POLITICA
Polemiche e chiarimenti
Governo, caos dopo dimissioni Fioramonti: opposizioni chiamano Conte in Parlamento
Acque agitate nella maggioranza di governo dopo l'annuncio del ministro Fioramonti che replica su Fb: "Criticato perché tengo fede a annunci"

Le dimissioni di Lorenzo Fioramonti fanno piombare il governo nel caos. L'ex ministro è attaccato da esponenti M5s come la collega di governo Dadone, difeso invece da altri. Le opposizioni chiedono a Conte di riferire in Parlamento. Fioramonti ha criticato il "poco coraggio" mostrato per la scuola nella manovra.
Acque agitate
Dopo le dimissioni del ministro per l'Istruzione Lorenzo Fioramonti restano agitate le acque nel governo e le possibili ricadute sul governo Conte sono al centro di tutti i commenti politici di questa mattina. Da più parti si parla apertamente di scenari di "strappo" e dell'imbarazzo M5s che da una parte si affida al premier affinché trovi presto un sostituto e dall'altra accusa Fioramonti per un debito con il Movimento di 70mila euro. Conte punta a una successione che metta subito a tacere le polemiche, il premier avrebbe come obiettivo la nomina di un sostituto entro la settimana, ma nei 5stelle è comunque scontro. Intanto Fioramonti potrebbe costituire un gruppo autonomo di una decina di parlamentari fuoriusciti dallo stesso M5s a sostegno proprio del presidente Conte.
Zingaretti: Il dopo Fioramonti? Deciderà Conte
"Il successore di Lorenzo Fioramonti? Lo deciderà il presidente del Consiglio". Lo ha detto il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dopo aver presentato a Roma i nuovi investimenti per le infrastrutture e i nuovi treni delle ferrovie ex concesse.
Pochi fondi per la scuola
La mossa di Fioramonti è riuscita però a cogliere l'occasione per ricordare la scarsità dei fondi destinati alla scuola e all'Università e per riaprire il dibattito anche con l'intervento del presidente dei rettori italiani, Gaetano Manfredi, che lamenta pochi soldi per la scuola e di conseguenza la difficoltà di restare competitiva nel mondo. Secondo Manfredi mancano all'appello almeno 1 miliardo di euro per un'Università che vede l'Italia agli ultimi posti per numero di laureati e la ricerca fatta dai precari.
Trizzino: Fioramonti, ridacci i soldi
"Prima di andarsene bisogna essere a posto con la coscienza e con la propria moralità. Se Fioramonti non ha restituito i soldi, come promesso, il suo addio ha il sapore di una fuga". Lo afferma, in una intervista al Corriere della Sera, il deputato M5s Giorgio Trizzino commentando le dimissioni del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti che sostiene di andarsene perchè non ha ottenuto in manovra i tre miliardi che aveva promesso per scuola e università... "Mi sembra una scusa - commenta Trizzino - non si può avere tutto quello che si vuole. Anche a me sarebbe piaciuto avere altri tre miliardi e mezzo per la sanità". Quindi, secondo il deputato Cinquestelle, Fioramonti ha lasciato "forse perché non ha resistito alle difficoltà. Non ha retto ai problemi interni e di comunicazione. Ma è un errore uscire sbattendo la porta, il Movimento si cambia dall'interno". Quanto alla possibilità che nasca un gruppo di 'responsabili contiani' Trizzino osserva che "se ci frantumiamo indeboliamo il governo, non credo che Conte abbia dato alcuna autorizzazione".
