SCIENZA
Medicina, nato in Messico neonato con Dna di tre persone
Rivista New Scientist: nato cinque mesi fa, sta bene

E' nato in Messico cinque mesi fa e sta bene il primo bambino al mondo venuto alla luce con il Dna di tre persone diverse: è quanto pubblica la rivista scientifica New Scientist.
La tecnica utilizzata per il concepimento è stata motivata dal fatto che la madre del piccolo è portatrice della sindrome di Leigh, una malattia del sistema nervoso che le aveva causato la morte di altri due neonati e quattro aborti: il gene in questione tuttavia non fa parte del dna materno vero e proprio ma di quello mitocondriale (trasmesso esclusivamente per via materna), di fatto necessario per il funzionamento della cellula ma indipendente da quello principale.
Per questo motivo è stato necessario utilizzare il Dna nucleare dei genitori ma anche quello mitocondriale di un donatore: nello specifico, il Dna nucleare della madre è stato impiantato in una cellula denucleata del donatore - che conteneva il proprio dna mitocondriale - e successivamente fecondata dallo sperma del padre. I test effettuati sul piccolo mostrano che meno dell'1% dei suoi mitocondri contiene il gene mutato, mentre per innescare la malattia si stima che almeno il 18% dei mitocondri debba essere coinvolto.
La tecnica utilizzata per il concepimento è stata motivata dal fatto che la madre del piccolo è portatrice della sindrome di Leigh, una malattia del sistema nervoso che le aveva causato la morte di altri due neonati e quattro aborti: il gene in questione tuttavia non fa parte del dna materno vero e proprio ma di quello mitocondriale (trasmesso esclusivamente per via materna), di fatto necessario per il funzionamento della cellula ma indipendente da quello principale.
Per questo motivo è stato necessario utilizzare il Dna nucleare dei genitori ma anche quello mitocondriale di un donatore: nello specifico, il Dna nucleare della madre è stato impiantato in una cellula denucleata del donatore - che conteneva il proprio dna mitocondriale - e successivamente fecondata dallo sperma del padre. I test effettuati sul piccolo mostrano che meno dell'1% dei suoi mitocondri contiene il gene mutato, mentre per innescare la malattia si stima che almeno il 18% dei mitocondri debba essere coinvolto.