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MONDO

Papa: ​Chiesa senza frontiere crea ponti di solidarietà al posto di barriere

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Il mendicante che incontra  Pietro e Giovanni al Tempio non trova denaro ma "il nome che salva l’uomo: Gesù Cristo il Nazareno".

"Qui appare il ritratto della Chiesa, che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere. Appare il volto di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti".

Così Padre Francesco nell'Udienza generale nell’Aula Paolo VI.

I cristiani tendono sempre la mano per rialzare gli altri, ha detto Francesco riprendendo un ciclo di catechesi dedicato agli Atti degli apostoli, "ci insegnano a non confidare nei mezzi, che pure sono utili, ma nella vera ricchezza che è la relazione con il Risorto. Siamo infatti - come direbbe san Paolo - "poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto".

"Il nostro tutto - aggiunge - è il Vangelo, che manifesta la potenza del nome di Gesù che compie prodigi. E noi, ognuno di noi, che cosa possediamo? Qual è la nostra ricchezza, qual è il nostro tesoro? Con che cosa possiamo rendere ricchi gli altri? Chiediamo al Padre il dono di una memoria grata nel ricordare i benefici del suo amore nella nostra vita e per dare a tutti la testimonianza della lode e della riconoscenza. Non dimentichiamo: la mano tesa sempre per aiutare l'altro ad alzarsi e la mano di ges che tramite la nostra mano aiuta ad alzarsi gli altri".