ITALIA
Al via test medicina: 66mila candidati per 13mila posti
Scuola, sindacati in piazza il 26 a Roma. Speranza: "Ripartirà in sicurezza"
Prenderanno parte alla manifestazione indetta dal Comitato "Priorità alla scuola". Landini: "Per quello che ci riguarda è il momento non solo di riaprire alla svelta ma anche di fare una grandissima riforma del sistema scolastico"

I sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams prenderanno parte alla manifestazione indetta dal Comitato "Priorità alla scuola" che si terrà sabato 26 settembre a Roma, "per riaffermare il ruolo centrale e prioritario della scuola e della conoscenza come condizione di crescita del Paese e per denunciare ritardi e incertezze che accompagnano l'avvio dell'anno scolastico, rischiando di comprometterne la riapertura in presenza e in sicurezza, obiettivo principale dell'azione sindacale condotta nella prolungata fase di emergenza".
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, ricordano che "già dalla scorsa primavera, hanno individuato priorità e necessità per la ripartenza, indicato soluzioni e sollecitato investimenti in termini di organici, di spazi, di servizi connessi al diritto allo studio quali, per esempio, i trasporti e le mense, ritenendo prioritario l'investimento sulle risorse professionali di cui la scuola ha soprattutto bisogno.
Mobilitazione e proposta, dallo sciopero dell'8 giugno alla partecipazione alla stesura dei protocolli di sicurezza, hanno caratterizzato l'azione sindacale unitaria di questi mesi; a ciò non è corrisposto analogo impegno e assunzione di responsabilità da parte del governo e del Ministero dell'istruzione". "Ma il Paese - affermano - non può permettersi di ripartire con un'offerta formativa al ribasso, a causa dei ritardi e dell'insufficienza delle risorse. Serve un'inversione di rotta nelle politiche pubbliche, da orientare con decisione a sostegno dello sviluppo attraverso scelte mirate di forte investimento nei settori strategici, a partire dall'istruzione e formazione, fattori indispensabili per il rafforzamento del tessuto democratico e la ripresa del Paese. La crisi determinata dalla pandemia rende ancor più indispensabile un radicale cambio di paradigma sociale-economico-politico, che la conoscenza ha il compito di orientare nella direzione di una cittadinanza attiva, intesa come capacità di prendere parte ai processi di trasformazione, avendo come fondamento d'azione i valori della democrazia, della sostenibilità ecologica, della pace".
A giudizio dei sindacati, "servono provvedimenti urgenti per garantire da subito a tutte e a tutti il diritto all'istruzione, al lavoro, alla salute e, accanto a questo, investimenti per riqualificare il sistema pubblico di istruzione, per innalzare i livelli di conoscenza, rafforzando ed estendendo il diritto all'istruzione e alla formazione; è il momento di fare scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà, destinando parte consistente dei fondi 'Next Generation Ue', cosiddetto Recovery fund, ai luoghi dove le 'prossime generazioni' dovranno crescere e formarsi".
"La piazza del 26 settembre ci vedrà insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, con gli studenti, le famiglie, i cittadini, per affermare e difendere la nostra idea di scuola, organo costituzionale e pilastro della democrazia, sulla cui valorizzazione si giocano la credibilità e il futuro dell'intero Paese", concludono Francesco Sinopoli (Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Pino Turi (Uil), Elvira Serafini (Snals) e Rino di Meglio (Gilda).
Landini: "Riaprire subito e avviare una riforma"
"Per quello che ci riguarda è il momento non solo di riaprire le scuole alla svelta ma anche di fare una grandissima riforma del sistema scolastico". Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a Bari, a margine degli Stati generali della Cgil Puglia. "Ci vogliono gli asili nido per tutti - ha aggiunto - e bisogna rendere obbligatoria la scuola dai 3 ai 18 anni. E conseguentemente bisogna far diventare il diritto alla formazione un diritto soggettivo, garantito per ognuno di noi durante tutto l'arco della vita".
Speranza: "Scuola è priorità e ripartirà"
"La priorita' assoluta su cui stiamo lavorando e' la scuola". Lo conferma, a Scala (Salerno), il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine della commemorazione del beato Gerardo Sasso. "Le scuole ripartiranno tutte nel mese di settembre e ripartiranno in sicurezza. Questa, per noi, è una priorità assoluta", sottolinea. "Stiamo lavorando incessantemente, stiamo costruendo investimenti senza precedenti. Penso che ci sono le condizioni per portare a compimento questo obiettivo che, per noi, è la priorità assoluta della stagione di ripartenza", dice.
Primo giorno test di medicina: 66mila i candidati per 13 mila posti in facoltà
Primo giorno dei test di medicina, a Torino, e davanti agli ingressi di Lingotto va in scena la protesta degli studenti del Fronte della Gioventù Comunista, che hanno srotolato uno striscione con la scritta 'La pandemia lo ha dimostrato, il numero chiuso va abrogato'. Sono 66.000 i candidati per 13.000 posti in facoltà. "Il governo crede davvero che aggiungendo 5.000 posti solo per quest'anno, si risolverà il problema di un sistema sanitario al collasso?", chiede in una nota Ivan Boine, segretario provinciale del Fgc.
