POLITICA
Ius soli, Delrio: c'è tempo per approvarlo

Lo ius soli non può cadere nell'oblio ed essere rimandato alla prossima legislatura. All'indomani delle dichiarazioni di Maria Elena Boschi è proprio il presidente del Senato, Pietro Grasso, da Napoli a scuotere il governo: "Mi sembra che si punti più a valutazioni di ordine elettorale che non alla giustezza della legge". "Io dico, abbiamo fatto una lotta per il codice antimafia e l'abbiamo vinta. Perché non possiamo farla anche in questa legislatura con lo Ius soli? Poi non sono un idealista, bisogna cercare i voti, prima mettere in sicurezza i conti, ma sono fiducioso che dopo la legge di bilancio ai possa approvare" ha rilanciato. Il Partito democratico ci crede e metterlo in chiaro è ancora un esponente dem nell'esecutivo, Graziano Delrio: "Siamo ancora in tempo. Non arrendiamoci all'inverno prima di avere combattuto. È una battaglia non di un gruppo politico, ma di civiltà. Penso che i partiti non devono dare ordini, perché è un voto sui diritti". Poi l'affondo al Movimento 5Stelle: "Vogliono astenersi, ma come fai ad astenerti sui diritti. Io mi appello alla coscienza di tutti".
Tutti compatti quindi per portare a casa la legge prima che si vada a nuove elezioni. E se il problema sono i numeri, avanza Matteo Orfini, "dobbiamo cercare voti sia nella maggioranza che fuori". Secondo l'esponente dem infatti, "l'obiettivo è ogni singolo parlamentare" anche "con forze politiche come Fi si può lavorare per arrivare a quella soglia, è nostro dovere arrivare fino in fondo". Il premier Paolo Gentiloni di fatto non vuole mollare la presa e oggi è tornato ad incontrare il capogruppo dem in Senato, Luigi Zanda. Un rendez-vous di routine, spiegano, durante il quale si è discusso dei lavori parlamentari. Il senatore Pd, dopo l'incontro, ha confermato che l'esecutivo sta lavorando sullo ius soli e "con molta serietà".
Lo stop su questa legge così delicata non è piaciuto anche in Vaticano, che oggi ha detto la sua e senza mezzi termini. "Non vedo perché si è ritenuto di accelerare sui diritti delle persone di uno stesso sesso che vogliono vivere insieme, ma non si ritiene di dare diritti e doveri a italiani mantenuti senza cittadinanza", ha ammonito monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. E non è tutto. "Su questo tema - ha osservato - si sono scaricate tante tensioni, tutto ciò che di peggio attiene all'immigrazione e tutto quello che è legato al terrorismo. Chi parla di ius soli invoca queste motivazioni che non c'entrano niente: lo ius soli non riguarda chi, per un motivo o nell'altro, mette piede sul suolo italiano". Di fatto, ha attaccato: "La stragrande maggioranza delle donne migranti che arrivano in Italia non sono partite incinte, ma sono state violentate. Se una di loro partorisce appena arrivata sulla spiaggia, sicuramente non avrà la cittadinanza italiana".
Le opposizioni intanto alzano le barricate. I 5Stelle attaccano: "In Senato il governo non ha i numeri e deve andare a casa" e "non ha il coraggio di portare in aula il testo perché i suoi non gli assicurano i voti, ma le leggi si fanno in Parlamento - ha detto Laura Castelli - "vogliono entrare in Parlamento con un accordo già fatto". "L'approvazione della legge sullo ius soli non è rinviata alla prossima legislatura. È rinviata a mai", ha assicurato Maurizio Gasparri di Forza Italia perché "la cittadinanza non si regala, si conquista. Chi ancora oggi insiste, farebbe bene ad occuparsi di cose più necessarie e soprattutto a praticare la solidarietà per un numero definito di stranieri ma uno sterminato di italiani".
Tutti compatti quindi per portare a casa la legge prima che si vada a nuove elezioni. E se il problema sono i numeri, avanza Matteo Orfini, "dobbiamo cercare voti sia nella maggioranza che fuori". Secondo l'esponente dem infatti, "l'obiettivo è ogni singolo parlamentare" anche "con forze politiche come Fi si può lavorare per arrivare a quella soglia, è nostro dovere arrivare fino in fondo". Il premier Paolo Gentiloni di fatto non vuole mollare la presa e oggi è tornato ad incontrare il capogruppo dem in Senato, Luigi Zanda. Un rendez-vous di routine, spiegano, durante il quale si è discusso dei lavori parlamentari. Il senatore Pd, dopo l'incontro, ha confermato che l'esecutivo sta lavorando sullo ius soli e "con molta serietà".
Lo stop su questa legge così delicata non è piaciuto anche in Vaticano, che oggi ha detto la sua e senza mezzi termini. "Non vedo perché si è ritenuto di accelerare sui diritti delle persone di uno stesso sesso che vogliono vivere insieme, ma non si ritiene di dare diritti e doveri a italiani mantenuti senza cittadinanza", ha ammonito monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. E non è tutto. "Su questo tema - ha osservato - si sono scaricate tante tensioni, tutto ciò che di peggio attiene all'immigrazione e tutto quello che è legato al terrorismo. Chi parla di ius soli invoca queste motivazioni che non c'entrano niente: lo ius soli non riguarda chi, per un motivo o nell'altro, mette piede sul suolo italiano". Di fatto, ha attaccato: "La stragrande maggioranza delle donne migranti che arrivano in Italia non sono partite incinte, ma sono state violentate. Se una di loro partorisce appena arrivata sulla spiaggia, sicuramente non avrà la cittadinanza italiana".
Le opposizioni intanto alzano le barricate. I 5Stelle attaccano: "In Senato il governo non ha i numeri e deve andare a casa" e "non ha il coraggio di portare in aula il testo perché i suoi non gli assicurano i voti, ma le leggi si fanno in Parlamento - ha detto Laura Castelli - "vogliono entrare in Parlamento con un accordo già fatto". "L'approvazione della legge sullo ius soli non è rinviata alla prossima legislatura. È rinviata a mai", ha assicurato Maurizio Gasparri di Forza Italia perché "la cittadinanza non si regala, si conquista. Chi ancora oggi insiste, farebbe bene ad occuparsi di cose più necessarie e soprattutto a praticare la solidarietà per un numero definito di stranieri ma uno sterminato di italiani".