Coronavirus
Impugnata la delibera che dava priorità agli italiani
Coronavirus, Tribunale Ferrara: condotta discriminatoria del Comune sui buoni spesa
La delibera con cui il Comune di Ferrara aveva fissato come criteri per ottenere i buoni spesa, per le persone in difficoltà, il requisito del permesso di soggiorno per gli stranieri extra Ue e una priorità a favore dei cittadini italiani rappresenta "una condotta discriminatoria". Lo ha stabilito il tribunale di Ferrara

Il Tribunale di Ferrara ha "accertato il carattere discriminatorio della condotta tenuta dal Comune e per esso dalla sua Giunta" per quanto riguarda i criteri per l'erogazione dei buoni spesa, e ordina all'amministrazione guidata dal leghista Alan Fabbri di "riformulare i criteri e le modalità senza le clausole discriminatorie". La magistratura ferrarese ha messo un punto fermo nella querelle che si trascina da quasi un mese sulla delibera del Comune, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni: Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione), L'altro diritto, associazione Umanità e Cgil, Cisl e Uil.
Buoni spesa per tutti
Nel dispositivo si legge che quei criteri sono discriminatori in quanto "contengono, per gli stranieri extra Ue, il requisito del permesso di soggiorno, anziché i soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale". Inoltre, è stata ritenuta discriminatoria anche la parte della delibera che "prevede un ordine di priorità a favore dei cittadini italiani, quindi degli appartenenti all'Unione europea e, infine, ai cittadini non appartenenti alla Ue". Da qui la decisione di "ordinare al Comune di riformulare i criteri" senza le clausole incriminate, "consentendo la presentazione di nuove domande, prefissando un termine idoneo e attribuendo ai nuovi richiedenti lo stesso importo attribuito ai primi richiedenti che si trovassero nella stessa condizione, applicando per gli uni e per gli altri i medesimi criteri".
Il sindaco contrattacca
L'ordinanza del tribunale che giudica "discriminatoria" la condotta del Comune di Ferrara sui buoni spesa è "un attacco vero e proprio all'Italia e alle categorie di persone che hanno sempre lavorato e pagato le tasse e che mantengono già a proprie spese i richiedenti asilo da troppo tempo". Lo scrive su Facebook il sindaco leghista Alan Fabbri secondo cui la pronuncia del giudice "mette a rischio i buoni spesa per tantissime famiglie".
L'attacco del Pd
Sulla propria pagina Facebook il deputato del Partito democratico, Luca Rizzo Nervo, afferma: "Qualche settimana fa avevo scritto della natura discriminatoria e illegittima del regolamento del Comune di Ferrara (fra gli altri) per l'erogazione dei buoni spesa", ricordando anche che il primo cittadino ferrarese "in un video aveva irriso questa mia presa di posizione dicendo che si fondava su presupposti giuridici falsi, e comunque dicendo, come ha ripetuto alle opposizioni della sua città lungo queste settimane, 'non mi fermerete'". Ma "in uno Stato di diritto a fermarlo ci ha pensato la legge", chiosa l'esponente dem, aggiungendo che "sul tema dei troppi Comuni che hanno scelto questa strada discriminatoria" ha presentato un'interrogazione al ministero degli Interni.
Giochetti comunicativi
Ancora più duro il co-coordinatore ferrarese di Emilia-Romagna Coraggiosa, Leonardo Fiorentini. Afferma che "a nulla sono valsi, di fronte al Giudice, i giochetti comunicativi e di bassa burocrazia intentati in questi giorni dal sindaco, che non ha mai risposto alle domande poste in sede istituzionale e a mezzo stampa". Fabbri, attacca Fiorentini, "ha violato il Testo unico sull'immigrazione che, ricordiamolo, dal 2002 porta il nome dei suoi ideatori Bossi e Fini". A questo punto "è evidente che il Comune dovrà rimettere mano al proprio bilancio, auspicabilmente come il Comune di Bologna, che ha di fatto raddoppiato i fondi giunti dallo Stato". In ogni caso "sia chiaro da subito che non accetteremo procedure inefficienti e opache come quelle utilizzate sin qui per l'assegnazione dei buoni spesa, e continueremo a batterci affinché siano ripristinate quanto prima equità e giustizia sociale".
Buoni spesa per tutti
Nel dispositivo si legge che quei criteri sono discriminatori in quanto "contengono, per gli stranieri extra Ue, il requisito del permesso di soggiorno, anziché i soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale". Inoltre, è stata ritenuta discriminatoria anche la parte della delibera che "prevede un ordine di priorità a favore dei cittadini italiani, quindi degli appartenenti all'Unione europea e, infine, ai cittadini non appartenenti alla Ue". Da qui la decisione di "ordinare al Comune di riformulare i criteri" senza le clausole incriminate, "consentendo la presentazione di nuove domande, prefissando un termine idoneo e attribuendo ai nuovi richiedenti lo stesso importo attribuito ai primi richiedenti che si trovassero nella stessa condizione, applicando per gli uni e per gli altri i medesimi criteri".
Il sindaco contrattacca
L'ordinanza del tribunale che giudica "discriminatoria" la condotta del Comune di Ferrara sui buoni spesa è "un attacco vero e proprio all'Italia e alle categorie di persone che hanno sempre lavorato e pagato le tasse e che mantengono già a proprie spese i richiedenti asilo da troppo tempo". Lo scrive su Facebook il sindaco leghista Alan Fabbri secondo cui la pronuncia del giudice "mette a rischio i buoni spesa per tantissime famiglie".
L'attacco del Pd
Sulla propria pagina Facebook il deputato del Partito democratico, Luca Rizzo Nervo, afferma: "Qualche settimana fa avevo scritto della natura discriminatoria e illegittima del regolamento del Comune di Ferrara (fra gli altri) per l'erogazione dei buoni spesa", ricordando anche che il primo cittadino ferrarese "in un video aveva irriso questa mia presa di posizione dicendo che si fondava su presupposti giuridici falsi, e comunque dicendo, come ha ripetuto alle opposizioni della sua città lungo queste settimane, 'non mi fermerete'". Ma "in uno Stato di diritto a fermarlo ci ha pensato la legge", chiosa l'esponente dem, aggiungendo che "sul tema dei troppi Comuni che hanno scelto questa strada discriminatoria" ha presentato un'interrogazione al ministero degli Interni.
Giochetti comunicativi
Ancora più duro il co-coordinatore ferrarese di Emilia-Romagna Coraggiosa, Leonardo Fiorentini. Afferma che "a nulla sono valsi, di fronte al Giudice, i giochetti comunicativi e di bassa burocrazia intentati in questi giorni dal sindaco, che non ha mai risposto alle domande poste in sede istituzionale e a mezzo stampa". Fabbri, attacca Fiorentini, "ha violato il Testo unico sull'immigrazione che, ricordiamolo, dal 2002 porta il nome dei suoi ideatori Bossi e Fini". A questo punto "è evidente che il Comune dovrà rimettere mano al proprio bilancio, auspicabilmente come il Comune di Bologna, che ha di fatto raddoppiato i fondi giunti dallo Stato". In ogni caso "sia chiaro da subito che non accetteremo procedure inefficienti e opache come quelle utilizzate sin qui per l'assegnazione dei buoni spesa, e continueremo a batterci affinché siano ripristinate quanto prima equità e giustizia sociale".