"Da tempo si denuncia la mancanza di almeno 50 mila infermieri e di decine di migliaia di medici - aggiunge Boine -. Vediamo operare tagli sistematici e attuare misure in sostegno alle cliniche private che lucrano sulla salute e di fronte al virus hanno fatto finta di niente. Proprio il numero chiuso per la facoltà di medicina è una di quelle misure che hanno distrutto la sanità pubblica".
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, ricordano che "già dalla scorsa primavera, hanno individuato priorità e necessità per la ripartenza, indicato soluzioni e sollecitato investimenti in termini di organici, di spazi, di servizi connessi al diritto allo studio quali, per esempio, i trasporti e le mense, ritenendo prioritario l'investimento sulle risorse professionali di cui la scuola ha soprattutto bisogno.
Mobilitazione e proposta, dallo sciopero dell'8 giugno alla partecipazione alla stesura dei protocolli di sicurezza, hanno caratterizzato l'azione sindacale unitaria di questi mesi; a ciò non è corrisposto analogo impegno e assunzione di responsabilità da parte del governo e del Ministero dell'istruzione". "Ma il Paese - affermano - non può permettersi di ripartire con un'offerta formativa al ribasso, a causa dei ritardi e dell'insufficienza delle risorse. Serve un'inversione di rotta nelle politiche pubbliche, da orientare con decisione a sostegno dello sviluppo attraverso scelte mirate di forte investimento nei settori strategici, a partire dall'istruzione e formazione, fattori indispensabili per il rafforzamento del tessuto democratico e la ripresa del Paese. La crisi determinata dalla pandemia rende ancor più indispensabile un radicale cambio di paradigma sociale-economico-politico, che la conoscenza ha il compito di orientare nella direzione di una cittadinanza attiva, intesa come capacità di prendere parte ai processi di trasformazione, avendo come fondamento d'azione i valori della democrazia, della sostenibilità ecologica, della pace".
A giudizio dei sindacati, "servono provvedimenti urgenti per garantire da subito a tutte e a tutti il diritto all'istruzione, al lavoro, alla salute e, accanto a questo, investimenti per riqualificare il sistema pubblico di istruzione, per innalzare i livelli di conoscenza, rafforzando ed estendendo il diritto all'istruzione e alla formazione; è il momento di fare scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà, destinando parte consistente dei fondi 'Next Generation Ue', cosiddetto Recovery fund, ai luoghi dove le 'prossime generazioni' dovranno crescere e formarsi".
"La piazza del 26 settembre ci vedrà insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, con gli studenti, le famiglie, i cittadini, per affermare e difendere la nostra idea di scuola, organo costituzionale e pilastro della democrazia, sulla cui valorizzazione si giocano la credibilità e il futuro dell'intero Paese", concludono Francesco Sinopoli (Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Pino Turi (Uil), Elvira Serafini (Snals) e Rino di Meglio (Gilda).
Landini: "Riaprire subito e avviare una riforma"
"Per quello che ci riguarda è il momento non solo di riaprire le scuole alla svelta ma anche di fare una grandissima riforma del sistema scolastico". Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a Bari, a margine degli Stati generali della Cgil Puglia. "Ci vogliono gli asili nido per tutti - ha aggiunto - e bisogna rendere obbligatoria la scuola dai 3 ai 18 anni. E conseguentemente bisogna far diventare il diritto alla formazione un diritto soggettivo, garantito per ognuno di noi durante tutto l'arco della vita".
Speranza: "Scuola è priorità e ripartirà"
"La priorita' assoluta su cui stiamo lavorando e' la scuola". Lo conferma, a Scala (Salerno), il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine della commemorazione del beato Gerardo Sasso. "Le scuole ripartiranno tutte nel mese di settembre e ripartiranno in sicurezza. Questa, per noi, è una priorità assoluta", sottolinea. "Stiamo lavorando incessantemente, stiamo costruendo investimenti senza precedenti. Penso che ci sono le condizioni per portare a compimento questo obiettivo che, per noi, è la priorità assoluta della stagione di ripartenza", dice.
Primo giorno test di medicina: 66mila i candidati per 13 mila posti in facoltà
Primo giorno dei test di medicina, a Torino, e davanti agli ingressi di Lingotto va in scena la protesta degli studenti del Fronte della Gioventù Comunista, che hanno srotolato uno striscione con la scritta 'La pandemia lo ha dimostrato, il numero chiuso va abrogato'. Sono 66.000 i candidati per 13.000 posti in facoltà. "Il governo crede davvero che aggiungendo 5.000 posti solo per quest'anno, si risolverà il problema di un sistema sanitario al collasso?", chiede in una nota Ivan Boine, segretario provinciale del Fgc.
"Da tempo si denuncia la mancanza di almeno 50 mila infermieri e di decine di migliaia di medici - aggiunge Boine -. Vediamo operare tagli sistematici e attuare misure in sostegno alle cliniche private che lucrano sulla salute e di fronte al virus hanno fatto finta di niente. Proprio il numero chiuso per la facoltà di medicina è una di quelle misure che hanno distrutto la sanità pubblica".