Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-dde4bf3f-f631-43d5-bed7-845a0b69f8a1.html | rainews/live/ | true
SCIENZA

Cambiamento climatico e produzione alimentare

California arida, New York senza insalata

Uno studio della Tuft University mette in relazione gli effetti potenziali del cambiamento climatico con i modelli di approvvigionamento alimentare in Nord America

Condividi
di Stefano Lamorgese
Chi non si ricorda della first lady, Michelle Obama, che zappettava allegra il suo orto? L'idea di servire alla famiglia presidenziale e a tutti gli ospiti un menu biologico a base di prodotti coltivati nel giardino della Casa Bianca era suggestiva e originale. Un buon esempio per tutti gli americani, dopo tutto, molti dei quali sono afflitti dal sovrappeso e dall'obesità.

Ma l'auspicato cambiamento della dieta - associato agli effetti del cambiamento climatico - potrebbe mettere in crisi i meccanismi di approvvigionamento alimentare nel NordEst degli Usa. Questa la conclusione di una ricerca condotta presso la Tufts University - vicino Boston, nel Massachusetts - da Timothy Griffin, professore associato e direttore del Agriculture, Food and Environment program della Friedman School.

La ricerca
Mettendo a confronto i dati sulla produzione e sui consumi agroalimentari nel decennio 2001-2010, il team del Professor Griffin ha scoperto che l'autosufficienza alimentare negli stati del NordEst è un miraggio. Si dirà che nell'epoca del commercio globale è giusto e ovvio che sia così. Ma non tutto è così semplice come appare.

Squilibri
La produzione di cibo negli Usa è concentrata in alcune regioni, che riforniscono le altre. Il caso del NordEst è emblematico: la carne di maiale vi proviene per lo più da Iowa e North Carolina; la lattuga quasi tutta dalla californiana Salinas Valley. Ma, se il cambiamento climatico diminuirà la disponibilità di acqua per l'irrigazione riducendo significativamente la produzione agricola in quelle aree, come potranno i newyorkesi mangiare l'insalata? Potranno trovare ilmododi prodursela da soli?

La produzione alimentare: i numeri
Gli stati del NordEst statunitense - un'area molto densamente popolata e tuttora in forte crescita demografica - attualmente producono: il 70% delle uova che consumano, il 45% dei crostacei, il 30% della carne di pollo e il 23% del pesce. Poi il 26% dei vegetali e solo il 18% della frutta. È evidente che la dipendenza dalla produzione esterna è fortissima.

Le buone intenzioni
Se, dunque - questo è il senso del ragionamento del Professor Griffin - le abitudini alimentari del NordEst divenissero sempre più virtuose (come auspicato dalle campagne della First Lady Michelle Obama) e se ciò si associasse allo scenario più severo per quanto riguarda gli effetti del cambiamento climatico, mangiare cibi sani a New York potrebbe diventare sempre più problematico. E costoso.