POLITICA
Test importante per il Governo
Taglio parlamentari, oggi il voto della Camera. Firmato l'accordo sulle riforme
Iniziate le dichiarazioni di voto. La Lega dà l'ok. Oggi, attorno alle 17.30, l'aula della Camera vota la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari, con un via libera blindato anche dall'accordo sulle riforme raggiunto nella coalizione di governo. Tra gli impegni presi c'è anche quello di presentare la riforma elettorale entro dicembre

Taglio dei parlamentari a un passo dal traguardo. La Camera porrà oggi il suo sigillo all'ultimo dei quattro passaggi necessari per il varo definitivo della riforma costituzionale. Sulla carta i consensi saranno molti di più della semplice maggioranza assoluta necessaria, che si tocca con 316 sì. A 'blindare' il voto c'è anche l'accordo sulle riforme raggiunto nella coalizione di governo.
Dibattito iniziato alle 14.00, voto alle 17.30
Sono 20 gli interventi in sede di dichiarazioni di voto al taglio dei parlamentari, in tutto più di tre ore. L'aula della Camera, che ha ripreso il dibattito alle 14, dovrebbe votare la legge intorno alle 17.30 circa.
Sono 20 gli iscritti a parlare per le dichiarazioni di voto finali sul voto sulla riforma che prevede, tra gli altri, il taglio dei parlamentari. In aulta interverranno Davide Galantino (Misto-altri); Vittorio Sgarbi (Misto); Riccardo Magi (Misto-+Europa-Centro Democratico); Antonio Tasso (Misto-Maie-Movimento associativo italiani all'estero); Renate Gebhard (Misto-Minoranze Linguistiche); Maurizio Lupi (Misto-Noi con l'Italia-Usei); Catello Vitiello (Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio); Federico Fornaro (Liberi e Uguali); Marco Di Maio (Italia Viva); Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia); Graziano Delrio (Partito Democratico); Roberto Occhiuto (Forza Italia); Igor Iezzi (Lega); Anna Macina (Movimento 5 Stelle); Bruno Tabacci (Misto-+Europa-Centro Democratico); Andrea Cecconi (Misto-Maie-Movimento associativo italiani all'estero); Emanuela Rossini (Misto-Minoranze Linguistiche); Giorgio Silli (Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio); Roberto Giachetti (Italia Viva). Andrea Colletti (M5s) interverrà per dichiarazione di voto in dissenso dal gruppo.
Per ok servono 316 sì
Per il via libera definitivo della riforma 'bandiera' dei 5 stelle è necessaria la maggioranza assoluta, ovvero 316 sì. Da soli, sulla carta, i giallorossi possono contare su 344 voti, quindi la maggioranza di governo ha 28 voti in più rispetto all'asticella richiesta. Ma ai sì della maggioranza dovrebbero unirsi anche alcuni voti provenienti dal gruppo Misto. Dunque, riflettori puntati sui dissidenti, sulle possibili defezioni, assenze strategiche e non giustificate tra le file di Pd, M5s, Leu e Iv. La soglia di attenzione e allarme, per i giallorossi, è quindi fissata a circa 30-35 dissidenti. In quel caso, infatti, i giallorossi non sarebbero più autosufficienti per approvare la riforma e servirebbe il 'soccorso' del centrodestra. Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega hanno annunciato il loro voto favorevole: leghisti e FdI hanno sempre votato a favore della riforma finora, mentre Forza Italia ha votato sì nelle prime due letture e si è astenuta nella terza, la scorsa estate al Senato. Con la maggioranza compatta e il sì delle opposizioni la riforma incasserebbe oltre 600 voti. Se, invece, dovessero esserci più di 30 dissidenti tra i giallorossi, per essere approvata la riforma
ha bisogno dei voti del centrodestra che, però, potrebbe 'approfittarne' e non partecipare al voto cosi' da lasciare la maggioranza da sola in Aula senza i numeri necessari.
