MONDO
A un mese dal rapimento delle oltre 200 liceali
Nigeria,strage al mercato di Jos: oltre 100 morti e decine di feriti
Due esplosioni in un mercato, forse una terza in un terminal di autobus. 118 i corpi ritrovati tra le macerie. Il Parlamento prolunga lo stato di emergenza

Per la Nigeria è stata una giornata di sangue. A Jos, nel centro del Paese, nel pomeriggio sono esplose due autobombe in un mercato affollatissimo, provocando la morte di oltre 100 persone. Secondo la CNN, invece, le esplosioni sarebbero tre. In serata, mentre si continua a cercare tra le macerie, arriva il primo bilancio ufficiale della strage: sono stati ritrovati 118 cadaveri. "Tutti i corpi sono carbonizzati - racconta un testimone - è molto difficile riuscire ad identificarli". Secondo la portavoce del governo regionale, Pam Ayuba, le vittime sarebbero in particolare donne, uccise mentre facevano acquisti nel mercato.
Seppure gli attentati non siano stato rivendicati, non sembra esserci alcun dubbio sul fatto che siano opera dei Boko Haram.
Ad oltre un mese dal rapimento, il 15 aprile scorso, delle 200 liceali, dopo gli attentati di oggi il presidente nigeriamo Goodluck Jonathan ha espresso la sua vicinanza alle famiglie e assicurato che "il governo è impegnato con tutte le sue forze per combattere il terrorismo e non si farà mettere sotto scacco dalle atrocità dei nemici del progresso e della civiltà". Il Parlamento in serata ha approvato il prolungamento dello stato di emergenza nel nord del Paese per altri sei mesi.
A cinque anni dall'impennata del terrore determinata dai Boko Haram la Nigeria non è riuscita a mettere loro alcun argine e anzi ha dovuto accettare l'aiuto di diversi stati, tra cui il Regno Unito e gli Stati Uniti a seguito della minaccia dei terroristi di vendere le studentesse come schiave se Abuja non avesse liberato alcuni loro detenuti.
E' l'ultimo episodio di una serie lunghissima di attentati attribuiti ai militanti di questo islamismo deviato. In particolare la città di Jos è da sempre crocevia e teatro di scontri tra cristiani e musulmani. Nel 2010, la guerra religiosa, intrecciata a fattori economici e di controllo del territorio, ha ucciso centinaia di persone. Ma tutto il Paese continua a subire attacchi da parte delle milizie rivali. Lo scorso lunedì un'attentatore suicida si è fatto esplodere in auto uccidendo 25 persone, in aprile due esplosioni hanno causato 120 morti nella capitale Abuja, ferendone oltre 200.
Seppure gli attentati non siano stato rivendicati, non sembra esserci alcun dubbio sul fatto che siano opera dei Boko Haram.
Ad oltre un mese dal rapimento, il 15 aprile scorso, delle 200 liceali, dopo gli attentati di oggi il presidente nigeriamo Goodluck Jonathan ha espresso la sua vicinanza alle famiglie e assicurato che "il governo è impegnato con tutte le sue forze per combattere il terrorismo e non si farà mettere sotto scacco dalle atrocità dei nemici del progresso e della civiltà". Il Parlamento in serata ha approvato il prolungamento dello stato di emergenza nel nord del Paese per altri sei mesi.
A cinque anni dall'impennata del terrore determinata dai Boko Haram la Nigeria non è riuscita a mettere loro alcun argine e anzi ha dovuto accettare l'aiuto di diversi stati, tra cui il Regno Unito e gli Stati Uniti a seguito della minaccia dei terroristi di vendere le studentesse come schiave se Abuja non avesse liberato alcuni loro detenuti.
E' l'ultimo episodio di una serie lunghissima di attentati attribuiti ai militanti di questo islamismo deviato. In particolare la città di Jos è da sempre crocevia e teatro di scontri tra cristiani e musulmani. Nel 2010, la guerra religiosa, intrecciata a fattori economici e di controllo del territorio, ha ucciso centinaia di persone. Ma tutto il Paese continua a subire attacchi da parte delle milizie rivali. Lo scorso lunedì un'attentatore suicida si è fatto esplodere in auto uccidendo 25 persone, in aprile due esplosioni hanno causato 120 morti nella capitale Abuja, ferendone oltre 200.