Fioramonti: "Mie restituzioni? Al centro ricerca Tecnopolo di Taranto"
"Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese che un Ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi. Infatti, le mie prime interviste sull'impegno a trovare almeno 1 miliardo per la ricerca pena le dimissioni le feci a giugno di quest'anno", precisando: ero ancora Viceministro del governo Conte 1. Io sono così: se una cosa la dico, poi la faccio". Con un post pubblicato su Facebook, è ferma la risposta di Lorenzo Fioramonti alla bufera scatenata dalle sue dimissioni da ministro dell'Istruzione per i fondi non sufficienti, in manovra, per scuola, università e ricerca. "Forse non dovrebbe neanche stupire che mi giungano critiche da partiti i cui leader avevano promesso di abbandonare la politica in caso di sconfitta elettorale, ma sono ancora saldamente al loro posto" prosegue Fioramonti: "Quello che mi stupisce, però, è che tante voci della leadership del M5S mi stiano attaccando in questo momento. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto. Mi sarei in realtà aspettato il contrario". E in merito alle polemiche sulla mancata restituzione alle casse del movimento di somme ingenti, ha risposto: "Ovviamente, non possono mancare le solite polemiche sui rimborsi. In tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione. Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che - da Viceministro prima e da Ministro poi - ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato. Ed invito anche altri parlamentari 5 Stelle a fare lo stesso, non appena il conto sarà attivo".
De Cristofaro, ripensaci
"Fioramonti ha ragione nel denunciare la scarsità delle risorse, ma ha sbagliato a dimettersi. Ma prima una premessa: continuo a sperare che nelle prossime ore ci ripensi, che quello che il governo non ha potuto fare in questa finanziaria diventi l'obiettivo principale della verifica fra le forze di maggioranza. Che il 2020 diventi l'anno del rilancio dell'istruzione pubblica". Lo afferma Peppe De Cristofaro, sottosegretario all'Istruzione in un'intervista al quotidiano 'Il Manifesto'.
Gallo, comprendo i motivi, non la decisione
"Guardiamo al merito della vicenda. Siamo ultimi in Europa per finanziamento alla scuola, all'università e alla ricerca. Una trascuratezza politica che viene da lontano, vecchia almeno vent'anni". Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il presidente della commissione Cultura alla Camera, Luigi Gallo deputato del Movimento Cinquestelle che spiega di non condividere la decisione del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti di dimettersi, ma di comprenderne i motivi.
Saccone: Conte ora venga in Parlamento
"Fioramonti avrebbe dovuto dimettersi per manifesta vocazione a dire fesserie: dalla rimozione del crocifisso a quella della foto del nostro Presidente della Repubblica. Detto ciò almeno ha avuto la consapevolezza, seppur tardiva, di prendere atto della sua inadeguatezza". Lo afferma il senatore Antonio Saccone (Udc-Fi) che poi chiede urgenti comunicazioni del premier Conte al Parlamento.
Francesco Boccia, non parliamo di liste
In riferimento alle dimissioni di Fioramonti e all'ipotesi della nascita di un gruppo parlamentare pro-Conte sostiene che "se cominciamo a parlare di liste vuol dire che riteniamo la legislatura finita. Questo paese ha un faro che si chiama Mattarella. E la luce che accende quotidianamente sul dibattito politico impone alle forze politiche di maggioranza lealtà e chiarezza. Il premier sta svolgendo benissimo il suo ruolo e il Pd è la naturale barra stabilizzatrice del governo. È evidente che ora arriva la fase della verità per tutti per fare un salto di qualità al governo". E dovete anche vedervela con la domanda che irrompe dalle piazze delle sardine. La grande sfida del Pd è questa: incubare la straordinaria voglia di alternativa ai sovranisti e nazionalisti che c'è nel paese. E questo compito tocca al Pd e a Conte stesso, attraverso un lavoro da fare nel governo".
Marcucci, elezioni anticipate, sarebbe la follia
"Provocare elezioni anticipate in questo momento così delicato per l'Italia sarebbe una follia". Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, dice: "non ho informazioni sulle dinamiche interne al M5s, che devo ammettere, mi sfuggono completamente, non le capisco. Vedo però che per fortuna in tutti i passaggi parlamentari la maggioranza ha numeri a sufficienza". Sul motivo dell'addio di Fioramonti, che ha lamentato il mancato arrivo di tre miliardi per l'istruzione, Marcucci dice che è necessario fare di più per il settore: serve un "solenne impegno di aumentare i fondi per istruzione e ricerca, a prescindere da chi sarà il ministro in carica".
