Coronavirus
Risorse per ripartire
Decreto di Aprile, oltre 70 mld
In arrivo il rapporto di Colao. Scienziati frenano, allarme delle imprese. La possibilità di regionalizzare la ripartenza

Il governo sta lavorando a un nuovo decreto economico per Aprile che potrebbe valere - lo annuncia il ministro Stefano Patuanelli - il triplo del decreto Cura Italia, e valere oltre 70 miliardi. Mercoledì dovrebbe anche essere approvato lo scostamento del deficit e il documento di economia e finanza che disegneranno i confini del decreto. Al parlamento dovrebbe arrivare la richiesta di un significativo aumento del deficit con cui sterilizzare le clausole di salvaguardia.
Mercoledì prossimo sarà un giornata importante anche perché Vittorio Colao dovrebbe consegnare al governo la sua relazione, che avrà al centro attività produttive e trasporti. Il documento dovrà essere discusso con regioni e comuni per avere, entro una settimana/dieci giorni, le linee guida per le riaperture.
Più fonti di governo definiscono in calo l'idea di sbloccare alcuni settori, come la moda e l'edilizia, il 27 aprile. Ma anche gli enti locali continuano a spingere in questa direzione e non escludono di strappare qualche concessione, anche prima che il 4 maggio parta il piano nazionale. Frenano però i ricercatori: "è assolutamente troppo presto per iniziare la fase 2: i numeri, soprattutto in alcune regioni, sono ancora pieni di una fase 1 che deve ancora finire", dice Walter Ricciardi, il rappresentante italiano all'Oms e consulente del ministero della salute.
Il governo sarebbe orientato a mantenere anche a Maggio limitazioni agli spostamenti tra regioni e di "regionalizzare", come dice Stefano Patuanelli, la ripartenza. Per evitare che si riaccendano focolai di contagio o che arrivino in regioni finora risparmiate, nel piano del governo, dice il ministro Francesco Boccia, le regioni avranno l'autonomia da loro invocata, ma solo come possibilità di introdurre misure più restrittive, non per allentare i divieti. L'importante, sollecita Nicola Zingaretti, è dare "presto" delle linee guida chiare "su "come" riaprire per permettere alle regioni di dare a famiglie e imprese certezze".
Quanto alle riaperture, il faro resta la tenuta dei presidi sanitari. Conte lo ha spiegato agli enti locali: La priorità è "implementare i covid hospital, l'assistenza territoriale" e accelerare sull'app per tracciare i contagiati. In questo senso potrebbe essere decisa una ripartenza rallentata per i territori che sono più indietro.
L'altro grande problema è quello dei trasporti. Si studiano numeri limitati, posti distanziati, obbligo di mascherine, misurazione della febbre in metropolitana, e anche orari degli uffici prolungati, per evitare l'ora di punta. Ma poiché potrebbe non bastare, sarà ancora più incentivato l'uso dello smart working.
Mercoledì prossimo sarà un giornata importante anche perché Vittorio Colao dovrebbe consegnare al governo la sua relazione, che avrà al centro attività produttive e trasporti. Il documento dovrà essere discusso con regioni e comuni per avere, entro una settimana/dieci giorni, le linee guida per le riaperture.
Più fonti di governo definiscono in calo l'idea di sbloccare alcuni settori, come la moda e l'edilizia, il 27 aprile. Ma anche gli enti locali continuano a spingere in questa direzione e non escludono di strappare qualche concessione, anche prima che il 4 maggio parta il piano nazionale. Frenano però i ricercatori: "è assolutamente troppo presto per iniziare la fase 2: i numeri, soprattutto in alcune regioni, sono ancora pieni di una fase 1 che deve ancora finire", dice Walter Ricciardi, il rappresentante italiano all'Oms e consulente del ministero della salute.
Il governo sarebbe orientato a mantenere anche a Maggio limitazioni agli spostamenti tra regioni e di "regionalizzare", come dice Stefano Patuanelli, la ripartenza. Per evitare che si riaccendano focolai di contagio o che arrivino in regioni finora risparmiate, nel piano del governo, dice il ministro Francesco Boccia, le regioni avranno l'autonomia da loro invocata, ma solo come possibilità di introdurre misure più restrittive, non per allentare i divieti. L'importante, sollecita Nicola Zingaretti, è dare "presto" delle linee guida chiare "su "come" riaprire per permettere alle regioni di dare a famiglie e imprese certezze".
Quanto alle riaperture, il faro resta la tenuta dei presidi sanitari. Conte lo ha spiegato agli enti locali: La priorità è "implementare i covid hospital, l'assistenza territoriale" e accelerare sull'app per tracciare i contagiati. In questo senso potrebbe essere decisa una ripartenza rallentata per i territori che sono più indietro.
L'altro grande problema è quello dei trasporti. Si studiano numeri limitati, posti distanziati, obbligo di mascherine, misurazione della febbre in metropolitana, e anche orari degli uffici prolungati, per evitare l'ora di punta. Ma poiché potrebbe non bastare, sarà ancora più incentivato l'uso dello smart working.