I numeri in campo
Durante la discussione generale hanno confermato il voto favorevole le forze di maggioranza che sostengono il governo: M5s (216 deputati), Pd (89 deputati), Leu (13 deputati) e Italia viva (26 deputati),
per un totale di 344 sì. Ai voti favorevoli della maggioranza, sempre stando alle dichiarazioni ufficiali fatte ieri in Aula, si dovrebbero aggiungere i sì di Forza Italia (99 deputati) e Fratelli d'Italia (34 deputati), per un totale di 133 sì che, sommati ai voti della maggioranza, innalzano a 477 l'asticella dei voti favorevoli alla riforma. Resta un margine di incognita su cosa farà la Lega, visto che anche ieri i deputati leghisti hanno nuovamente disertato i lavori sempre per protesta contro l'assegnazione del reddito di cittadinanza all'ex brigatista Saraceni. Ma se si deve tener fede a quanto detto, anche oggi, dal leader Matteo Salvini, la Lega - che finora nelle tre votazioni precedenti ha sempre dato l'ok alla riforma - non dovrebbe far mancare i suoi voti favorevoli: se così fosse, i si' salirebbero a quota 601. Numeri a cui dovrebbero aggiungersi i voti favorevoli di alcuni deputati del gruppo Misto (i 6 deputati totiani, i 3 del Maie, ed è probabile anche il sì dei 4 deputati delle Minoranze). Al momento, l'unica forza politica che ha annunciato ufficialmente in Aula il voto contrario è +Europa, che alla Camera conta 3 deputati. Tra gli iscritti a parlare, oltre ad Anna Macina per i 5 stelle, figura anche Andrea Colletti, che ieri ha manifestato
alcune perplessità sulla riforma.
L'accordo
Intesa sintetizzata in un documento in quattro punti che prevede i 'correttivi' legati al taglio dei parlamentari. Tra gli impegni presi nella coalizione di governo c'è anche quello di presentare la riforma elettorale entro dicembre. E ciò per garantire "il pluralismo politico e territoriale" e la parità di genere, fortemente voluta da Italia viva. Così come l'impegno all'abbassamento dell'età per il voto per il Senato equiparando i requisiti di elettorato attivo e passivo a Montecitorio e Palazzo Madama. Nel documento si fa anche riferimento a interventi costituzionali relativi alla struttura del rapporto fiduciario tra camere e Governo.
"È un ottimo accordo", sentenzia Graziano Delrio,capogruppo Dem alla Camera a fine incontro che aggiunge: "Come si sa, avremmo preferito una messa in discussione del sistema bicamerale ma, dopo aver chiesto garanzie per proseguire, ora ci sono tutte".
Ci si avvia così alla votazione finale di uno dei provvedimenti-bandiera del Movimento 5 stelle, che durante la trattativa di governo ne fece una 'conditio sine qua non' per far decollare l'alleanza giallorossa. Al momento l'unico no certo e annunciato è quello di +Europa. "È una riforma costituzionale priva di un senso, che non sia quello di sbandierare demagogicamente il taglio di un pezzo del Parlamento", è la critica di Riccardo Magi nel motivare il voto contrario.

+Europa con la ghigliottina
'Non mutilate la Costituzione': no a questo taglio dei parlamentari. + Europa porta una ghigliottina in piazza Montecitorio per dire no alla riforma che la Camera votera' oggi. E' un provvedimento pericoloso, denuncia il partito di Benedetto Della Vedova e Emma Bonino, Della Vedova, segretario di +Europa, spiega: "Oggi si mutilano gli equilibri della Costituzione. Le promesse sulle riforme che dovranno accompagnarla sono scritte sulla sabbia, è uno scempio. Avremo un Senato di 200 persone che diventerà un monocolore leghista. Questa non è una riforma ma una ghigliottina, e siamo a testimoniare di non aver cambiato idea, mentre il problema è il Pd, che ha detto cose terribili e condivisibili su questo provvedimento, per poi cambiare senza fare una piega. Si mettano una mano sulla coscienza e ci ripensino, mancano ancora alcune ore". Ancora: "Lancio un appello al Pd e a Italia Viva: Si fermino, ci ripensino, schiena dritta e spieghino a M5s che il taglio dei parlamentari si può fare ma non così. C'è ancora qualche ora perche' Zingaretti e Renzi ci ripensino". Per Riccardo Magi "con il taglio algebrico dei parlamentari avremo semplicemente meno persone con più potere, e più potere ai capi partiti. Che poi ci sarà più efficienza nei lavori parlamentari è stato negato da tutti i costituzionalisti sentiti nelle audizioni". Insomma, "è una truffa demagogica, ed è da brividi vedere che ciò avviene con una Camera che vota in modo totalitario non balbetta nulla".
