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Assalto al Congresso Usa, 90% arrestati bianchi e 40% commercianti e 'colletti bianchi'
Lo studio dimostra che solo il 10% aveva precedenti legami con milizie estrema destra

Oltre il 90% degli oltre 250 arrestati ed incriminati per l'assalto al Congresso è costituito da bianchi, e circa il 40% sono commercianti o piccoli imprenditori o 'colletti bianchi'. E' molto diverso dal tradizionale profilo degli estremisti di destra - appartenenti alla working class, spesso disoccupati ed emarginati - quello dei partecipanti ai fatti dei 6 gennaio che emerge dalla ricerca del Chicago Project on Security and Threats.
"C'è questa idea che la maggior parte dei reazionari in prima linea siano bianchi della working class, ma non è questo il caso", ha spiegato a 'The Guardian' Vanessa Wills, che studia l'intersezioni tra razza e classe sociale, sottolineando come i numeri indichino che i partecipanti all'assalto fossero "in modo sproporzionato piccoli imprenditori" che si sono sentiti i maggiormente colpiti dagli effetti economici della pandemia e "arrabbiati contro le richieste dei lavoratori".
Tra gli arrestati anche tre residenti di Beverly Hills, il quartiere più celebre dei ricchi di Los Angeles: la proprietaria di un salone di bellezza e una dottoressa, Simone Gold, che insieme a John Strand, anche lui finito in manette, ha diffuso disinformazione sul Covid attraverso l'organizzazione America's Frontline Doctors.
Oltre a loro vi sono altri 11 californiani arrestati, a conferma che gli insorti non solo arrivati solo da stati repubblicani, anzi la maggioranza vive in contee dove ha vinto Joe Biden, come
appunto Beverly Hills, accanto alla super liberal Hollywood. Appena il 10% delle persone finora identificate aveva precedenti legami con gruppi violenti di estrema destra.
Ma in molti casi si tratta di sostenitori di Trump che si sono 'radicalizzati' nei mesi precedenti all'assalto, come Gina Bisignano, la proprietaria del salone di bellezza di Beverly Hills che era stata immortalata in un video lo scorso dicembre in cui gridava offese omofobiche durante una manifestazione antilockdown davanti alla casa di uno dei responsabili della sanità di Los Angeles.
Il video era diventato virale con Tmz che aveva ribattezzato Bisignano, che indossava una maglia di Trump, "coronavirus lockdown Karen", con il nome usato per le donne bianche accusate di razzismo e intolleranza. Anche Strand, come direttore di America's Frontline doctors, aveva organizzato diverse manifestazione pro Trump a Beverly Hills prima e dopo le elezioni. "Le elezioni non sono finite, possiamo ancora vincere", aveva detto durante un comizio a metà novembre.
I ricercatori di Chicago sottolineano che comprendere il profilo sociale di potenziali terroristi interni è importante per poter contrastare questo tipo di radicalizzazione e prevenire futuri
attacchi. "Non abbiamo a che fare solo un mix di organizzazioni di estrema destra, ma di un ampio movimento di massa incentrato sulla violenza", si legge nel loro studio in cui sottolinea quindi che in questo caso non funzionano le strategie solitamente usate per evitare che i settori più deboli, e poveri, della società siano bacini di reclutamento.
Sono invece necessari degli "approcci per ridurre i livelli di rabbia che covano in ampi settori del mainstream della nostra società", continua lo studio evidenziando come questa sia stata aumentata ad arte dalla retorica di Trump sulle elezioni rubate, insieme alla messa in discussione della legittimità del voto degli afroamericani, cosa che rende l'insurrezione del 6 gennaio un atto di violenza razziale ispirata da princìpi suprematisti bianchi.
"C'è questa idea che la maggior parte dei reazionari in prima linea siano bianchi della working class, ma non è questo il caso", ha spiegato a 'The Guardian' Vanessa Wills, che studia l'intersezioni tra razza e classe sociale, sottolineando come i numeri indichino che i partecipanti all'assalto fossero "in modo sproporzionato piccoli imprenditori" che si sono sentiti i maggiormente colpiti dagli effetti economici della pandemia e "arrabbiati contro le richieste dei lavoratori".
Tra gli arrestati anche tre residenti di Beverly Hills, il quartiere più celebre dei ricchi di Los Angeles: la proprietaria di un salone di bellezza e una dottoressa, Simone Gold, che insieme a John Strand, anche lui finito in manette, ha diffuso disinformazione sul Covid attraverso l'organizzazione America's Frontline Doctors.
Oltre a loro vi sono altri 11 californiani arrestati, a conferma che gli insorti non solo arrivati solo da stati repubblicani, anzi la maggioranza vive in contee dove ha vinto Joe Biden, come
appunto Beverly Hills, accanto alla super liberal Hollywood. Appena il 10% delle persone finora identificate aveva precedenti legami con gruppi violenti di estrema destra.
Ma in molti casi si tratta di sostenitori di Trump che si sono 'radicalizzati' nei mesi precedenti all'assalto, come Gina Bisignano, la proprietaria del salone di bellezza di Beverly Hills che era stata immortalata in un video lo scorso dicembre in cui gridava offese omofobiche durante una manifestazione antilockdown davanti alla casa di uno dei responsabili della sanità di Los Angeles.
Il video era diventato virale con Tmz che aveva ribattezzato Bisignano, che indossava una maglia di Trump, "coronavirus lockdown Karen", con il nome usato per le donne bianche accusate di razzismo e intolleranza. Anche Strand, come direttore di America's Frontline doctors, aveva organizzato diverse manifestazione pro Trump a Beverly Hills prima e dopo le elezioni. "Le elezioni non sono finite, possiamo ancora vincere", aveva detto durante un comizio a metà novembre.
I ricercatori di Chicago sottolineano che comprendere il profilo sociale di potenziali terroristi interni è importante per poter contrastare questo tipo di radicalizzazione e prevenire futuri
attacchi. "Non abbiamo a che fare solo un mix di organizzazioni di estrema destra, ma di un ampio movimento di massa incentrato sulla violenza", si legge nel loro studio in cui sottolinea quindi che in questo caso non funzionano le strategie solitamente usate per evitare che i settori più deboli, e poveri, della società siano bacini di reclutamento.
Sono invece necessari degli "approcci per ridurre i livelli di rabbia che covano in ampi settori del mainstream della nostra società", continua lo studio evidenziando come questa sia stata aumentata ad arte dalla retorica di Trump sulle elezioni rubate, insieme alla messa in discussione della legittimità del voto degli afroamericani, cosa che rende l'insurrezione del 6 gennaio un atto di violenza razziale ispirata da princìpi suprematisti bianchi.