna elettorale.

La Serbia, dice Vucic, ha bisogno di stabilità per svilupparsi, quindi serve maggior collaborazione nei Balcani, dove le tensioni e le spinte nazionaliste sono costanti dopo le guerre legate alla disgregazione della Jugoslavia negli anni '90. "Vogliamo guardare al futuro", dice, nonostante non manchi lo scetticismo sul suo passato ultranazionalista, di cui si è pentito pubblicamente. In gioventù fece infatti parte della formazione ultranazionalista di Vojislav Seselj e in seguito lavorò in politica a fianco di Slobodan Milosevic (morto mentre veniva processato per crimini di guerra), fino alla fondazione del partito Sns. "C'è un proverbio in Serbia: solo gli asini non cambiano mai", dichiarò Vucic al Guardian.

Gli sfidanti di Vucic, che secondo un sondaggio CeSid otterrà il 53%, sono dieci. L'ex ministro degli Esteri Vuk Jeremic ed ex presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni unite ha il 14% dell'appoggio popolare, mentre l'ex difensore civico fortemente critico nei confronti del premier, Sasa Jankovic, ha il 12%. Entrambi centristi, sono candidati indipendenti. In corsa anche l'ultranazionalista Seselj, assolto un anno fa dall'accusa di crimini di guerra dal Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia. Potrebbe arrivare al 10% delle preferenze. Il suo Partito radicale serbo è rientrato in Parlamento nel 2016 dopo tre anni di assenza, è contrario all'ingresso nell'Ue e vorrebbe legami più stretti con la Russia e con i partiti nazionalisti europei.

Una sorpresa potrebbe invece arrivare da Luka Maksimovic, volto nuovo della politica ed espressione di una piattaforma civica. Il comico 25enne noto come 'Beli', dai capelli lunghi e vestito di bianco, si è attirato molte simpatie con la sua costante 'missione' di criticare e ridicolizzare il sistema politico, sebbene sia largamente criticato per non avere un programma politico. Secondo i sondaggi, potrebbe raggiungere l'11%.

I seggi si sono chiusi alle 20. Non sono previsti exit-poll. Primi risultati dopo le 22.