Acque agitate
Dopo le dimissioni del ministro per l'Istruzione Lorenzo Fioramonti restano agitate le acque nel governo e le possibili ricadute sul governo Conte sono al centro di tutti i commenti politici di questa mattina. Da più parti si parla apertamente di scenari di "strappo" e dell'imbarazzo M5s che da una parte si affida al premier affinché trovi presto un sostituto e dall'altra accusa Fioramonti per un debito con il Movimento di 70mila euro. Conte punta a una successione che metta subito a tacere le polemiche, il premier avrebbe come obiettivo la nomina di un sostituto entro la settimana, ma nei 5stelle è comunque scontro. Intanto Fioramonti potrebbe costituire un gruppo autonomo di una decina di parlamentari fuoriusciti dallo stesso M5s a sostegno proprio del presidente Conte.
Zingaretti: Il dopo Fioramonti? Deciderà Conte
"Il successore di Lorenzo Fioramonti? Lo deciderà il presidente del Consiglio". Lo ha detto il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dopo aver presentato a Roma i nuovi investimenti per le infrastrutture e i nuovi treni delle ferrovie ex concesse.
Pochi fondi per la scuola
La mossa di Fioramonti è riuscita però a cogliere l'occasione per ricordare la scarsità dei fondi destinati alla scuola e all'Università e per riaprire il dibattito anche con l'intervento del presidente dei rettori italiani, Gaetano Manfredi, che lamenta pochi soldi per la scuola e di conseguenza la difficoltà di restare competitiva nel mondo. Secondo Manfredi mancano all'appello almeno 1 miliardo di euro per un'Università che vede l'Italia agli ultimi posti per numero di laureati e la ricerca fatta dai precari.
Trizzino: Fioramonti, ridacci i soldi
"Prima di andarsene bisogna essere a posto con la coscienza e con la propria moralità. Se Fioramonti non ha restituito i soldi, come promesso, il suo addio ha il sapore di una fuga". Lo afferma, in una intervista al Corriere della Sera, il deputato M5s Giorgio Trizzino commentando le dimissioni del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti che sostiene di andarsene perchè non ha ottenuto in manovra i tre miliardi che aveva promesso per scuola e università... "Mi sembra una scusa - commenta Trizzino - non si può avere tutto quello che si vuole. Anche a me sarebbe piaciuto avere altri tre miliardi e mezzo per la sanità". Quindi, secondo il deputato Cinquestelle, Fioramonti ha lasciato "forse perché non ha resistito alle difficoltà. Non ha retto ai problemi interni e di comunicazione. Ma è un errore uscire sbattendo la porta, il Movimento si cambia dall'interno". Quanto alla possibilità che nasca un gruppo di 'responsabili contiani' Trizzino osserva che "se ci frantumiamo indeboliamo il governo, non credo che Conte abbia dato alcuna autorizzazione".
Fioramonti: "Mie restituzioni? Al centro ricerca Tecnopolo di Taranto"
"Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese che un Ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi. Infatti, le mie prime interviste sull'impegno a trovare almeno 1 miliardo per la ricerca pena le dimissioni le feci a giugno di quest'anno", precisando: ero ancora Viceministro del governo Conte 1. Io sono così: se una cosa la dico, poi la faccio". Con un post pubblicato su Facebook, è ferma la risposta di Lorenzo Fioramonti alla bufera scatenata dalle sue dimissioni da ministro dell'Istruzione per i fondi non sufficienti, in manovra, per scuola, università e ricerca. "Forse non dovrebbe neanche stupire che mi giungano critiche da partiti i cui leader avevano promesso di abbandonare la politica in caso di sconfitta elettorale, ma sono ancora saldamente al loro posto" prosegue Fioramonti: "Quello che mi stupisce, però, è che tante voci della leadership del M5S mi stiano attaccando in questo momento. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto. Mi sarei in realtà aspettato il contrario". E in merito alle polemiche sulla mancata restituzione alle casse del movimento di somme ingenti, ha risposto: "Ovviamente, non possono mancare le solite polemiche sui rimborsi. In tanti, nel Movimento, abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione. Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che - da Viceministro prima e da Ministro poi - ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato. Ed invito anche altri parlamentari 5 Stelle a fare lo stesso, non appena il conto sarà attivo".
