MONDO
Palazzo Chigi: ristabilire la legalità
Sequestro lampo del premier libico
Zeidan sequestrato per sei ore da ex ribelli islamisti: i suoi rapitori volevano che si dimettesse. "Il rapimento è un gioco politico interno. Se l'obiettivo del mio sequestro era che mi dimettessi, ebbene non lo farò"

Sequestro o arresto? E' certamente confuso il quadro nel quale è stato catturato nella notte il premier ad interim libico Ali Zeidan, probabilmente da un gruppo di ex ribelli legati al ministero dell'Interno.
"Non mi dimetto"
Tornato dopo il sequestro lampo nel suo ufficio, Zeidan ha tenuto a precisare di essere stato "rilasciato", ma non "liberato"; il che fa capire che l'uso della foza contro i rapitori è stato quanto meno minacciato.
Le reazioni estere
La Nato, per voce del segretario Anders Fogh Rasmussen, aveva chiesto il rilascio immediato di Zeidan e si era detta pronta a intervenire se richiesto dalle autorità libiche. Quanto all'Italia, il ministro della Difesa Mario Mauro aveva convocato una riunione con i vertici militari per "monitorare la situazione".
Il rapimento
Preso da uomini armati nell'hotel Corinthia di Tripoli dove risiede, il primo ministro era stato portato "in un luogo sconosciuto da persone sconosciute", è stato il primo comunicato ufficiale del governo che ha convocato una riunione d'emergenza e invitato i cittadini "alla calma". A rivendicare l'azione è stato poi il gruppo la 'Camera dei rivoluzionari di Libia', assoldato - come altri gruppi - dal ministero dell'Interno o della Difesa per garantire l'ordine pubblico nel tentativo di arginare il fenomeno delle milizie armate che dopo aver contribuito a far cadere il regime di Muammar Gheddafi hanno fatto il bello e cattivo tempo in Libia.
Il blitz a Tripoli contro Al Qaida
Il sequestro di Zeidan sarebbe collegato al blitz di sabato scorso a Tripoli con cui un commando di forze speciali Usa ha catturato Abu Anas al-Libi, considerato un capo di al-Qaeda e uno degli organizzatori delle stragi in Kenya e Tanzania nel '98. Secondo l'agenzia di notizie Lana, il rapimento è stato rivendicato da un gruppo di ex ribelli islamisti, a cui è attualmente affidata la sicurezza di Tripoli, che ha ha spiegato di aver "arrestato" il premier perché il segretario di Stato Usa, John Kerry, aveva confermato il coinvolgimento del governo libico nel blitz americano.
L'Italia: "Ristabiliire la legalità"
La situazione in Libia allarma molto il governo italiano, anche per i riflessi sul flusso migratorio verso le coste siciliane. Il premier Enrico Letta ha convocato una riunione a Palazzo Chigi, presenti il vicepremier Angelino Alfano, i Ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, e i servizi segreti proprio sulla crisi libica. Al termine, con un comunicato ha ribadito la necessita' di ristabilire quanto prima la legalita'.
"Non mi dimetto"
Tornato dopo il sequestro lampo nel suo ufficio, Zeidan ha tenuto a precisare di essere stato "rilasciato", ma non "liberato"; il che fa capire che l'uso della foza contro i rapitori è stato quanto meno minacciato.
Le reazioni estere
La Nato, per voce del segretario Anders Fogh Rasmussen, aveva chiesto il rilascio immediato di Zeidan e si era detta pronta a intervenire se richiesto dalle autorità libiche. Quanto all'Italia, il ministro della Difesa Mario Mauro aveva convocato una riunione con i vertici militari per "monitorare la situazione".
Il rapimento
Preso da uomini armati nell'hotel Corinthia di Tripoli dove risiede, il primo ministro era stato portato "in un luogo sconosciuto da persone sconosciute", è stato il primo comunicato ufficiale del governo che ha convocato una riunione d'emergenza e invitato i cittadini "alla calma". A rivendicare l'azione è stato poi il gruppo la 'Camera dei rivoluzionari di Libia', assoldato - come altri gruppi - dal ministero dell'Interno o della Difesa per garantire l'ordine pubblico nel tentativo di arginare il fenomeno delle milizie armate che dopo aver contribuito a far cadere il regime di Muammar Gheddafi hanno fatto il bello e cattivo tempo in Libia.
Il blitz a Tripoli contro Al Qaida
Il sequestro di Zeidan sarebbe collegato al blitz di sabato scorso a Tripoli con cui un commando di forze speciali Usa ha catturato Abu Anas al-Libi, considerato un capo di al-Qaeda e uno degli organizzatori delle stragi in Kenya e Tanzania nel '98. Secondo l'agenzia di notizie Lana, il rapimento è stato rivendicato da un gruppo di ex ribelli islamisti, a cui è attualmente affidata la sicurezza di Tripoli, che ha ha spiegato di aver "arrestato" il premier perché il segretario di Stato Usa, John Kerry, aveva confermato il coinvolgimento del governo libico nel blitz americano.
L'Italia: "Ristabiliire la legalità"
La situazione in Libia allarma molto il governo italiano, anche per i riflessi sul flusso migratorio verso le coste siciliane. Il premier Enrico Letta ha convocato una riunione a Palazzo Chigi, presenti il vicepremier Angelino Alfano, i Ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, e i servizi segreti proprio sulla crisi libica. Al termine, con un comunicato ha ribadito la necessita' di ristabilire quanto prima la legalita'.