Radicali costituiscono comitato
"Ridurre il numero dei parlamentari e sottoporli al mandato imperativo dei partiti e' una questione di sovvertimento dell'ordine democratico. Risparmiare sulla democrazia significa sopportare dei costi inenarrabili". Lo afferma Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale, che annuncia la costituzione del comitato per il No al taglio dei parlamentari.
Dibattito iniziato alle 14.00, voto alle 17.30
Sono 20 gli interventi in sede di dichiarazioni di voto al taglio dei parlamentari, in tutto più di tre ore. L'aula della Camera, che ha ripreso il dibattito alle 14, dovrebbe votare la legge intorno alle 17.30 circa.
Sono 20 gli iscritti a parlare per le dichiarazioni di voto finali sul voto sulla riforma che prevede, tra gli altri, il taglio dei parlamentari. In aulta interverranno Davide Galantino (Misto-altri); Vittorio Sgarbi (Misto); Riccardo Magi (Misto-+Europa-Centro Democratico); Antonio Tasso (Misto-Maie-Movimento associativo italiani all'estero); Renate Gebhard (Misto-Minoranze Linguistiche); Maurizio Lupi (Misto-Noi con l'Italia-Usei); Catello Vitiello (Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio); Federico Fornaro (Liberi e Uguali); Marco Di Maio (Italia Viva); Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia); Graziano Delrio (Partito Democratico); Roberto Occhiuto (Forza Italia); Igor Iezzi (Lega); Anna Macina (Movimento 5 Stelle); Bruno Tabacci (Misto-+Europa-Centro Democratico); Andrea Cecconi (Misto-Maie-Movimento associativo italiani all'estero); Emanuela Rossini (Misto-Minoranze Linguistiche); Giorgio Silli (Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio); Roberto Giachetti (Italia Viva). Andrea Colletti (M5s) interverrà per dichiarazione di voto in dissenso dal gruppo.
Per ok servono 316 sì
Per il via libera definitivo della riforma 'bandiera' dei 5 stelle è necessaria la maggioranza assoluta, ovvero 316 sì. Da soli, sulla carta, i giallorossi possono contare su 344 voti, quindi la maggioranza di governo ha 28 voti in più rispetto all'asticella richiesta. Ma ai sì della maggioranza dovrebbero unirsi anche alcuni voti provenienti dal gruppo Misto. Dunque, riflettori puntati sui dissidenti, sulle possibili defezioni, assenze strategiche e non giustificate tra le file di Pd, M5s, Leu e Iv. La soglia di attenzione e allarme, per i giallorossi, è quindi fissata a circa 30-35 dissidenti. In quel caso, infatti, i giallorossi non sarebbero più autosufficienti per approvare la riforma e servirebbe il 'soccorso' del centrodestra. Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega hanno annunciato il loro voto favorevole: leghisti e FdI hanno sempre votato a favore della riforma finora, mentre Forza Italia ha votato sì nelle prime due letture e si è astenuta nella terza, la scorsa estate al Senato. Con la maggioranza compatta e il sì delle opposizioni la riforma incasserebbe oltre 600 voti. Se, invece, dovessero esserci più di 30 dissidenti tra i giallorossi, per essere approvata la riforma
ha bisogno dei voti del centrodestra che, però, potrebbe 'approfittarne' e non partecipare al voto cosi' da lasciare la maggioranza da sola in Aula senza i numeri necessari.
