POLITICA
Duro messaggio di Delrio al neogovernatore Oliverio
Calabria, la Lanzetta si dimette da ministro ma non entra nella giunta: "Non ci sono le condizioni"
L'ex titolare degli Affari Regionali rinuncia alla carica di assessore per la presenza in giunta di Nino De Gaetano, ex consigliere regionale su cui pesa una vicenda di voto di scambio "non sufficientemente chiarita"

Maria Carmela Lanzetta non farà parte della Giunta regionale della Calabria presieduta da Mario Oliverio del Pd. Ad annunciarlo è lo stesso ex ministro degli Affari Regionali.
La Lanzetta ha spiegato la sua decisione con il fatto che "non ci sono le condizioni di chiarezza sulla posizione dell'assessore Nino De Gaetano", ex consigliere regionale al centro di vicende di voto di scambio che non sono sufficientemente chiarite.
Ed anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha rivolto un messaggio al presidente Oliverio, ribadendo che le vicende di cui è al centro De Gaetano, anche se quest'ultimo non è indagato, meritano un approfondimento ulteriore.
"Io presenterò formalmente le dimissioni da ministro venerdì mattina - ha detto la Lanzetta - dopo aver presieduto l'osservatorio sulle Regioni e la conferenza Stato-Regioni. Dopo avere parlato con Matteo Renzi e dopo aver approfondito la questione con Graziano Delrio riguardo all'accettazione della mia presenza nella Giunta regionale della Calabria, ringraziando fortemente Mario Oliverio, ho deciso di non fare parte dell'Esecutivo. Non c'è chiarezza sulla posizione di Nino De Gaetano, pur avendolo conosciuto come assessore regionale impegnato nella difesa dei lavoratori precari".
Il messaggio di Delrio
Il messaggio di Delrio, spiegano fonti di Palazzo Chigi, riguarda la presenza in giunta con delega pesante ai trasporti e le infrastrutture di Nino De Gaetano. A palazzo Chigi l'impegno per la legalità al Sud e in Calabria è una scelta esplicitata dalla presenza di Nicola Gratteri per la commissione sulle apposite norme antimafia, viene sottolineato. Delrio, che ha la delega alla coesione territoriale, ha guidato fino a poco tempo fa la cabina di regia sulla Calabria e il prefetto De Felice è stato nominato a settembre da Viminale e Palazzo Chigi per la commissione vittime di mafia. In una delle regioni che gestisce uno dei maggiori ammontare di fondi di coesione, il governo preferirebbe - sottolineano le stesse fonti - la certezza di profili senza ombre di dubbi.
La Lanzetta ha spiegato la sua decisione con il fatto che "non ci sono le condizioni di chiarezza sulla posizione dell'assessore Nino De Gaetano", ex consigliere regionale al centro di vicende di voto di scambio che non sono sufficientemente chiarite.
Ed anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha rivolto un messaggio al presidente Oliverio, ribadendo che le vicende di cui è al centro De Gaetano, anche se quest'ultimo non è indagato, meritano un approfondimento ulteriore.
"Io presenterò formalmente le dimissioni da ministro venerdì mattina - ha detto la Lanzetta - dopo aver presieduto l'osservatorio sulle Regioni e la conferenza Stato-Regioni. Dopo avere parlato con Matteo Renzi e dopo aver approfondito la questione con Graziano Delrio riguardo all'accettazione della mia presenza nella Giunta regionale della Calabria, ringraziando fortemente Mario Oliverio, ho deciso di non fare parte dell'Esecutivo. Non c'è chiarezza sulla posizione di Nino De Gaetano, pur avendolo conosciuto come assessore regionale impegnato nella difesa dei lavoratori precari".
Il messaggio di Delrio
Il messaggio di Delrio, spiegano fonti di Palazzo Chigi, riguarda la presenza in giunta con delega pesante ai trasporti e le infrastrutture di Nino De Gaetano. A palazzo Chigi l'impegno per la legalità al Sud e in Calabria è una scelta esplicitata dalla presenza di Nicola Gratteri per la commissione sulle apposite norme antimafia, viene sottolineato. Delrio, che ha la delega alla coesione territoriale, ha guidato fino a poco tempo fa la cabina di regia sulla Calabria e il prefetto De Felice è stato nominato a settembre da Viminale e Palazzo Chigi per la commissione vittime di mafia. In una delle regioni che gestisce uno dei maggiori ammontare di fondi di coesione, il governo preferirebbe - sottolineano le stesse fonti - la certezza di profili senza ombre di dubbi.