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MONDO

Kim jong-un afferma che le nuove sanzioni americane equivalgono ad una dichiarazione di guerra

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Per la Corea del Nord le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al leader Kim Jong-Un e ad altri dirigenti nordcoreani per violazioni dei diritti umani equivale ad una formale dichiarazione di guerra. Lo afferma in un comunicato il Ministero degli Esteri di Pyongyang citato dall'agenzia nordcoreana Kcna. Secondo il governo nordcoreano l'annuncio delle sanzioni americane era "condito di bugie e falsificazioni".
 
Le sanzioni annunciate martedì dal Dipartimento del Tesoro hanno collocato per la prima volta Kim tra i leader accusati di abusi dei diritti umani, come Bachar al Assad, Muhamad Gaddafi, Saddam Hussein e Robert Mugabe.
 
Le sanzioni prevedono il blocco di proprietà e altri beni che si trovano sotto la giurisdizione degli Stati Uniti e che appartengono a cittadini nordcoreani.
Il blocco riguarda altri 10 individui oltre a Kim e a 5 ministri del suo governo.
 
In un comunicato del dipartimento del tesoro americano si legge che “sotto Kim Jong-Un la Corea del Nord continua ad infliggere condizioni di vita crudeli e durissime a milioni di persone. Inclusi omicidi mirati, lavori forzati e torture”.
 
Gran parte degli abusi avvengono nei campi di prigionia della Corea del Nord dove sarebbero reclusi tra 80.000 e 120.000 persone.
 
Fonti dell’amministrazione americana  hanno riportato che le nuove sanzioni dimostrano l'attenzione dell’amministrazione americana sul problema dei diritti umani in Corea del Nord, un aspetto che Washington aveva a lungo considerato secondario rispetto al tentativo di bloccare il programma missilistico nucleare di Pyongyang.
 
La Corea del Sud, che in febbraio ha interrotto ogni rapporto politico e commerciale con la Corea del Nord, ha salutato positivamente la mossa degli americani che ritiene possa aumentare la pressione sul Nord per ottenere un miglioramento della condizione dei diritti umani.