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MONDO

Il braccio di ferro

Usa, giudice federale delle Hawaii blocca nuovo "travel ban"

Casa Bianca: decisione "pericolosamente errata"

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Un giudice federale delle Hawaii ha bloccato la nuova versione, la terza, del travel ban di Donald Trump.

Il giudice, Derrick Watson, intervenuto già per bloccare le precedenti versioni della controversa misura, ha detto che i divieti - che ora interessano otto Paesi, tra i quali anche Venezuela e Corea del Nord oltre a quelli inseriti nella lista del cosiddetto 'muslim ban' perché composta solo da Paesi a maggioranza musulmana - contenuti nell'ordine esecutivo dello scorso 24 settembre continua ad essere discriminatorio.

Nella sua sentenza, Watson scrive che l'ordine, che impone restrizioni ai cittadini del Ciad, Iran, Libia, Corea del Nord, Somalia, Siria, Venezuela e Yemen, "non dimostra come la sola nazionalità renda l'ingresso di un gruppo di individui un rischio per la sicurezza degli Stati Uniti". E quindi, conclude, la misura "discrimina in base alla nazionalità".

Inoltre, aggiunge il giudice che ha accolto il ricorso presentato dallo stato delle Hawaii, dall'American Civil Liberties ed organizzazioni che difendo i migranti, l'ordine mostra delle "incoerenze" nell'indicare che cosa può determinare un rischio per la sicurezza nazionale.

E sottolinea molti Paesi non rispettano gli standard globali in materia di sicurezza anti-terrorismo - che per esempio è l'argomento usato per l'introduzione del Ciad nella lista nera - "ma non sono stati inclusi nel divieto".

Casa Bianca: decisione "pericolosamente errata"
Un portavoce della Presidenza ha definito la decisione del giudice "pericolosamente errata". Nella nota, la Casa Bianca ha aggiunto di essere fiduciosa che i tribunali alla fine confermeranno le decisioni di Trump. "Queste restrizioni sono vitali per garantire che le nazioni straniere rispettino gli standard di sicurezza minimi per l'integrità del nostro sistema e la sicurezza della nostra nazione", afferma la nota. Il dipartimento di Stato, inoltre, ha definito la sentenza "sbagliata" e ha dichiarato che ricorrerà "velocemente" contro di essa.