I numeri in campo
Durante la discussione generale hanno confermato il voto favorevole le forze di maggioranza che sostengono il governo: M5s (216 deputati), Pd (89 deputati), Leu (13 deputati) e Italia viva (26 deputati),
per un totale di 344 sì. Ai voti favorevoli della maggioranza, sempre stando alle dichiarazioni ufficiali fatte ieri in Aula, si dovrebbero aggiungere i sì di Forza Italia (99 deputati) e Fratelli d'Italia (34 deputati), per un totale di 133 sì che, sommati ai voti della maggioranza, innalzano a 477 l'asticella dei voti favorevoli alla riforma. Resta un margine di incognita su cosa farà la Lega, visto che anche ieri i deputati leghisti hanno nuovamente disertato i lavori sempre per protesta contro l'assegnazione del reddito di cittadinanza all'ex brigatista Saraceni. Ma se si deve tener fede a quanto detto, anche oggi, dal leader Matteo Salvini, la Lega - che finora nelle tre votazioni precedenti ha sempre dato l'ok alla riforma - non dovrebbe far mancare i suoi voti favorevoli: se così fosse, i si' salirebbero a quota 601. Numeri a cui dovrebbero aggiungersi i voti favorevoli di alcuni deputati del gruppo Misto (i 6 deputati totiani, i 3 del Maie, ed è probabile anche il sì dei 4 deputati delle Minoranze). Al momento, l'unica forza politica che ha annunciato ufficialmente in Aula il voto contrario è +Europa, che alla Camera conta 3 deputati. Tra gli iscritti a parlare, oltre ad Anna Macina per i 5 stelle, figura anche Andrea Colletti, che ieri ha manifestato
alcune perplessità sulla riforma.
L'accordo
Intesa sintetizzata in un documento in quattro punti che prevede i 'correttivi' legati al taglio dei parlamentari. Tra gli impegni presi nella coalizione di governo c'è anche quello di presentare la riforma elettorale entro dicembre. E ciò per garantire "il pluralismo politico e territoriale" e la parità di genere, fortemente voluta da Italia viva. Così come l'impegno all'abbassamento dell'età per il voto per il Senato equiparando i requisiti di elettorato attivo e passivo a Montecitorio e Palazzo Madama. Nel documento si fa anche riferimento a interventi costituzionali relativi alla struttura del rapporto fiduciario tra camere e Governo.
"È un ottimo accordo", sentenzia Graziano Delrio,capogruppo Dem alla Camera a fine incontro che aggiunge: "Come si sa, avremmo preferito una messa in discussione del sistema bicamerale ma, dopo aver chiesto garanzie per proseguire, ora ci sono tutte".
Ci si avvia così alla votazione finale di uno dei provvedimenti-bandiera del Movimento 5 stelle, che durante la trattativa di governo ne fece una 'conditio sine qua non' per far decollare l'alleanza giallorossa. Al momento l'unico no certo e annunciato è quello di +Europa. "È una riforma costituzionale priva di un senso, che non sia quello di sbandierare demagogicamente il taglio di un pezzo del Parlamento", è la critica di Riccardo Magi nel motivare il voto contrario.

+Europa con la ghigliottina
'Non mutilate la Costituzione': no a questo taglio dei parlamentari. + Europa porta una ghigliottina in piazza Montecitorio per dire no alla riforma che la Camera votera' oggi. E' un provvedimento pericoloso, denuncia il partito di Benedetto Della Vedova e Emma Bonino, Della Vedova, segretario di +Europa, spiega: "Oggi si mutilano gli equilibri della Costituzione. Le promesse sulle riforme che dovranno accompagnarla sono scritte sulla sabbia, è uno scempio. Avremo un Senato di 200 persone che diventerà un monocolore leghista. Questa non è una riforma ma una ghigliottina, e siamo a testimoniare di non aver cambiato idea, mentre il problema è il Pd, che ha detto cose terribili e condivisibili su questo provvedimento, per poi cambiare senza fare una piega. Si mettano una mano sulla coscienza e ci ripensino, mancano ancora alcune ore". Ancora: "Lancio un appello al Pd e a Italia Viva: Si fermino, ci ripensino, schiena dritta e spieghino a M5s che il taglio dei parlamentari si può fare ma non così. C'è ancora qualche ora perche' Zingaretti e Renzi ci ripensino". Per Riccardo Magi "con il taglio algebrico dei parlamentari avremo semplicemente meno persone con più potere, e più potere ai capi partiti. Che poi ci sarà più efficienza nei lavori parlamentari è stato negato da tutti i costituzionalisti sentiti nelle audizioni". Insomma, "è una truffa demagogica, ed è da brividi vedere che ciò avviene con una Camera che vota in modo totalitario non balbetta nulla".
Radicali costituiscono comitato
"Ridurre il numero dei parlamentari e sottoporli al mandato imperativo dei partiti e' una questione di sovvertimento dell'ordine democratico. Risparmiare sulla democrazia significa sopportare dei costi inenarrabili". Lo afferma Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale, che annuncia la costituzione del comitato per il No al taglio dei parlamentari.