De Cristofaro, ripensaci
"Fioramonti ha ragione nel denunciare la scarsità delle risorse, ma ha sbagliato a dimettersi. Ma prima una premessa: continuo a sperare che nelle prossime ore ci ripensi, che quello che il governo non ha potuto fare in questa finanziaria diventi l'obiettivo principale della verifica fra le forze di maggioranza. Che il 2020 diventi l'anno del rilancio dell'istruzione pubblica". Lo afferma Peppe De Cristofaro, sottosegretario all'Istruzione in un'intervista al quotidiano 'Il Manifesto'.
Gallo, comprendo i motivi, non la decisione
"Guardiamo al merito della vicenda. Siamo ultimi in Europa per finanziamento alla scuola, all'università e alla ricerca. Una trascuratezza politica che viene da lontano, vecchia almeno vent'anni". Lo afferma, in una intervista a Repubblica, il presidente della commissione Cultura alla Camera, Luigi Gallo deputato del Movimento Cinquestelle che spiega di non condividere la decisione del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti di dimettersi, ma di comprenderne i motivi.
Saccone: Conte ora venga in Parlamento
"Fioramonti avrebbe dovuto dimettersi per manifesta vocazione a dire fesserie: dalla rimozione del crocifisso a quella della foto del nostro Presidente della Repubblica. Detto ciò almeno ha avuto la consapevolezza, seppur tardiva, di prendere atto della sua inadeguatezza". Lo afferma il senatore Antonio Saccone (Udc-Fi) che poi chiede urgenti comunicazioni del premier Conte al Parlamento.
Francesco Boccia, non parliamo di liste
In riferimento alle dimissioni di Fioramonti e all'ipotesi della nascita di un gruppo parlamentare pro-Conte sostiene che "se cominciamo a parlare di liste vuol dire che riteniamo la legislatura finita. Questo paese ha un faro che si chiama Mattarella. E la luce che accende quotidianamente sul dibattito politico impone alle forze politiche di maggioranza lealtà e chiarezza. Il premier sta svolgendo benissimo il suo ruolo e il Pd è la naturale barra stabilizzatrice del governo. È evidente che ora arriva la fase della verità per tutti per fare un salto di qualità al governo". E dovete anche vedervela con la domanda che irrompe dalle piazze delle sardine. La grande sfida del Pd è questa: incubare la straordinaria voglia di alternativa ai sovranisti e nazionalisti che c'è nel paese. E questo compito tocca al Pd e a Conte stesso, attraverso un lavoro da fare nel governo".
Marcucci, elezioni anticipate, sarebbe la follia
"Provocare elezioni anticipate in questo momento così delicato per l'Italia sarebbe una follia". Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, dice: "non ho informazioni sulle dinamiche interne al M5s, che devo ammettere, mi sfuggono completamente, non le capisco. Vedo però che per fortuna in tutti i passaggi parlamentari la maggioranza ha numeri a sufficienza". Sul motivo dell'addio di Fioramonti, che ha lamentato il mancato arrivo di tre miliardi per l'istruzione, Marcucci dice che è necessario fare di più per il settore: serve un "solenne impegno di aumentare i fondi per istruzione e ricerca, a prescindere da chi sarà il ministro in carica".